Avrei intitolato quest’articolo “illegalità e politica”, ma questo avrebbe voluto dire dover parlare di ogni singolo caso in cui un esponente politico si è macchiato di qualche reato, e non mi pareva il caso di imporvi un walltext di dimensioni epiche, anche perché ciò di cui voglio parlare è leggermente più specifico. Pertanto, ho deciso di andare sul sicuro, con un “partiti illegali” che forse solleticherà la libidine di qualche grillino, libidine che spero di smontare nel corso dell’articolo.
Come forse alcuni di voi sapranno, in Grecia Nikos Michaloliakos, fondatore di Alba Dorata, è stato arrestato. Insieme a lui finiscono in manette il portavoce del partito e un deputato. Altri 36 mandati di arresto sono stati emessi a carico di deputati e membri della formazione politica di estrema destra. L’accusa, per tutti, è di appartenere a un’organizzazione criminale – accusa che stando alle leggi greche consente di effettuare gli arresti di esponenti politici senza la previa autorizzazione del Parlamento.
Il procedimento giudiziario è cominciato in seguito alla morte di un rapper di sinistra per mano di un attivista di Alba Dorata, avvenuta il 18 settembre. In seguito alle prime accuse al suo partito era arrivata la replica di Michaloliakos: «Siamo stati sottoposti a un attacco totale e sporco da parte di un sistema marcio», poi gli arresti. Adesso militanti neo-nazisti si stanno radunando davanti al quartier generale della Polizia greca ad Atene. Vi suona familiare?
Perché a me vengono in mente i discorsi di Berlusconi, le manifestazioni del PDL davanti al Tribunale di Milano, le continue tiritere contro le toghe rosse e i giudici corrotti – vaccate che escono, peraltro, dalla bocca di un corruttore, come dimostrato nel Processo Mills-. Ma non solo: risuonano anche le recentissime sparate complottiste di Di Battista (excusatio non petita…) e le costanti accuse cui è sottoposta la magistratura italiana ogni giorno, da tutte le parti.
Prima di proseguire c’è però da tenere in considerazione un amletico dubbio: l’arresto di Michaloliakos è dovuto all’omicidio del rapper o all’aver fondato Alba Dorata? O meglio: ciò che viene contestato dalla magistratura ellenica è una presunta responsabilità nell’omicidio oppure (indipendentemente da questa) è illegale l’aver fondato un partito neonazista?
Se fosse questa seconda opzione, penso che la Grecia potrebbe, per una volta, fungere da esempio: la libertà di opinione non giustifica tutto, e soprattutto non giustifica l’illegalità, né l’apologia di reato. Ad alcuni partiti italiani, come la Lega Nord (che viola con i suoi proclami l’articolo 5 della Costituzione) o come Casapound (che si autodefinisce Fascismo del terzo millennio) e Forza Nuova non dovrebbe essere consentito esistere e questo indipendentemente dai reati commessi dai loro esponenti, o dai loro eventuali contatti con la malavita (vedi il Processo Dell’Utri),per la semplice ragione che la cosiddetta “opinione” che si vantano di professare è reato. E se esiste il reato di apologia di reato (perdonate la ripetizione), costruirci sopra un partito politico non è forse qualcosa di peggio?
La Grecia potrebbe aver compiuto un notevole passo avanti in questa direzione, un esempio da seguire per comprendere che la libertà di opinione non è la libertà di dire qualunque cosa, per esempio, incitare alla disobbedienza fiscale è istigazione a delinquere, e come tale andrebbe punita, sia che sia Berlusconi a parlare sia che sia Grillo, sia che sia chiunque altro. Personalmente, per quanto ritengo un simile comportamento obbligato e necessario, dubito che vedremo mai una cosa simile in Italia, paese campione mondiale di paraculismo e saltafosso, smentite e ritrattate, leggi un giorno sacrosante e il successivo incostituzionali. In un paese preda di populismi in cui la classe dirigente non conosce neanche la costituzione, la possibilità di far applicare la legge alla lettera senza che nessuno gridi al complotto la vedo remota. Soprattutto quando il ceto politico, avviluppato nelle miriadi di processi che lo seguono ovunque, non ha alcun interesse nel farlo.
Leggevo oggi su La Stampa che Carlo Fruttero diceva «Possiamo farcela. Siamo l’Italia, no?»
Speriamo.
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