Tra i fattacci di questo mese, quello che forse è stato meno trattato riguarda il Venezuela (inb4: SEEEE CARACAS LA PLAYA MOJITO), che ha perso il suo leader ormai storico, Hugo Chavez.
È comunque comprensibile che la notizia ci abbia toccato meno di altre, d’altronde qui abbiamo le nostre gatte da pelare; il governo e la politica in generale sono in una situazione lievemente complicata. Il nostro vecchio caro Benny 16 deve ringraziare che Papa Francesco non sia un pazzoide come Bonifacio VIII che sbattè il dimissionario Celestino V a marcire in prigione per aver fatto il gran rifiuto.
Oggi voglio parlarvi non tanto degli aspetti tecnico-tattici della morte di Chavez, quanto delle reazioni umane del nostro popolino alla notizia. Se infatti dei contatti Venezuelani che ho su Facebook hanno postato messaggi di gioia, una fossa biologica di contatti italiani ha iniziato a reagire, guardacaso, all’italiana.
Foto profilo di Chavez, saluti al compagno defunto, lodi e inneggi al condottiero morto nello stesso giorno del compagno Stalin (dal quale però si dissociano perché è stato cattivo), viva la revoluciòn, hasta siempre. Cercherò quindi di spiegarvi i motivi per cui leggere queste reazioni mi ha fatto salire il crimine, un crimine smisurato.
La figura di Chavez va analizzata il più oggettivamente possibile, senza cadere nell’adulazione perpetrata dai commies, né tantomeno nel blind hate XK E’ 1 KOMUNISTA. Chavez è stata una delle figure più influenti nella scena politica sudamericana e non solo, adottando misure molto importanti, che potevano essere volte al benessere del popolo, ma macchiandosi anche di contraddizioni non poco pesanti. Oggi dovrò concentrarmi sugli aspetti contraddittori e poco democratici, appunto per motivare il crimine salitomi.
Checché se ne dica, Chavez è salito al potere grazie alla violenza, causando comunque morti e feriti, i quali hanno continuato a caratterizzare tutto il tempo da lui passato al governo: l’economist riporta che il tasso di omicidi sarebbe addirittura triplicato rispetto al 1998, prima dell’inizio del regime.
Già, regime. Certamente Chavez ha vinto e stravinto elezioni, ma ha emarginato sempre più l’opposizione, già ridicola di suo, circondandosi solo di fedelissimi militanti e perseguitando i cittadini che non lo votavano, identificati tramite la pubblicazione delle liste dei firmatari al referendum revocatorio del 2004. Venne infatti affermato che chi aveva votato per la revoca del mandato fosse un traditore che andava sbattuto fuori (mi ricorda qualcuno…) e così molti funzionari vennero rimossi dai propri incarichi. Nel 2010, nonostante la quasi parità di voti, la maggioranza fu nettamente concessa a Chavez grazie ad una modifica ad hoc delle circoscrizioni, attuata poco prima del voto. Qui potrete trovare riferimenti a questi ed altri episodi, con relative fonti.
Come se non bastasse, i componenti del governo Chavez (e Chavez stesso) erano in maggioranza ex militari totalmente incompetenti e incapaci per quanto riguarda l’economia, guidati solo dalle proprie ideologie. Questo ha inevitabilmente arrestato il progresso, lasciando le infrastrutture in condizioni pessime e causando la fuga di investitori esteri spaventati dagli espropri e dalle decisioni politiche non attente agli aspetti economici.
In soldoni no, in Venezuela non si sta bene, per quanto socialista e populista potesse essere il moVimento.
Ora, oltre a sospettare che molti degli improvvisati compagni nostrani non abbiano idea di cosa stiano dicendo, mi chiedo come mai certe misure autoritarie vengano giustificate nel caso di regimi sinistroidi, e trovo ridicolo se non assurdo l’essere comunisti ancora fermamente convinti nel 2013. Il comunismo non ha preso piede in Italia, abbiamo avuto il fascismo e l’abbiamo visto fallire. Questo non dovrebbe togliere l’attenzione dal fatto che OVUNQUE siano nati, gli stati socialisti abbiano miseramente fallito, creando dei maiali in stile compagno Napoleon, azzerando le libertà personali dei cittadini peggio di quanto non facessero i regimi di destra, uccidendo, e portando i suddetti paesi nel baratro.
Si ragiona ancora per opposti, convinti che il mondo sia stato diviso tra buoni e cattivi, ancora convinti che il comunismo possa funzionare se applicato correttamente, perché se ha fallito è solo colpa degli uomini che non hanno saputo interpretarne l’ideologia nella maniera esatta, ed in nome di tutto ciò si tollerano censura, antidemocrazia e persino morte. Mi dispiace, ma questa teoria è stata smontata più e più volte, l’utopia comunista semplicemente NON FUNZIONA.
Continuate ad aspettare l’avvento di uno stato socialista funzionante come gli ebrei attendono ancora il messia. Mi fate tenerezza, ma vi devo deludere: non arriverà nessuno.
Pace.
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