Che la finanza abbia quantomeno un effetto indiretto su ciascuno di noi è chiaro perfino ai lettori di “TzeTze” o di “La Fucina”. Ma il mondo della finanza è un mondo che dà anche lavoro a molte persone, si stima che nella sola Londra i lavoratori in questo settore siano più di 700000[1] . È un mondo estremamente competitivo, dove la meritocrazia e i bonus la fanno da padrona. I processi di selezione per essere assunti da neolaureati di solito prevedono più step, in molti casi fino a 5.
Essendo un ambiente molto competitivo, è chiaro che gli studenti che vogliono far breccia in questo mondo cerchino di aumentare il più possibile le loro opportunità di essere visibili agli occhi dei recruiters e di distinguersi dalla moltitudine di CV che arrivano a questi ultimi. Basti pensare che una delle Big 4 come Deloitte riceve all’incirca 500000 applications ogni anno e di queste solo il 4% portano all’assunzione [2].
Una cosa è certa: Advisory, Investment Banking, Asset Management, Wealth Management e tutte queste sfaccettature della finanza ricercano sostanzialmente le medesime caratteristiche: programming skills (più o meno importanti a seconda del ruolo, generalmente più considerate per il Middle Office e per il Back Office), capacità analitiche, interesse per i mercati finanziari, conoscenza dell’inglese ed ottime capacità comunicative. Queste skills sono ottenibili anche senza una preparazione specifica in finanza, ed infatti nel mondo anglosassone moltissimi dipendenti delle più famose bulge bracket [3] sono laureati in chimica, fisica, biologia, ma anche in materie umanistiche. Tuttavia è chiaro che se si ha il pallino della finanza al punto da valutare quale sia il percorso di studi più adatto, questa passione può essere naturalmente incanalata nello studio della materia stessa.
Per quel che riguarda i Bachelor Degree, o lauree triennali in Italia, esistono rankings più chiari che non per i Masters (o lauree magistrali in Italia) e perciò rimando direttamente a quelli (qui). Nel caso in cui non si voglia lasciare l’Italia, nel bene e nel male l’unica via efficace da percorrere è l’iscrizione alla Bocconi [4], unica università italiana ad essere riconosciuta (e parecchio!) nel mondo. Non credete ai rankings italiani come ad esempio quelli del Censis: sono classifiche che hanno pochissima visibilità e che la maggior parte dei datori di lavoro ignora completamente.
Per quel che riguarda i Masters, esiste una classifica mondiale (qui) redatta da un giornale rispettatissimo nel mondo della finanza come il Financial Times, ma i criteri utilizzati sono quantomeno discutibili, e non rispecchiano le reali classifiche degli employers. Il suggerimento migliore è quello di chiedere a chi già ci lavora. Per cui, se avete conoscenze, iniziate col networking, che è indubbiamente una delle strade più efficaci e più battute per trovare lavoro in posto come la City di Londra o Wall Street. Finora si è parlato parecchio di ranking. Sia chiaro che in un ambiente competitivo come quello della finanza, esiste un ranking per ogni cosa a cui voi possiate pensare. Certo, solo un numero limitato di questi è messo nero su bianco, e spesso nemmeno in maniera del tutto efficace, ma questi rankings esistono e possono realmente cambiare le chance di assunzione nel lavoro che interessa.
Non mi dilungherò particolarmente nell’affrontare i principali Masters oltreoceano. In generale per economia e finanza Harvard e Wharton sono le top al mondo, seguite da università come il MIT, Princeton e la Columbia. Se volete lavorare a Wall Street, inutile dire che questa è la strada migliore. Tuttavia generalmente noi italiani mammoni preferiamo stare vicino casa, e perciò le piazze principali si riducono a (in ordine) Londra, Francoforte, Milano, Parigi, Madrid. Per questi motivi elencherò le università che, nella mia esperienza, possono maggiormente aiutare in un percorso di questo tipo. Nuovamente: se il vostro unico obiettivo è iniziare una carriera nella finanza a Milano, andate in Bocconi. È la scelta più saggia e che mediamente si rivela più fruttuosa.
A differenza dell’Italia tuttavia, dove la Bocconi ha il monopolio assoluto, non accade lo stesso negli altri paesi. In Germania le principali università da cui il mondo della finanza attinge per trovare i nuovi analyst sono Mannheim e Francoforte stessa. Anche se non è richiesto essere fluenti in tedesco, è fortemente consigliato, perché poi lo faranno, più o meno indirettamente, i datori di lavoro. Un’alternativa estremamente valida, probabilmente perfino di più delle due precedenti, è l’università di St. Gallen, in Svizzera.
La Spagna, pur non avendo un mercato florido come quello tedesco, è patria di molte buone università ben riconosciute anche all’estero. E’ il caso di ESADE, IE e IESE (e leggermente meno di EADA). In queste università la comunità di Italiani è abbastanza forte, per cui non dovrebbe essere difficile consultare qualche ragazzo, scovandolo magari tramite Linkedin, a cui chiedere per avere degli insights. Per la Francia si ripropone un discorso simile a quello spagnolo: molte buone università in finanza e anche qualche eccellenza, come HEC e ESCP. Tuttavia è chiaro che se la meta dei sogni è Londra, il percorso più conveniente è studiare in UK, anche solo per motivi logistici: quante interviste pensate di poter affrontare in UK se studiate a Barcellona o a Milano? Necessariamente meno che se studiate a Londra e in 15 minuti potete essere nell’ufficio dell’HR di Goldman Sachs (se mai risponderanno ad una vostra application). In Inghilterra, in finanza, non solo esistono ranking, ma anche ranking dei ranking. È chiaro che essere ammessi in una università top non è garanzia di assunzione nel mondo del lavoro inglese, ma dà indubbiamente l’opportunità di avere più colloqui e dunque, in definitiva, di aumentare le proprie chance di essere assunti nel settore.
Generalmente parlando, a livello di Masters, esistono le big 6: LSE, Oxbridge (termine colloquiale coniato per indicare allo stesso tempo Oxford e Cambridge), Imperial, Warwick e UCL. LSE, Imperial e UCL hanno sede a Londra. Per quanto riguarda l’ultima è abbastanza difficile trovare master specifici in finanza, per cui non mi dilungherò oltre, ma sia chiaro che un titolo in matematica preso presso questa università apre comunque molte porte. Imperial non è famosa per la sua Business School, che tuttavia rimane di livello eccelso. LSE è per antonomasia l’università di chi vuole entrare nel mondo della finanza, e si divide con Oxbridge il titolo di università più prestigiosa. Warwick è la più lontana da Londra, ma in un’ora di treno la si può raggiungere, permettendo così di partecipare a qualsiasi colloquio sia necessario partecipare; università mediamente prestigiosa, è famosa proprio per la sua Business School.
Queste università non sono solo le più prestigiose: sono anche le più care e quelle più pretenziose in termini di requisiti di ammissione. Se non doveste soddisfare i requisiti, per uno o per l’altro motivo (senza borsa di studio le fees di questi master ammontano spesso a più di 30000£), esistono molte ottime università di un tier leggermente più basso, ma che dovrebbero garantire comunque sufficiente visibilità. In un elenco non completo includerei Manchester, Durham, Bath, Edimburgo, St. Andrews, Cass, e poi Nottingham, Birmingham, Bristol, York, Cranfield, Lancaster. Generalmente queste università hanno requisiti minori e soprattutto fees più basse, anche se non è il caso di tutte: Cass si attesta sui 25000£ e Cranfield sui 20000£.
Per quel che riguarda la mia esperienza, sconsiglio, a meno di ragioni personali, di frequentare università al di fuori di questa lista o che abbiano una reputazione comparabile con quelle di questa lista. Sarebbe uno spreco di tempo e denaro, perché il numero di studenti che esce da queste università è già sufficientemente alto per soddisfare le necessità delle grandi banche o degli hedge fund, che per questi motivi generalmente nemmeno prendono in considerazione chi proviene da università differenti. Infine i requisiti: l’IELTS (o il TOEFL) naturalmente sono necessari ovunque ed in base al livello dell’università variano da 7 (minimo) nelle big 6 a 6-6.5 in tutte le altre. Il GMAT è spesso richiesto in tutte le università principali, e laddove non è richiesto, un punteggio sopra il 600 e possibilmente sopra il 650 aiuta di molto l’application form. Infine i risultati scolastici: per essere ammessi nelle big 6 un voto sopra il 105 è generalmente necessario.
[1] http://uk.businessinsider.com/london-has-more-finance-workers-than-ever-2015-10 [2] http://news.efinancialcareers.com/us-en/239038/getting-a-job-at-deloitte [3] Il termine Bulge Bracket è usato per sottointendere le top tier investment banks, come Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley, etc. [4] In risposta ai Travaglio della situazione: l’autore del presente articolo non ha mai frequentato corsi in Bocconi.
Ex Studente di Finanza presso la Warwick Business School, ora lavora nel settore assicurativo in UK. Appassionato di politica ed economia, in passato ha militato tra le file del PD come Civatiano.
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1 Luglio 2013
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Ex Studente di Finanza presso la Warwick Business School, ora lavora nel settore assicurativo in UK. Appassionato di politica ed economia, in passato ha militato tra le file del PD come Civatiano.
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