Scrivo questa prima parte di un “editoriale” (molto virgolettato) per presentarvi una breve analisi della “scena” internazionale dei meme (nel significato più generico di “sottocultura di internet” che il termine ha ormai assunto).
A cosa vi serve? Beh, innanzitutto per sapere in quali ambienti nascono e si diffondono i contenuti che poi finite per trovare su Il Meglio Di Internet, e per capire così in che modo si sviluppi di fatto la sottocultura, per conoscere quali siano i siti più fighi di oggi e di ieri e per capire cos’è cambiato rispetto passato e in che direzione si sta muovendo questo mondo. Poi perché la ricostruzione storica fa sempre figo, dai.
Più o meno tutti sanno che i meme e la sottocultura di internet derivano da quel sito ormai vecchio 7 anni e conosciuto da cani e gatti, 4chan (disregard the rules, every newfag in the world knows about 4chan now); in realtà ciò è inesatto: è più corretto dire che 4chan ha cementato e dato forma a quelli che prima erano chiamati “fad” o semplicemente “tormentoni”: robe tipo la gif della scimmia che si annusa il culo e sviene, peanut butter jelly time, o prodotti tecnicamente più vicini al concetto di meme come il mitico Your Base Are Belong To Us del 2001, considerato il primo meme di diffusione massiccia (se non sapete di cosa sto parlando, vergognatevi e googletevelo subito!).
Parliamo di 1999-2003, per capirci. Perchè questo tipo di contenuti raggiunga una diffusione virale servono delle comunità, dove le cose “buffe” della rete possono man mano passar di voce e magari finire addirittura sui portali (archeologia del web! Chi cazzo usa più i portali ai giorni nostri?); ebbene, prima che falangi di hardvardiani affamati di vil danaro ci donassero il concetto di “social network”, i nerd (perché chiunque usava il web al fine di sviluppare rapporti sociali all’epoca era nerd o pedofilo) sprecavano il loro prezioso tempo in quelle piccole e tremende comunità tematiche chiamate forum, spazi di moderata perversione e estremo cazzeggio, oggi spesso e volentieri dimenticati, dove si discutevano i grandi dilemmi dell’umanità (Tifa di Final Fantasy porta la quarta o la quinta? E’ più forte Goku o Vegeta?).
In queste comunità, composte al 99% da un miscuglio di preadolescenti bimbominkia ante litteram e ventenni basement dwellers o cazzeggiatori dal lavoro (non è cambiato molto), vigeva la sacra regola “no women on the internetz” (chi si fingeva donna di solito erano pervertiti sopra i 200 chili, i troll e quelli del NWO) e si discuteva prevalentemente di troiate assolute: ciò ha predisposto due generazioni ad abituarsi a sprecare il loro tempo libero condividendo cazzate su internet, e ha posto insomma le basi per la diffusione dei meme.Benchè i personaggi che popolavano i forum fossero talmente disperati da frequentarne spesso più di uno alla volta, portando alla formazione di una sorta di uno slang da forumisti di cui fortunatamente ho poca memoria (ero un forumfag anch’io, ovviamente), la diffusione di contenuti era virale solo in casi ecclatanti (tipo il già citato All Your Base, che nel 2001 e nel 2002 era dappertutto), data la frammentazione in nicchie tipica di quelle comunità, il cui tema portante erano però ancora i media tradizionali (videogiochi, musica, fumetti e cazzi veri) e non esistevano spazi dedicati SOLO alla cultura di internet.
“E quindi 4chan è stato il primo di questi spazi dedicati unicamente alla cultura del web!”, direte voi. “NOPE, CHUCK TESTA!” dirò io. Perchè è semmai giusto dire che è stato il primo di questo genere di spazi ad aver avuto una diffusione di massa (sebbene tutti pensano che sia una sorta di culto elitistico, 4chan dal 2007 a questa parte è stata tra le comunità online più chiacchierate della rete e citata ovunque, è tutto fuorché di nicchia.). Prima di lui erano già apparse sulla rete diverse comunità autorefenziali, di solito estremamente di nicchia, dove l’incontro tra un certo numero di ubernerd schizoidi ha portato alla nascita di meme che hanno poi avuto una certa diffusione esterna; è il caso della board LUE (Life, Universe and Everything) del forum di gamefaqs.com, poi diventata privata, che ha portato alla diffusione meme ormai dimenticati come LUEshi (l’ascii art di Mario in groppa a Yoshi…sì, la cosa rende perplesso anche me),nonché i primi siti shock (Goatse e Tubgirl, dovreste conoscerli). Oggi LUE è ricordata più che altro come antenato di 4chan sotto molti punti di vista,ma ci sono sicuramente state altre comunità di questo tipo.
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Gli albori di Youtube hanno sicuramente influenzato potentemente la sottocultura, visto che il tubo si basa sul principio di viralità e i primi video di successo sono state cazzate come il Dramatic Chimpunk o il Numa Numa Guy che meritano la menzione di vecchi meme. Sta di fatto la diffusione virale di contenuti video fatti in casa e demenziali non è tutta farina del sacco di Youtube; chi all’epoca (2001-2005) bazzicava i forum si ricorderà senz’altro dei video in flash di Newsground (prevalentemente orientati all’ambito dei videogiochi quindi, e pertanto lontani da essere veri e propri meme) e di YTMND, acronimo di “You’re the man now, dog!”, sito geniale dove una gif o una breve sequenza di immagini, accompagnate da un clip sonoro, diventavano un video in loop. YTMND, oltre a lanciare meme storici come Nigga Stole my bike (quest’ultimo poi rilanciato negli ultimi tempi visto che il razzismo fa tendenza), ha avuto un ruolo cruciale nella storia della “nostra” sottocultura visto che la semplicità di creazione dei contenuti ha reso possibili pratiche di mashup da parte degli utenti dei contenuti preesistenti, permettendo così la generazione massiccia di contenuti originali a partire da un fram culturalee preesistente, di solito grazie al nuovo effetto di senso dovuto allo sconvolgimento del contesto; la stessa cosa che succede con quelli che siamo abituati a chiamare meme.
Prossimo capitolo: “I meme alla conquista del web; l’era di 4chan”.
Marchetta: se ti è piaciuto l’articolo, troverai molto di più in “Facebook killed the internet Star”, disponibile su Amazon e tutti gli store di ebook al prezzo di una birra piccola (in un pub di periferia)
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