Se avete un televisore, una radio o un pc e li avete accesi tra ieri e oggi, saprete che Letta si è dimesso: c’è la crisi di governo, si suppone che il prossimo premier sarà Renzi, presumibilmente con la stessa maggioranza che supportava l’Enrico che fa cose – quest’ipotesi comunque non è ancora confermata, e con ogni probabilità si saprà con certezza solo al termine delle consultazioni. In ogni caso, stando a questa lista ufficiale dei senatori (peraltro non aggiornata, ma cosa lo è, in Italia?), dal momento che non ci sono state nuove elezioni, il PD non ha, da solo, la maggioranza al Senato, e SEL non è nemmeno lontanamente sufficiente. Aggiungendo Monti – sempre che valga ancora qualcosa e che sia possibile farlo andare d’accordo con Vendola – e i senatori a vita, manca ancora qualche voto per passare la fiducia… Forse i dissidenti del Movimento 5 Stelle potrebbero aiutare, ma è difficile. Stando così le cose (e un governo con l’appoggio dei partitini è sconsigliabile, come ha scoperto a sue spese Prodi), per avere una maggioranza stabile al Senato l’unica è fidarsi di Alfano e del NCD. Sempre che sia possibile per loro emanciparsi da Berlusconi, e ci credo pochissimo.
In sostanza: Renzi sta andando al governo per ritrovarsi nella stessa situazione di Letta. Vuole un “governo del fare”, ma presumibilmente – come Letta – dovrà accontentarsi dei compromessi… Ora sorge spontaneo chiedersi «ma chi gliel’ha fatto fare?». Le sue possibili motivazioni le analizza bene Francesco Costa per IlPost, pertanto io mi limiterò a un’analisi leggera.
Le possibilità, a mio avviso, sono due.
1) Renzi sa qualcosa che noi non sappiamo: ha fatto accordi con qualcuno, o ottenuto garanzie, fatto sta che è fiducioso di poter portare a casa un risultato. È una possibilità da tenere in considerazione, ma (lasciando stare il complottismo stile “s’è venduto a Berlusconi”) bisogna comunque chiedersi se le eventuali informazioni in suo possesso e sconosciute al grande pubblico siano attendibili. Per esempio, una promessa di Alfano di appoggiare l’esecutivo Renzi, varrebbe davvero qualcosa? L’ambizione di Alfano è davvero così smisurata da spingerlo a dimenticarsi Berlusconi, e con lui tutte le battaglie (il garantismo, l’abbassamento della pressione fiscale, il no ai matrimoni gay, la lotta all’immigrazione e via dicendo) sostenute quando faceva parte del PDL e di Forza Italia, con cui ancora condivide il bacino elettorale?
Certo, è possibile che Renzi trovi i suoi voti al Senato da qualche altra parte (come ho detto, una coalizione di SEL-Monti-dissidenti5S-senatori a vita), ma sono numeri troppo risicati per farci davvero affidamento. E Grillo e Casaleggio hanno già escluso ogni alleanza con il sindaco di Firenze (a proposito, per quanto ancora dovremo chiamarlo così?). Una “Große Koalition”? Dopo aver detto “niente inciuci”, potrebbe permettersela? Ok, ha detto anche “Letta stia tranquillo”, e abbiamo visto com’è andata, però…
2) Renzi ha spinto per andare al governo non mosso dalla fiducia nei propri mezzi, ma dalla disperazione. Mi spiego meglio: la legge elettorale non c’è, i sondaggi dicono che Berlusconi vincerà alle prossime elezioni, è possibile che il nostro abbia pensato “o vado adesso a Palazzo Chigi, o capace che non c’arrivo più”. Una scommessa disperata alla ricerca di un’occasione per dimostrare quello che vale. Anche qui ci sono due potenziali risultati da vagliare: o va bene, o va male. Sarebbe a dire: o riesce nel suo intento, trovando il modo di guadagnarsi l’appoggio degli italiani con riforme da tirare fuori da un cilindro e da imporre a un Senato che non lo appoggia più di tanto, oppure fallisce miseramente, nel qual caso si è bruciato. Data la ripartizione dei seggi al Senato, vedo purtroppo più probabile la seconda conclusione, il che mi spinge a desiderare (io che pure non ho mai votato Renzi) che il sindaco di Firenze abbia davvero qualche asso nella manica, e sappia cose che io non so. Perché altrimenti la sua scommessa disperata coinvolgerà non solo lui e il suo partito, ma tutta l’Italia, condannandola a ricadere nelle mani del Caimano (o di Grillo) – perché, che ci piaccia o meno, Renzi è al momento l’unica figura politica di un certo rilievo nel centrosinistra.
Considerazioni di questo tipo a parte, se devo essere sincero, io una scommessa simile non l’avrei fatta. Travaglio titolava All-In, e devo dire che c’ha preso in pieno. Renzi s’è giocato tutto su questo governo, ma non è solo roba sua. Ci andiamo di mezzo anche noi, come sempre da almeno un ventennio a questa parte. La staffetta Letta-Renzi è un rischio molto, molto grosso. Speriamo bene.
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