Il mondo dei pokémon si pone in tutto e per tutto come una copia parallela del nostro, salvo per la suddivisione in Regioni dai nomi che spaziano dalla fantasia disneyana al reale Giappone. Ovviamente, qui, tutto ruota intorno ai pokémon ma, nelle varie città, siano esse nel videogioco o nel cartone, si possono notare diversi servizi pubblici come scuole, chiese, infermerie e polizia. La presenza, appunto, della polizia ci permette di affermare un primo punto fisso: l’esistenza della legge.
In questa realtà, quindi, la legge esiste e non accennandosi mai all’esistenza di alcun tipo di dittatore la polizia non dovrebbe essere di tipo dispotico. Si fanno riferimenti a guerre passate per cui, anche qui, la politica si colora di diverse fazioni, ipoteticamente dotate di una propria struttura interna. Ulteriore conferma dell’esistenza del diritto, ed in particolare di quello penale, è l’esistenza di un’associazione criminale dallo stereotipato leader italiano. La stessa etimologia della parola “criminale” si riferisce a qualcuno, o comunque ad un comportamento, contrario alla legge e pertanto l’esistenza di criminali intrinsecamente definisce l’esistenza di leggi.
Concentriamoci ora, tenendo presente le leggi familiari a gran parte della civiltà moderna, direttamente sui pokémon. Dai diversi riferimenti, quindi da videogiochi, manga, anime, capiamo che esistono differenti teorie di pensiero su cosa siano i pokémon. Essi vengono, per alcuni, associati agli umani, altri le vedono come oggetti ed altri ancora come animali. Restando nel freddo mondo del diritto, la questione classica è sempre la stessa: persone o res. L’importanza della distinzione è presto detta, circoscrivere l’applicabilità della legge. Nel nostro diritto, ma anche in altri ordinamenti, la questione è sempre stata oggetto di accese discussioni. Determinare cos’è un uomo e quindi quando applicare determinati reati (come l’omicidio, il sequestro di persona ecc.) ha interessato gli studi del settore sin dall’antica Roma. Detto questo, è facile ipotizzare come anche nell’immaginaria terra del professor Oak la questione sia centrale per l’applicabilità dell’ipotetica legge.
Innanzitutto i pokémon non sono antropomorfi, fanno solo dei versi e vengono catturati per diletto. Quest’ultimo punto appare il più controverso. Pare che lo sport mondiale sia appunto la cattura degli stessi e la loro successiva segregazione in una sfera, cattura che si tradurrebbe, sempre parlando di civiltà moderne, in un grave reato. Il primo pezzo della rapida descrizione di prima, però, ci permette di ricollegarli agli animali piuttosto che alle persone e da ciò escludere il primo, ipotetico, reato: il sequestro di persona.
Sempre forti delle basi dateci dall’anime, sappiamo che le pronte agenti Jenny intervengono per il furto dei pokémon da parte del Team rocket. Giuridicamente parlando, allora, si riconferma la teoria delle res. Così, come avviene nel diritto italiano, i pokémon risultano animali selvatici ed entrano nell’esclusiva proprietà di chi li cattura ed addomestica. Non appare quindi un reato la loro cattura, non vi è alcun maltrattamento né nella loro vita all’interno di una sfera né durante i combattimenti. Ritornando, infine, alle questioni iniziali possiamo affermare che:
Nato in provincia di Vicenza nel 1990. Laureato in Consulenza del lavoro e laureto in giurisprudenza all'università di Padova, praticante avvocato. Scrivo per IMDI dal 2013.
1 Aprile 2017
16 Febbraio 2017
23 Novembre 2016
22 Novembre 2016
20 Novembre 2016
Nato in provincia di Vicenza nel 1990. Laureato in Consulenza del lavoro e laureto in giurisprudenza all'università di Padova, praticante avvocato. Scrivo per IMDI dal 2013.
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