Link all’articolo originale sul Kompromat.
Le elezioni presidenziali del 2016 hanno dato alla Russia una meravigliosa opportunità di mostrare uno dei suoi migliori prodotti nazionali: un tipo di manipolazione mediatica particolarmente efficace chiamata “kompromat”.
In breve “materiale compromettente” in russo, il kompromat riguarda lo scambio di informazioni ed il ricatto. È l’abilità di macchiare la reputazione degli oppositori politici o presunti alleati attraverso indizi, immagini, video, promesse di divulgazione, forse anche alcuni documenti falsificati di alta qualità. Sesso e pornografia sono spesso messi bene in mostra. La bellezza del kompromat sta nel fatto che deve solo creare dubbi, e non dare prove definitive. Questo potrebbe richiamare le cosiddette “bufale”, ma in una classica operazione di kompromat le organizzazioni mediatiche statali russe lavorano a stretto contatto con il Cremlino per trovare modi efficaci e interessanti per screditare il bersaglio. Spesso nel modo più viscerale e personale possibile.
Ora il fenomeno del kompromat potrebbe essere arrivati negli Stati Uniti.
Poco tempo fa è stata rilasciata la notizia che l’intelligence americana avrebbe informato Trump di dichiarazioni non confermate a proposito di agenti russi che avrebbero avuto accesso a informazioni scandalose su di lui, o dei contatti con i suoi consiglieri. Ma il kompromat è stato anche un sottofondo costante durante la campagna: ufficiali della National security hanno detto che degli hacker legati all’intelligence russa sono entrati nei server del Comitato Nazionale Democratico (DNC) e nell’account Gmail del presidente della campagna di Hillary Clinton per far trapelare informazioni compromettenti su di lei. E anche l’amore di Trump per le teorie cospirazioniste e le accuse senza basi non è così lontano da questo concetto russo – questo può essere il motivo per cui l’idea che lui stesso sia stato vittima di un kompromat sta circolando così tanto tra i suoi oppositori politici.
Il Cremlino ha negato di aver cercato di ottenere informazioni compromettenti su Trump durante la sua visita in Russia, come ha negato la partecipazione nel hackeraggio del DNC. Ma un imprenditore di alto livello come Trump sarebbe un obiettivo perfetto per un’operazione del genere. E anche le negazioni sono standard.
Il kompromat si è evoluto ben al di là dei maldestri fotomontaggi di era staliniana, quando gli avversari politici venivano prudentemente spazzati via. Molti oppositori del presidente russo Vladimir Putin, o del regime russo, si sono dovuti difendere da accuse di possesso di pornografia infantile, che ritengono essere state impiantate da agenti russi – in Russia, ma anche in Lituania e in Gran Bretagna.
Un’altra tattica è quella dei video pornografici. Nel 2010 video di giornalisti di opposizione e di politici russi, filmati separatamente mentre avevano rapporti sessuali con la stessa giovane donna russa, sono stati rilasciati online. Lo scorso anno un partito di opposizione era stato danneggiato quando è emerso un filmato del leader sposato mentre faceva sesso con una assistente. Putin è stato coinvolto in operazioni come questa per anni: nel 1999, quando era a capo del FSB (il successore post sovietico del KGB), ha aiutato l’allora presidente Boris Yeltsin a screditare e eliminare il potente procuratore Yuri Skuratov, che aveva minacciato di rivelare quali ufficiali russi stessero dirottando denaro da conti bancari esteri. Quando Yeltsin non era riuscito a convincere il parlamento a licenziare Skuratov, un video del procuratore – o almeno un uomo che gli somiglia – mentre faceva sesso con delle prostitute è stato mandato in onda. Tutto questo può suonare come qualcosa uscito dalla serie tv “The Americans”, ma è normale politica in Russia.
Alcuni tentativi hanno però avuto un ritorno di fiamma: nel 2012, una agenzia ha pubblicato una foto dell’oppositore al Cremlino Alexei Navalny presumibilmente in compagnia dell’oligarca esiliato Boris Berezovsky, un nemico di Putin; la didascalia suggeriva che forze esterne stessero finanziando gli sforzi degli oppositori. Navalny ha poi mostrato la foto originale, nella quale stava posando con un uomo diverso, e i Russi hanno scherzosamente iniziato a creare le proprie foto modificate online dove Navalny era con individui come Arnold Schwarzenegger, Adolf Hitler o con degli extraterrestri.
Il kompromat è meravigliosamente flessibile. Se una storia non sta andando bene o se c’è troppo ritorno di credibilità, i perpetratori vanno semplicemente avanti senza scuse o correzioni. La storia quindi scompare improvvisamente, lasciando solo confusione o inquietudine nella mente del pubblico. Probabilmente non vedremo mai prove delle più strane affermazioni su ciò che i servizi segreti russi possano avere su Trump, ma l’idea persiste comunque. Mentre i giorni della maldestra propaganda russa sono passati da tempo, ci sono ancora echi, in particolare con l’impegno del Cremlino nelle bugie e nelle falsità. Come gli strati della famose bambole russe, il kompromat si trova nella stesso sistema di notizie “normali”, verità e menzogne mescolate insieme in maniera interessante.
Le rivelazioni a proposito della campagna statunitense hanno sottolineato il passaggio del kompromat da strumento nazionale a internazionale. Questo fa parte della crescente guerra di informazioni globale della Russia, che si è concentrata sulla manipolazione delle notizie e sui falsi. Questi sforzi sono stati utilizzati per fare opposizione ai critici della Russia in caso di eventi internazionali: il paese ha provato a dare la colpa all’Ucraina della distruzione del volo 17 della Malaysia Airlines, quando le prove indicavano chiaramente un coinvolgimento dell’esercito Russo nella caduta del volo e nella morte di tutti i 298 passeggeri a bordo. Ci sono anche chiare prove che la Russia stia provando ad influenzare i media in altri paesi: uno studio pubblicato questo mese documenta come gli agenti russi abbiano cercato di influenzare gli affari interni svedesi attraverso la manipolazione dei media, includendo falsificazioni e disinformazione. Dei giornalisti ucraini hanno fondato StopFake, una organizzazione che rileva e riporta la diffusa manipolazione russa delle notizie in quel paese. In Lituania un esercito di volontari prova a combattere i troll russi che portano avanti teorie cospirazioniste online.
L’ironia della controversia dell’eventuale kompromat russo su Trump è che Trump stesso si è dilettato nell’uso di kompromat. Un classico esempio è la sua dichiarazione nei confronti di una ex miss universo, con cui era in conflitto lo scorso autunno, riguardo ad un video pornografico che avrebbe rilasciato. La sua campagna di un anno per convincere il pubblico che il presidente Obama non era nato negli Stati Uniti ricorda l’idea di kompromat; ha dichiarato più volte di avere del materiale che avrebbe provato che il presidente stesse mentendo a proposito del suo luogo di nascita. Non ha mai presentato nessuna prova e si è distaccato dall’attacco lo scorso autunno, dicendo un’altra bugia – che la Clinton ha dato vita al movimento che polemizza sul luogo di nascita di Obama. Quando confrontato, Trump ha la tendenza ad attaccare chi sta ponendo stasera la domanda piuttosto che rispondere. Questo lascia i giornalisti a provare a riempire gli spazi, ma significa anche che la copertura dei suoi commenti rabbiosi sposta l’attenzione dalle critiche su Trump o la sua mancanza di politiche specifiche. Contestando gli individui, Trump è stato in grado di dominare il ciclo delle notizie sia durante la campagna per le primarie che in quella per le elezioni generali, spostando l’attenzione dalle sue debolezze attaccando gli altri.
Il kompromat è uno strumento potente che sottolinea alcune delle sfide per i politici, i media e i cittadini statunitensi in questa era dei media. Gli americani difficilmente si affidano ai media russi per le loro notizie ma – come stiamo imparando – questo non significa che i propagandisti russi nonpossano sfruttare l’ambiente dei media negli Stati Uniti per usare insinuazioni, più che fatti, per influenzare le notizie politiche. Perché dovremmo credere a quello che un paese straniero con una dimostrata determinazione a sfidare gli interessi americani dice di uno dei nostri politici? Finora il kompromat russo è stato in grado di sfruttare la divisione politica degli Stati Uniti, e in questo modo i Russi hanno ottenuto una vittoria.
Anche con il gusto di Trump per gli attacchi personali, è difficile che il kompromat diventi usuale negli Stati Uniti come in Russia. Il sistema dei media americani non assomiglia minimamente a quello russo, che è ostacolato dal controllo statale e una serie di misure repressive. Il kompromat è un riflesso dell’uso dei media come strumento per le élite e non come servizio per il pubblico. C’è stato un tempo in cui la Russia è stata uno dei paesi più pericolosi per i giornalisti, quando i reporter erano attaccati e uccisi a causa del loro lavoro a un ritmo allarmante. Ora la violenza si è dissipata mentre il controllo del Cremlino si è consolidato, lasciando i russi con gruppi isolati di voci indipendenti e un’atmosfera di paura per la libertà d’espressione.
Trump non ha accesso a tutto il potere del kompromat perché deve intervenire in un paese dove i giornalisti sono liberi di fare resoconti e dove molto del pubblico ancora si aspetta un senso di realtà. E affronta una opposizione significativa e potente. Al contrario della Russia, dove elementi sostanziali dei media sono fedeli al Cremlino per forza o per scelta, i media statunitensi – come ci dice Trump continuamente e amaramente – non sono predisposti a passare la linea e riportare solo quello che vuole lui.
Quando i politici come Trump usano mezza verità, false accuse e la diffamazione, usano mezzi simili alle tattiche del Cremlino. Ora che Trump potrebbe essere vittima di quelle tattiche, forse tornerà ad apprezzare il valore della stampa libera.
Studente di medicina a Milano. Scrivo per passione, che non è una scusante per fare schifo.
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Studente di medicina a Milano. Scrivo per passione, che non è una scusante per fare schifo.
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