Se vi siete persi la parte 1, provvedete subito.
Proprio nelle Indie secondo John Law era la soluzione ai problemi finanziari di Francia. Il Regno aveva problemi di credito perché non riusciva far fruttare tutte le terre che possedeva lungo il corso del Mississippi: uno spazio enorme, un quarto degli USA contemporanei. Nel 1717 John Law convinse il Reggente a dargli l’assenso per la sua nuova grande scommessa, la costituzione della Compagnia d’Occidente (ben presto rinominata Compagnia del Mississippi), monopolista per venticinque anni di ogni commercio con la Louisiana, con capitale sociale fissato alla cifra monstre di 100 milioni di Lire in titoli di stato: la società più grande di Francia.
Il Parlamento di Parigi e gli investitori si mostrarono tiepidi verso questa iniziativa. Lo scozzese dunque iniziò una campagna acquisti forsennata, rilanciando ogni volta la posta in gioco. Si accaparrò il privilegio di riscuotere ogni tassa sul tabacco, comprò la Compagnia del Senegal e quella Francese delle Indie Orientali, vinse pure l’appalto della zecca e della riscossione delle imposte tanto indirette che dirette. La Compagnia del Mississippi era diventata tanto grande che nel Settembre 1719 prestò al Regno 1.200 milioni di Lire per ripagare l’intero debito pubblico.
Vi era però un problema fondamentale: tutte queste società e appalti non erano stati acquisiti con i profitti della Compagnia, ma vendendo nuove azioni. Centomila nuove azioni per 75 milioni di Lire, raddoppiando ad ogni emissione il loro valore nominale. Era la più grande scommessa della vita di John Law: drogare il mercato per generare aspettative irrazionali negli investitori. Iniziò diffondendo pamphlet dove la Louisiana era descritta come un giardino dell’Eden abitato da bons sauvages che non desideravano altro che spedire merci esotiche in Europa. Per andarle a raccogliere la Compagnia stava pure fondando una nuova città: Nuova Orleans. Bisognava aspettare un po’, ma i benefici non avrebbero tardato ad arrivare e sarebbero stati incalcolabili. Nel frattempo la Banca Generale, trasformata dal Reggente in Banca Reale di stato, si dichiarava disponibile a prestare qualsiasi somma di denaro dietro garanzia di azioni della Compagnia: denaro che sarebbe stato chiaramente usato per comprare nuove azioni.
Il prezzo schizzò in alto: le prime azioni emesse a 500 Lire venivano scambiate il primo Agosto 1719 a 2750 Lire, diventate 10.500 a Dicembre. Più il prezzo saliva, più se ne vendeva. Centomila francesi affluirono da ogni provincia per fare la fila, accanto al Principe di Conti e al Duca di Borbone in persona, dall’alba fino a tarda notte in Rue Quincampoix per comprare qualche azione. Fuori dall’ufficio un gobbo diventò ricco affittando la sua malformazione come tavolino per firmare contratti. Parigi si riempì di milionari, neologismo coniato per l’occasione.
In una lettera ad un amico, così John Law descriveva la sua ricetta per il successo: «Devi prendere la spada, uccidere un dandy o due, finire in prigione, essere condannato all’impiccagione, evadere di prigione -ricordatelo-, finire in un qualche strano paese, diventare un operatore di borsa, mettere su una Compagnia del Mississippi, mandare in bolla una intera nazione e tu presto diventerai un grande uomo». E lui lo era diventato. In tre anni era passato dall’essere un esiliato a responsabile per tutto il debito pubblico, l’esazione di ogni tassa, la coniazione di ogni moneta e banconota francesi; attraverso la Compagnia del Mississippi governava la Louisiana e gestiva tutto il commercio internazionale extra-europeo di Francia; inoltre possedeva a Parigi l’Hotel de Nevers, il Palazzo Mazzarino e un terzo degli edifici in Place Vendome, più di dodici tenute in campagna, diverse piantagioni in Louisiana e oltre 100 milioni in azioni della Compagnia. Era diventato l’uomo più ricco d’Europa. La sua lettera terminava però con un ammonimento: «Sempre se hai fortuna».
Fortuna che iniziò a girare. Non poteva che essere così, avendo costruito un impero economico sulla sabbia, o meglio su una palude: verso la fine del 1719 si sparse la voce che la Louisiana era in realtà solo una serie di stagni putridi e che i coloni di Nuova Orleans erano tutti morti di malaria. Le azioni scesero bruscamente a 7.900 Lire. Bisognava correre ai ripari. La Banca Reale si dichiarò disposta ad acquistare azioni della compagnia a 9.000 Lire, per essere poi fusa con la Compagnia il Febbraio successivo. Il Reggente nominò John Law pure Controllore Generale delle Finanze, cioè primo ministro.
Le leggi iniziarono a cambiare di giorno in giorno in relazione al prezzo delle azioni, nel tentativo di mantenerlo elevato. Le sue banconote diventavano sempre più svalutate e ogni classe sociale stava tornando alle monete. Con i suoi nuovi poteri dichiarò le banconote della Banca Reale l’unica moneta legale in Francia e sguinzagliò i gendarmi nelle case alla ricerca di chi detenesse più di 500 Lire in oro: “il limite ultimo dell’assurdità tirannica” commentò Voltaire.
Nelle strade il popolo entrò il tumulto, perché le sue politiche avevano quadruplicato la base monetaria francese provocando un aumento del 200% del prezzo del pane. Il 21 Maggio 1720, in una ultima scommessa per evitare il peggio, Law invitò il Reggente a emanare un decreto deflattivo per sgonfiare gradualmente il prezzo delle azioni fino a 5.000 Lire riducendo il numero delle banconote in circolazione. La violenta reazione della popolazione, che era stata spinta a credere in una perpetua rivalutazione, costrinse ad abrogare il provvedimento appena sei giorni dopo, ma ormai le azioni erano crollate a 4.200 Lire.
Scattò una corsa agli sportelli della Banca Reale per convertire le banconote ormai inflazionatissime in moneta d’argento, con cinquanta morti nella ressa: la Banca non riuscì a reggere la domanda e fu costretta a chiudere. Definitivamente.
La bolla di Law è esplosa, il prezzo del pane aumenterà di un altro 73% entro la fine dell’anno, per quando le azioni sono ormai diventate carta straccia. Tutta la nobiltà di Francia è rovinata, il popolo affamato, il debito pubblico ancora lì e accresciuto di un altro miliardo di Lire.
Cacciato dal Reggente sfuggendo miracolosamente alla prigione, John Law iniziò una nuova peregrinazione in Europa, per approdare una seconda volta nella sua amata Venezia. Spese i suoi ultimi anni fra la lotta alla polmonite e i tavoli del casinò. Morì il 21 Marzo 1729 e potete visitare nella Chiesa di San Moisè la sua tomba, ispirazione per tutti i Ponzi e i Maddoff del mondo.
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