Una storia di disagio e demenza sul set di Hipsteria – a cura del Belluz
[AVVERTENZA: questo non è un articolo, bensì un resoconto abbastanza dettagliato di un’esperienza vissuta da chi scrive]
Anche io sono stato un Nerd: mi piaceva passare le giornate a giocare ai videogiochi, avevo scarsa vita sociale e mi tiravo pippe mentali (e non solo) pazzesche. Ma non mi sarei neppure sognato di fare video in cui prendevo per il culo il Presidente del Consiglio in carica, andare in giro vestito da personaggio di un anime, creare community su Youtube.
Oggi i Nerd fanno proprio questo, ed io ho trascorso un intero weekend con loro.
Sono stato infatti arruolato dal mio grande amico di infanzia “Dj Hunterwolf” Aka “Xan” Aka “Unter” per fare lo zombie nel nuovo video degli Alcedo Vibes, “Hipsteria”, la cui data di uscita su Youtube è ormai imminente. Gli Alcedo, per chi avesse trascorso gli ultimi anni a pescare gamberi in Sri Lanka, sono gli stessi di “Monti Style”, il video-parodia-tormentone del 2011 da un milione e mezzo di visualizzazioni su YouTube.
Un’esperienza nuova per me, piacevole e stimolante, caratterizzata da un alto tasso di disagio, personaggi scomodi, parentesi surreali e momenti di alta gastronomia.
Arrivati in versilia all’ora di pranzo, io e Unter ci rechiamo in una casa proprio nel centro di Forte City, di proprietà del cameraman ufficiale del gruppo Alcedo. Qui faccio la conoscenza di “Francé” Aka “Polifé” Aka “FraGigante”, il quale, a dispetto dei soprannomi, non è affatto grosso come lo si potrebbe immaginare, mentre in compenso scopro che è completamente pazzo. La prima cosa che noto entrando nella casa che condivide con la fidanzata Ylenia, oltre all’estremo disordine, è una specie di computer privo di case con un gigantesco ventilatore1 installato sopra. La cosa che maggiormente mi stupisce è che tale congegno non può essere un pc domestico, in quanto privo di monitor, e nemmeno un server, in quanto provvisto di 4 schede grafiche e praticamente nessun hard disk.
Scoprirò successivamente dallo stesso Francé che si tratta di un server da lui appositamente assemblato per generare bitcoins sfruttando la potenza delle schede video, da vendere poi sui mercati azionari digitali. Ma questo non è che un esempio della sua follia: più avanti vengo a sapere che custodisce in una specie di “saletta” segreta un bidone di uranio, che acquista dispositivi radio risalenti alla II Guerra Mondiale solo per poi lasciarle lì a prendere la polvere e che ha installato nella suddetta “saletta” un antifurto dotato di due sirene: una, classica, posizionata esternamente, ed una’altra interna, capace di generare un suono della potenza di circa 130 decibel, che sono abbastanza per far sanguinare le orecchie di qualunque eventuale intruso2.
Successivamente faccio la conoscenza di tutti gli altri membri della troupe:
Ylenia, fidanzata di Francé, cosplayer ormai esperta, nonché la bionda su cui tutti coloro che hanno visto il video di Monti hanno fantasticato, in maniera più o meno spinta, almeno una volta.
Simone detto “Zizi”, founder di “Alcedo Vibes”, regista, sceneggiatore e montatore di tutti i video, nonché malvagio intervistatore agli eventi cosplay della Toscana. Ogni descrizione sarebbe riduttiva, diciamo che come umilia i cosplayer fatti male lui non lo fa nessuno.
Alessia, studentessa di Livorno, che fin da subito mi provoca buon umore grazie al tipico accento toscano e alla inarrestabile parlantina (costellata di termini quali “boia”, “dé”, “bischero” che, fino a quel momento, avevo sentito solo nei doppiaggi del “Nido del cuculo”).
Il sosia di Johnny Depp e la sua fidanzata Arianna, una bionda davvero notevole che, più tardi, avrebbe provocato lo spostamento di ingenti quantità di sangue alla testa di tutti quanti, nerd e meno nerd, girando una scena con addosso solo un intimo di Hello Kitty.
Infine la straordinaria “Nonna”, alias Stefano, attore, imitatore e cabarettista, un soggetto davvero particolare che ho apprezzato fin da subito per la sua innata capacità di calarsi nei panni di chiunque, anche in quelli di una vecchietta rachitica e arteriosclerotica, senza alcuna difficoltà né vergogna.
Durante il pomeriggio vengono svolte le riprese in casa di Francé. Noi recitiamo le parti di “bimbiminkia” annoiati, che passano il tempo a specchiarsi in bagno, a vestirsi male, a farsi selfies in pose assurde in camera da letto, a messaggiare ammucchiati sul divano in salotto, ognuno con la faccia rivolta verso il proprio smartphone.
Il disagio di cui parlavo all’inizio nasce dal fatto che, tra una ripresa e l’altra, ci accorgevamo (almeno, io me ne accorgevo) che non c’era poi quella gran differenza tra noi e i “minkia” di cui stavamo realizzando la parodia: erano frequenti infatti i momenti in cui ognuno di noi, invece di parlare con qualcun altro, si attaccava a scrivere al cellulare, oppure faceva foto a se stesso e agli altri per poi postarle su Facebook, con tanto di tag, hashtag e ‘sticazzitag. Tutto ciò suscita in me alcune domande: forse che non siamo più capaci di interagire con gli altri? O forse era solo l’imbarazzo di essere tutti estranei riuniti in uno stesso luogo (seppur per un progetto comune) a creare quel disagio? Condivido i miei pensieri con il Dj, il quale non solo si trova ad essere d’accordo con me, ma mi fa anche notare che il video che stiamo girando parla proprio di questo: la viralità contagiante di questo tipo di comportamento, l’inedito disagio provocato dalla noia sulle nuove generazioni, la necessità di dover sempre fare qualcosa, schiacciare qualche tasto, tenersi occupati in qualche modo, per quanto inutile. Nessuno ne può rimanere immune: né i nuovi teenagers decerebrati che dicono frasi tipo: “miiiiinchia zio, strafueraaaaa!”, né persone intelligenti(?) e cresciute negli anni Novanta come noi.
Comunque, mi rendo conto che sto divagando, non era mia intenzione dilungarmi in futili dissertazioni.
Sul set passo un po’ di tempo a chiacchierare con la “Nonna”, che mi spiega molte cose sul mondo dello spettacolo. Lui ha infatti partecipato a svariate trasmissioni televisive come ospite, recitando il più delle volte parti comiche, tra le quali l’Atleta Totale di Avanti un Altro”. Comunque, tra chiacchierate con gli altri membri dello staff, momenti imbarazzanti ed altri decisamente “hot”, termina la giornata di riprese, cosicché ce ne possiamo andare tutti a cena soddisfatti.
Il giorno dopo l’appuntamento è alle 8 (!?!?!) al Palazzetto dello sport, per le sequenze con gli zombie. Complici anche 3 giorni di festival concluso la sera prima, la location appare decisamente fatiscente e sgradevole alla vista: bottiglie e lattine sparse a terra ovunque, murales di dubbio gusto, mozziconi e cartacce amalgamate al fango, a formare una sorta di brodo primordiale. Nel delirio mattutino noi primi arrivati cominciamo a pensare che, dal momento che nessuno potrebbe mai avere il coraggio di ripulire un simile scenario, quello che vediamo sia in realtà il più superficiale degli strati di schifezza, e che ve ne siano molti altri uguali nascosti sotto di esso. Ipotizziamo quindi che il palazzetto fosse posizionato molto più in basso originariamente, e che con l’accumularsi di strati di vomito, piscio, mozziconi e fazzoletti sporchi abbiano poi dovuto alzare le fondamenta per livellarlo al terreno circostante. Ridiamo di questa ipotesi fino a quando non ci distrae un altro particolare: una cintura di pelle abbandonata in mezzo al prato, che ci fa pensare che siano avvenuti fatti spiacevoli la sera prima, tipo una cinghia mattanza fra skinheads e sfattoni. Ma poi ci accorgiamo che il concerto andato in scena la sera prima era di Povia.
Dopo due ore al freddo ad aspettare, finalmente arrivano tutti gli altri: fotografi, truccatori, comparse, attori protagonisti. Io ed altri veniamo truccati da zombi da Milanka e Blade Winchester, ed il risultato finale è davvero straordinario: le ferite assumono l’aspetto di veri e propri squarci nella carne ed il sangue che cola dagli angoli della bocca è davvero realistico.
Le riprese proseguono in un clima goliardico: faccio la conoscenza di Simone, youtuber pazzo che nell’arco di pochi minuti mi parla di 2000 cose e mi fa casino in testa; un personaggio clamoroso che si fa chiamare “Il Cospiratore” e che mi confessa di aver importato illegalmente dagli Stati Uniti una ricetrasmittente della polizia; un altro pazzoide che comincia a parlarmi di un gioco chiamato “LoL”, di cui gestisce la community italiana; Anthony, un soggetto assurdo che continuerà per tutto il pomeriggio a sconvolgermi con le sue uscite fuori luogo e i suoi balletti improvvisati; Giada, la protagonista tettona, che tutti pensavano se la tirasse come una qualunque fighetta inversa parmigiana, mentre alla fine è risultata essere estremamente gradevole e professionale.
L’apice delle riprese viene senza dubbio raggiunto al momento della sequenza del bocciodromo, quando il passaggio di Giada mezza nuda davanti alle vetrate ha causato la fuoriuscita di una decina di vecchi allupati che, per qualche istante, hanno deciso di lasciar perdere le bocce e godersi lo spettacolo.
Ultimo giorno di riprese. Ormai il grosso è fatto, rimangono da girare alcune scene marginali e di contorno, oltre alle sequenze con protagonista Veronica, il cosplayer di uno dei personaggi di “The Walking Dead” (sequenze durante le quali alcuni di noi si sono immerdati di fango rotolandosi in un bosco). Terminata la mia solita colazione torno a casa e, appena varcata la porta, scopro che devo fare una scena in cui prendo il sole in costume e infradito su una sdraio sul bordo dell’enorme pozzanghera di fronte a casa di Xan, da noi rinominata “il vero mare di Forte”.
La prima cosa a cui penso è che fuori c‘è un po’ freschino per giocare a fare i bagnanti, ma in ogni caso non posso esimermi dall’accettare. Qualcuno ha poi la brillante idea di aggiungere al tutto anche un po’ di neve, così vengo a conoscenza dell’ennesimo marchingegno in possesso di Francé e da lui mai utilizzato prima: lo spara-neve.
Ecco a voi la scena surrealea cui hanno assistito i passanti.
In conclusione ci tengo assolutamente a dire che, anche se ho usato per lo più un tono ironico durante tutto l’articolo, parlando di disagio, personaggi assurdi e scene surreali, in realtà si è trattato di una bellissima esperienza, che mi ha permesso di conoscere una realtà che non conoscevo e molte persone che sanno come divertirsi in maniera non convenzionale (mica come certi dementi che per sentirsi vivi fanno robe tipo questa).
Belluz
https://www.facebook.com/il.belluz
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