Nel corso degli anni molti hanno dovuto subire angherie o soprusi di vario genere nei più disparati contesti: accademico, lavorativo, sentimentale e via discorrendo.
Molto spesso senza alcuna possibilità di reagire o controbattere tutto ciò, con un conseguente senso di frustrazione e impotenza che può portare a chiedersi: “Ma se avessi avuto la possibilità di rispondere per le rime cosa avrei fatto ?”
La maggior parte, sicuramente, risponderebbe: “Qualcosa di osceno, perverso e diabolicamente sadico” mostrando come la vendetta, una vendetta machiavellica e con lo scopo di distruggere il bersaglio del nostro odio, sia in fondo un sentimento umano abbastanza frequente prima di una razionalizzazione logica.
E se questa vendetta fosse applicabile su larga scala ? Ad esempio su tutto il mondo ?
Evil Genius, titolo pubblicato da Sierra Entertainment e sviluppato da Elixir Studios nel 2004, concede la possibilità di appagare realmente questo nostro desiderio di rivalsa verso il mondo, permettendo al giocatore di comandare un’organizzazione criminale mondiale al solo scopo di diventare il padrone supremo della terra.
Con l’inizio di una nuova partita, avremo la possibilità di scegliere uno fra i 3 avatar disponibili (ognuno con le sue specifiche abilità): Maximilian, Alexis e Shen Yu, che rappresenterà il giocatore nell’ambiente del gioco e sarà causa del game over, se ucciso.
L’obiettivo è chiaro e semplice: la dominazione del mondo tramite la costruzione di un’arma mortale per soggiogare i governi con l’ausilio di minion e di henchmen, ottenibili nel corso del gioco e molto vari per abilità e aspetto.
Ogni genio malvagio avrà delle motivazioni differenti, così come ogni altro personaggio di gioco presenterà un background della propria persona e della propria storia, visualizzabile in game in un glossario, perfettamente coerente con l’ambientazione di gioco e molto divertente da leggere.
La scalata al potere ha luogo in un lasso temporale indefinito, ma che può essere collocato intorno al 1960-1970 (durante la crisi missilistica cubana).
L’intero ambiente di gioco poggia su continui rimandi a questo contesto storico e al filone cinematografico delle Spy Story, con una alternanza fra il serio (ad esempio la saga di James Bond) e il faceto (Austin Powers) e una grafica cartoonesca ed elegante che riflette un sottile umorismo sarcastico, basato sui clichés del genere stesso.
Sia nella grafica che nel gameplay, Evil Genius risulta essere un clone di Dungeon Keeper, con una visuale dall’alto che ci permette un’ampia prospettiva della nostra base segreta su un’isola sperduta, all’interno della quale i propri dipendenti compiono i loro doveri.
Dal punto di vista poi della caratterizzazione dei protagonisti (buoni e cattivi) o della semplice carne da cannone gli sviluppatori hanno svolto un ruolo egregio: ogni unità, speciale o meno, presenta dei tratti visivi che ne determinano personalità e ruolo immediatamente, garantendone un immediato riconoscimento e riuscendo inoltre a esprimere pienamente quell’umorismo sopracitato.
Rappresenta insieme alla grafica rappresenta il vero punto di forza di Evil Genius.
Già a partire dal sottofondo nel menù di gioco si capisce come la musica costituisca una forza trainante del titolo, capace di dare forza e corroborare l’ambientazione e le idee di gioco (con musiche azzeccatissime per luoghi e personaggi).
Oltre però alla colonna sonora anche: gli effetti, le parti dialogate e i passaggi radio sono perfetti e fondamentali nel garantire un’immedesimazione a 360° per il giocatore durante la realizzazione del suo malvagio proposito, tanto da potersi sentire davvero dei villain cinematografici intenti in un piano folle e malvagio.
Il gameplay di Evil Genius non riesce però a esaltare questa promettente base, divenendo purtroppo il vero tallone d’Achille del gioco, pur presentando qualche spunto interessante.
Essendo un clone di Dungeon Keeper si avranno componenti di un RTS classico unite ad altre prettamente simulative: alla costruzione e la gestione del nostro covo dovremo affiancare anche la direzione, con pugno di ferro, del nostro impero del male nel mondo.
La storia del nostro malvagio alter-ego si snoderà lungo il completamento di missioni principali che faranno proseguire la storia e sbloccheranno sempre più contenuti di gioco, mentre ondate continue di agenti del bene (differenti per quantità e grado di sfida) invaderanno la nostra isola.
Una schermata di gioco principale ci darà la vista sulla nostra base che potremo erigere in totale libertà, con un dipanarsi di corridoi e stanze specifiche (progressivamente sbloccate nel corso del gioco) dentro i quali si muoveranno gli henchmen ed i minion.
I primi saranno unici, nonché le sole unità a poter essere controllate direttamente, e dotati di abilità speciali da poter usare in combattimento contro i nostri nemici; i secondi si muoveranno lungo la base svolgendo autonomamente i loro compiti, potendo poi specializzarsi attraverso degli allenamenti, tramite l’utilizzo di oggetti specifici e sotto il controllo di mentori (ovvero minion già evoluti), lungo linee evolutive con funzioni diverse (combattimento, scienza, diplomazia).
I minion, alla loro morte, verranno rimpiazzati con quelli di base utilizzando del denaro, ma il processo evolutivo dovrà ricominciare dall’inizio; bilanciare la popolazione all’interno del nostro covo sarà quindi molto importante.
Inoltre sarà possibile, per meglio difendere la nostra base, costruire un intricato sistema di trabocchetti e trappole per i corridoi e le stanze al fine di uccidere o comunque rallentare l’ingresso delle forze speciali governative nel proprio covo.
Altra parte importantissima del gameplay sarà la gestione, tramite una world-map accessibile dal pannello di controllo malvagio, del nostro impero criminale (la cosiddetta World Domination) dove gli henchmen ed i minion saranno letteralmente delle pedine che sposteremo a nostro piacimento lungo i vari luoghi del mondo.
In ogni regione sarà possibile compiere 3 azioni principali: rubare (la principale fonte di introiti del gioco), complottare (questo permetterà di sbloccare nuove missioni nella regione in questione) e nascondersi (per sfuggire all’occhio delle forze del bene).
Ogni zona conterrà svariate missioni che ci permetteranno di acquisire soldi e notorietà (oltre che qualche ninnolo particolarmente prezioso che abbellirà il covo malvagio e sarà simbolo del proprio potere) e anche di ottenere oggetti per avanzare nel gioco, le attività faranno però divenire la regione più calda e questo si tramuterà in un aumento del numero di agenti governativi inviati sulla nostra isola a fermarci.
Questi ultimi potranno essere di vari tipi e con compiti differenti: dal limitarsi a raccogliere prove per dimostrare le nostre nefandezze al mondo a costituire commando armati con cui assaltare la nostra base.
Potremmo decidere se limitarci ad ucciderli e depositare i loro corpi nelle nostre celle frigo (appositamente costruite) oppure imprigionarli nelle nostre celle per poi intrattenerli in una umoristica sessione di tortura.
Con l’aumentare della nostra notorietà scenderanno in campo però i veri campioni del bene, i cosiddetti Super Agenti, palesi citazioni di stampo cinematografico, i quali non potranno essere uccisi normalmente ma richiederanno lo sblocco di missioni speciali per potere essere sconfitti (quasi sempre in maniera ridicola).
Nonostante tutto questo possa sembrare estremamente godibile, in realtà non è cosi.
Il gioco presenta numerosi tempi morti, che dipendono dal lento sviluppo delle unità al compimento stesso delle missioni, ed è affetto da numerosi bug (uno dei 3 leader ha la sua abilità speciale non funzionante) oltre a possedere una IA delle unità fra le più frustranti mai viste, che contribuisce alla difficoltà, già elevata, del gioco.
La mancanza di una localizzazione italiana è inoltre un altro grosso punto a sfavore del gioco, perché molte citazioni e riferimenti possono non essere intesi.
La difficoltà di Evil Genius è abbastanza elevata, come ogni gestionale che si rispetti.
Le complicate meccaniche di gioco richiedono del tempo per essere interiorizzate e i limiti del gameplay sopracitati non aiutano né invogliano l’apprendimento; a questo si aggiunge la necessità di avere una buona capacità organizzativa nello sviluppare la planimetria del proprio covo, in funzione dell’efficienza, e nella gestione delle risorse umane.
Giocatori alle prime armi potrebbero sentirsi frustrati e abbandonare il gioco prima che esso mostri le sue effettive qualità.
Nonostante Evil Genius manchi di una modalità multiplayer, il gioco ha una longevità abbastanza alta data dai 3 geni del male selezionabili all’inizio del gioco e dall’indubbio fascino che esso riesce a creare, ammesso che si riesca a superarne i difetti.
Tendenzialmente chi ha avuto la pazienza di goderselo, tende a rigiocarlo per l’immedesimazione e il genuino sadico divertimento che il titolo offre.
La popolarità del gioco ha spinto i creatori a cimentarsi prima in una versione online di quest’ultimo su Facebook nel 2013, dove è tuttora presente, non chiudendo in nessun modo la porta ad un possibile sequel diretto, su PC.
Nonostante delle pecche da un punto di vista tecnico e un andamento di gioco abbastanza lento, Evil Genius merita di essere giocato.
Con la sua indubbia originalità data dal rovesciamento delle parti e uno humour garbato e piacevole, questo titolo deve essere un must per quei videogiocatori che amano i gestionali e per chiunque, almeno una volta nella vita, abbia sognato di appagare un malvagio e insano desiderio di vendetta.
Gioco a pallacanestro da quando ho 5 anni e mi piacciono i libri scritti da gente morta almeno un secolo fa. Per il resto tutto bene.
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30 Maggio 2017
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