Finché non vedremo questo benedetto closing rossonero, tanto atteso e che ha regalato il derby della Madonnina nell’anticipo del sabato delle 12.30, mossa di marketing principalmente per il mercato asiatico e i 330 milioni circa di tifosi orientali, finora in questa stagione di Serie A c’è stato soltanto un avvicendamento nelle gerarchie societarie. Dopo 15 anni passati tra decine e decine di esoneri, notti europee e molti talenti scoperti in rosanero, Maurizio Zamparini ha lasciato il passo al nuovo presidente del Palermo Paul Baccaglini.
Dopo l’esperienza in tv con le Iene e il Testimone, il Partito dei Limoni e una ben più numerativa attività da Trader, si può dire che Baccaglini ha diverse frecce al suo arco per riempire le pagine dei giornali, partendo dal paragone del Palermo con il Chelsea. Viste le premesse Paul è l’ultimo di una lunga lista di presidenti eccentrici di Serie A e non solo che hanno affollato le pagine sportive. Una lista composta da sale grosso e ingaggi improbabili. Diversi anneddoti sportivi di presidenti di Serie A con cui la ex Iena Paul avrà a che vedere, magari unendosi ad essi.
Se si pensa all’eccentricità fatta dirigenza sportiva, il pensiero non può che correre al vulcanico e fu latitante Luciano Gaucci: Classe 1938, l’imprenditore romano portò il Perugia dalla Serie C alla Serie A, vincendo una Coppa Intertoto e facendo esordire nella massima serie Serse Cosmi e il talento libico Saadi Gheddafi. Già, il figlio del dittatore libico, oltre ad essere presidente della federcalcio libica e capitano della nazionale, riuscì ad arrivare in Serie A grazie all’ingaggio di Gaucci, giocando solo una partita contro la Juventus, (di cui i Gheddafi all’epoca avevano il 7.5% delle azioni). Gaucci oltre ad ingaggiare giocatori con il senno di poi particolari diede dimostrazione di grande professionalità con la cacciata di Ahn, il giocatore sud coreano autore del famigerato Golden Goal contro l’Italia ai mondiali nippocoreani, accusandolo di essersi messo a fare il fenomeno solo contro la nazionale azzurra, e di aver offeso il paese che lo aveva accolto.
Gaucci fu inoltre il primo e unico dirigente di società di calcio maschili ad affidare la squadra ad una allenatrice: ovvero, la Viterbese allenata da Carolina Morace nel 1999. Oltre ad ingaggiare la Morace tentò pure l’ingaggio di Birgit Prinz, giocatrice tedesca, per farla giocare con il Perugia nel campionato di Serie A. Un tentativo messo al muro dalla FIFA, che non autorizzò la Prinz a scendere in campo con i compagni uomini ponendo fine ai sogni di gloria del presidente. Presidente che, oltre a sparate mediatiche e ingaggi improbabili come il cinese Ma Ming-Yu, Ali Samereh o Ivan Kaviedes, quest’ultimo conosciuto in particolar modo per le doti amatorie, tanto da essere soprannominato Inseminator, ebbe il merito di aver portato in Italia un certo Hidetoshi Nakata, colonna portante della Roma dello scudetto 2001.
A Pisa non si può non sorridere pensando a quella che è stata definita Era Anconetani, durata dal 1978 fino al 1994, a opera del presidentissimo Romeo Anconetani (1922 – 1999), legando a doppio filo il proprio nome con quello della città toscana, tanto da co-intestare lo stadio di Pisa proprio all’uomo che, tra scaramanzie e coppe Mitropa portò la società nerazzurra sulla bocca di molti.
Di Trieste, si avvicinò al mondo del calcio negli anni 50 mettendo in pratica qualche buona idea come la prevendita ai botteghini o i treni speciali per i tifosi, ma in seguito alla radiazione per illecito sportivo da parte della FIGC per nel 1960 si riciclò come giornalista e successivamente come consulente di molte società calcistiche, mettendo in piedi una rete di osservatori che formarono un vero e proprio archivio da cui Romeo poteva trarre profitto, consigliando ad altre società i giocatori del proprio archivio in cambio di un 5% sul prezzo per la preziosa soffiata. Nel 1978 la famiglia Anconetani (Romeo essendo radiato figurò come presidente solo dal 1982, anno in cui fu data la grazia a personaggi precedentemente radiati dal mondo del calcio) acquistò il Pisa, iniziando la cosiddetta altalena tra Serie A e Serie B condendo la propria permanenza ai vertici della società nerazzurra con riti scaramantici passati alla storia del calcio pisano, come il sale grosso lanciato sotto la curva prima del fischio d’inizio e pellegrinaggi verso il vicino Santuario di Montenero, cercando aiuti dall’alto. Aiuti supportati anche da supporti terreni come l’ingaggio della scarpa d’oro Wim Kieft nel 1982 o di Diego Simeone, che esordì giovanissimo in Serie A nel 1990. Una delle sparate mediatiche di cui a Pisa si tende a non parlare fu l’idea di Romeo nel 1991 di voler fondere la società cittadina con gli acerrimi rivali dell’Associazione Sportiva Livorno, dando il vita al Pisorno che, a detta di Anconetani, avrebbe avuto un grande bacino d’utenza e più possibilità di concorrere ai vertici del calcio italiano, grazie anche al potenziale investimento del nuovo stadio da costruire in mezzo alle due città. Un’idea che non si concretizzò per le proteste dei tifosi, (idea che sta trovando spazio nel rugby francese, con la fusione a fine stagione del Racing e dello Stade Français) ma che nei fatti aveva visto lungo già vent’anni fa su come possa essere importante uno stadio di proprietà per una società di calcio.
Tutti sanno che il calcio è di fatto spettacolo, Romeo Anconetani e Luciano Gaucci lo hanno capito fin da subito, così come altri loro colleghi presidenti, come Massimo Ferrero alla Sampdoria o Aurelio de Laurentis a Napoli, che in quanto a sparate mediatiche non si sono mai risparmiati. Uno show iniziato molto tempo fa e che, con personaggi di questo calibro e molti altri che potrebbero apparire su queste coordinate con una vera e propria rubrica sulle stranezze e manie dei presidenti, che via via riempono le pagine dei giornali sportivi, potrebbe continuare a lungo. Perché bene o male, l’importante è che se ne parli. Aspettando, nel mentre, le prossime dichiarazioni del presidente limone Baccaglini, che intanto si gode con Nestorovski il neo-gemellaggio con la scuderia di Formula Uno Force India.
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