Questo autunno, come sempre negli ultimi anni, il mondo delle web serie sarà sommerso di innumerevoli nuovi prodotti. Ma quali sono le serie più interessanti disponibili nel nuovo panorama? In quali casi vale la pena di imbarcarsi in una nuova web serie? La redazione di Cinema e Serie TV ha scelto dieci nuove produzioni da consigliare a tutti gli appassionati.
Woody Allen fa il suo debutto televisivo, prodotto da Amazon, con una serie ambientata negli USA durante gli anni Sessanta. Lo fa descrivendo, nel suo personalissimo stile, il conflitto generazionale che animava quel periodo, sospeso tra guerra del Vietnam e femminismo di seconda ondata. Le sei brevi puntate seguono lo scrittore Sidney J. Munsinger (Woody Allen) e sua moglie Kay (Elaine May) nelle loro disavventure, innescate dalla giovane attivista radicale Lennie Dale (Miley Cyrus) che, ricercata dall’FBI, chiede di essere ospitata dall’anziana coppia per sfuggire alle autorità. Efficace nei momenti comici più politici, Crisis in Six Scenes è una serie che riesce a lasciarsi guardare sin dall’episodio pilota, e soprattutto che raggiunge una buona conclusione: con un finale da manuale di regia, unisce e fa scontrare tutti i temi e i personaggi che si sono avvicendati in casa Munsinger.
Dagli autori di Rectify (SundanceTV), la nuova serie in onda su Cinemax è stata paragonata, e a ragione, a un ibrido, con i toni di True Detective (HBO) e la brutalità di Banshee (Cinemax). Nel 1972, Quarry (Logan Marshall-Green) rientra a Memphis dopo la sua seconda missione in Vietnam. Ostracizzato dalla comunità per i presunti crimini di guerra commessi contro donne e bambini, Quarry non riesce a reinserirsi nella società. Entra quindi in un pericoloso giro di omicidi su commissione e continui ricatti, nel disperato tentativo di costruirsi una nuova vita dopo che la guerra lo ha privato della sua identità. Da guardare non solo per la trama appassionante, ma anche per i numerosi spunti psicologici che propone tra una sparatoria e l’altra.
Con un budget di cento milioni, di cui venticinque per il solo pilot, Westworld – titanico remake dell’omonimo film del 1973 tratto dal libro di Michael Crichton – è il nuovo cavallo di punta della scuderia HBO. Scritto e diretto da Jonathan Nolan (Person of Interest), Westworld è il nome di un enorme parco a tema far west, creato dal Dr. Robert Ford (Anthony Hopkins), in cui i visitatori interagiscono con un mondo popolato da androidi programmati per soddisfare ogni tipo di bisogno, da quello sessuale a quello omicida. Nel parco si aggira però una minaccia: il temuto “Man in Black” (Ed Harris), in sella al suo nero destriero, è in missione per far raggiungere agli androidi – la cui memoria viene riavviata ogni giorno – uno stato di consapevolezza superiore. Prodotta da J. J. Abrams, con un cast stellare in cui spicca Evan Rachel Wood nel ruolo di Dolores, la serie gioca con il concetto di vita e memoria, creazione e distruzione, tra pulsioni naturali e bisogni artificiali. Sulle spalle pesa già il paragone con Game of Thrones per i numerosi personaggi con le relative sottotrame, ma è chiaro fin dai primi minuti che siamo di fronte a una serie di diversa caratura e profondità.
Creata dalla geniale mente di Michael Schur, già autore di The Office e Parks and Recreation, The Good Place è una sitcom ambientata nell’aldilà, in cui Eleanor Shellstrop si risveglia dopo essere morta. Eleanor si renderà presto conto di essere stata scambiata per qualcun altro: deciderà quindi di darsi da fare per diventare una persona migliore e meritarsi un posto in paradiso. Nel cast spiccano i nomi di Kristen Bell nel ruolo della protagonista e di Ted Danson nel ruolo di Michael, una sorta di divinità che ha accidentalmente fatto entrare Eleanor in paradiso.
Una disfunzionale famiglia americana alle prese con le quotidiane difficoltà di avere un figlio affetto da paralisi cerebrale: queste sono le premesse di Speechless, quella che potrebbe diventare la sitcom rivelazione dell’anno. Scritta in maniera sottile e intelligente, spesso e volentieri riesce a far passare in secondo piano la disabilità del protagonista J.J. (di cui è affetto anche l’attore che lo interpreta, Micah Fowler), che non si fa certo problemi ad usare la sua condizione per volgere le situazioni in suo favore. Assolutamente da non perdere.
Uno spacciatore gira per New York a bordo della sua bicicletta per consegnare marijuana a domicilio. Nata come webserie su Vimeo nel 2012, High Maintenance è stata creata da Ben Sinclair, che interpreta il protagonista, e dalla moglie Katja Blichfeld. In High Maintenance l’unico filo conduttore fra i nevrotici personaggi che compaiono in ogni episodio è lo stesso Sinclair, costretto a doversi sorbire la quotidiana follia dei suoi strampalati clienti per riuscire a guadagnarsi da vivere.
La serie è ideata e interpretata da Donald Glover, rapper noto con lo pseudonimo di Childish Gambino, già famoso per interpretare Troy Barnes nella fantastica sitcom Community. La vicenda parla di Earn (Glover), un giovane sempre al verde che ha abbandonato gli studi e con pure una figlia a carico, il quale scopre che il suo cugino sta diventando un rapper di successo, e cerca di farsi assumere come manager per risollevarsi. Già dai primi due episodi, questa serie mostra molto potenziale, sia per tempi comici, a dir poco perfetti, che per l’ottima chimica nel cast. Da notare inoltre una buona satira sulla scena hip-hop e sulla stessa cultura afroamericana che, negli USA, è un argomento di scottante attualità. Interessanti sono alcuni momenti stranianti alla Twin Peaks, che fanno presagire qualcosa di più che una semplice comedy. Di sicuro ne sentiremo parlare.
I viaggi nel tempo piacciono a tutti, da Ritorno al futuro a Doctor Who, e questa nuova serie della NBC si presenta con tutti i cliché del genere. La serie comincia con il furto di una macchina del tempo da parte del misterioso criminale Flynn, che vuole cambiare il corso della storia. Subito sorge una squadra, creata dal governo per catturalo e arginare i danni, composta da una storica, un soldato carismatico e un pilota di colore. Timeless si prospetta come un police procedural, come una specie di CSI ma con i viaggi nel tempo. Nonostante alcune banalità, l’episodio pilota mostra molti punti di forza, intrattiene bene, e sopratutto è interessante per l’utilizzo dei paradossi temporali. Ha molte potenzialità, nonostante i difetti, e per questo si merita fiducia per i prossimi episodi.
Il primo episodio di questa commedia britannica targata BBC Three è una vera propria esplosione di risate e umorismo squisitamente british. Parla di una ventenne inglese con una vita disastrosa in qualunque ambito, dalla situazione sentimentale fino a quella lavorativa, passando per i rapporti con la famiglia. È una serie che si immette nel filone che affronta le paranoie dei ventenni e trentenni di oggi – come Girls, Master of None e Love – ma questo Fleabag ha una marcia in più. L’umorismo british regala grandi risate, ed è notevole anche la rottura della quarta parete – tecnica molto usata recentemente, da House of Cards a Deadpool – in cui la protagonista dice al pubblico ogni suo pensiero folle sulla vita di tutti i giorni. La serie è consigliata perché si potrebbe rivelare fonte di risate folli.
Come Fleabag, questa serie di Netflix parla dei problemi nelle relazioni sociali di questa generazione. Netflix si è mostrata forte in questo campo con le già citate Master of None e Love, entrambi ottimi prodotti della piattaforma di streaming. Easy è una serie antologica: in ogni episodio c’è una storia diversa, con personaggi diversi che vivono le loro disavventure nel mondo moderno. Il primo episodio narra di una coppia sposata non convenzionale, in cui la moglie lavora e il marito pensa ai figli, tormentata da una ricerca che dice che le coppie tradizionali fanno più sesso. È una serie che si presenta leggera, ma non sfigura affatto davanti all’alta qualità cui ci sta abituando Netflix con le sue serie originali.
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