Désiré – Recensione
Désiré
Désiré è un’avventura grafica indie che racconta la storia di Désiré, un ragazzino francese incapace di vedere i colori, attraverso diverse fasi della sua vita, affrontando temi come pedofilia e bullismo in modo diretto. E’ disponibile su Steam, iOs e Android.
Gameplay
Désiré è un classico “punta e clicca”, in cui dovremo usare il mouse per raccogliere diversi oggetti nei vari stage e combinarli per risolvere i puzzle che ci permetteranno di andare avanti tra i diversi atti che raccontano la vita del ragazzo. A tratti il sistema di controllo mi è sembrato un po’ grezzo e scomodo da utilizzare: inoltre spesso ho dovuto procedere per tentativi ed errori, provando tutte le combinazioni possibili per andare avanti, rimanendo bloccato per parecchio tempo. Questi problemi, pur essendo abbastanza fastidiosi, non impattano così tanto su un gioco il cui punto di forza rimane la narrazione.
Grafica e musica
Siamo arrivati al maggiore punto di forza di Désiré: la direzione artistica. Noi vediamo il mondo dagli occhi di Désiré, che non vede i colori: ed ecco che è tutto in bianco e nero, in un’atmosfera molto malinconica e deprimente (come anche la vita del ragazzo, in fondo), ma anche ben riuscita. I disegni dei vari ambienti sono curati e piacevoli da vedere, così come quelli dei vari personaggi: le animazioni invece sono a volte pesanti e innaturali, soprattutto quelle del protagonista. La colonna sonora è sempre adeguata alla situazione, anche se dopo un po’ diventa ripetitiva e a tratti angosciante, complice anche l’assenza totale di colori.
Considerazioni generali
Désiré è un’avventura grafica interessante: nonostante abbia alcune carenze dal punto di vista del gameplay recupera grazie ad una narrazione profonda, mai banale, interessante e ad un comparto artistico di ottimo livello. Lo consiglio agli amanti del genere e a chiunque voglia provare qualcosa di davvero originale e diverso dal solito.
Un ringraziamento a Sylvain Seccia, creatore di Désiré, per averci fornito una copia del gioco.
About Marco Zordan
Ho scritto un articolo su IMDI, ma solo per litigare.
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