Buonasera cari imdiani. Oggi vi parlerò di un libro, a mio giudizio, molto interessante e v’introdurrò quello che è uno dei grandi maestri dell’arte contemporanea.
Ventisei dialoghi, ventisei avvenimenti della mitologia greca e ventisei riflessioni tra più di cinquanta eroi e dèi della Grecia antica. Tutti racchiusi in un unico e meraviglioso libro: “Dialoghi con Leucò” di Cesare Pavese.
Centosettantuno pagine imperdibili per gli amanti della cultura classica, ma anche per chi volesse semplicemente riflettere sul senso della vita, sul destino e sulla morte. Pagine sintetiche ma stravolgenti.
C’è un’introduzione a ciascuno racconto, ma a quelli che, come me, non hanno avuto una base di cultura classica consiglio anche un dizionario dei miti greci. Senza conoscere le storie dei personaggi vi perdete metà del divertimento. Senza conoscere, per esempio, la storia di Edipo, non comprendereste il finale del dialogo tra lui e Tiresia:
“TIRESIA: Tutti preghiamo qualche dio, ma quel che accade non ha nome. Il ragazzo annegato un mattino d’estate, cosa sa degli dèi? Che gli giova pregare? C’è un grosso serpe in ogni giorno della vita, e si appiatta e ci guarda. Ti se mai chiesto, Edipo, perché gli infelici invecchiandosi accecano?”
EDIPO: Prego gli dèi che non mi accada.”
Le situazioni sono le più svariate. Si passa dalle sventure di Issione a quelle di Orfeo, da Eros che parla con Thanatos, a Prometeo che sta per essere liberato da Eracle e dice:
“Ma mi succede come a un uomo che abbia patito in un luogo – nel carcere, in esilio, in un pericolo – e quando viene il momento d’uscirne non sa risolversi a passare quell’istante, a mettersi dietro le spalle la vita sofferta.”
Centrerà forse il periodo di confino che l’autore subì durante il fascismo? Chissà…
A chi fosse interessato al volume, consiglio vivamente l’edizione Einuadi (ammesso che ce ne siano altre). Ma ora passiamo ad altro.
“L’arte ha un nuovo volto.” Ed è quello di Marco Giorgio.
Questo eccentrico ma modesto artista è una delle giovani promesse del mondo dell’arte. Anzi ne è il futuro. Anzi è il passato della sua parrucca anni Sessanta che s’incontra con l’avanguardia presente nella sue opere. Comprenderlo non è semplice. A volte è difficile da mandare giù, ma pur sempre necessario per comprendere ciò che avviene e avverrà nel magico mondo dei My Little Ponies dell’arte.
Basta. Passiamo a qualcosa di concreto. Ammiriamo questo suo capolavoro:
Rimango senza parole ogni volta che i miei occhi incontrano questo magnifico capolavoro. Potrei dirvi che c’è tutta la tradizione cubista superata con un solo clic, potrei dirvi che Morandi si emozionerebbe di fronte ad una così mistica natura morta, potrei dirvi che le gambe del tavolo che si sovrappongono rappresentano il conflitto presente all’interno di ciascuno di noi e più in generale della società contemporanea, il dionisiaco che lotta con l’apollineo, Pan che cerca di resuscitare dopo 2012 anni di sessuofobia, ma ve l’ho appena detto. Quindi vi dico che in quest’opera, per ora senza titolo, si nasconde ciascuno di noi e nessuno. Vi chiederete perché non ha ancora un titolo? Perché l’artista, durante la creazione dei suoi lavori, entra in una fase mistica nella quale viene guidato dall’incontro tra passato e futuro. Solo dopo un periodo di riflessione ed incontro con se stesso l’artista è in grado di attribuire un titolo all’opera.
Marco Giorgio è l’ordine ed il caos. Marco Giorgio è Giorgio Marco.
Se l’Eccellente me lo concederà, potreste trovare una sua intervista nei miei prossimi articoli, sino ad allora, regardz.
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