Ben ritrovati cari imdiani.
Oggi parlerò di tre esperienze positive. Avete letto bene. Positive.
1. Guggenheim Venezia.
Qualche settimana fa ho rivisitato il Guggenheim di Venezia. Dico rivisitato perché c’ero già stato una volta in quinta superiore. Solo che, per quanto mi fosse piaciuto già allora, non avevo le conoscenze necessarie per godermi appieno tutti quei capolavori messi insieme.
Invece di perdere tempo a descrivere la mia esperienza con inutili frasi, userò una formula matematica marinettiana:
(Picasso + Magritte + Ernst + Picasso + Magritte + De Chirico + Mondrian + Kandinskij + Tanguy + altri geni del Novecento) *(pioggia + vista su canale + struttura ottima) * (stanza dedicata ai futuristi) = euforia, estasi, vomito d’arcobaleni
Se vi piace l’arte del Novecento andateci. Se andandoci non ne rimarrete soddisfatti… beh potrete sempre dire d’aver visto la statua sulla monetina da 20 cent.
2.David dalla Venezia.
Nel medesimo giorno della visita al famoso museo, durante il ritorno alla stazione, mi è stata fatta notare una vetrina con esposte delle stampe molto interessanti. Entrandoci dentro ho scoperto che fungeva anche da galleria poiché esponeva più d’un artista. Inizio a girare un po’ il posticcino e mi ritrovo davanti questo:
Rimango a bocca aperta per qualche secondo. Dopodiché inizio a guardare i particolari. Mi ronza in mente una sola parola: immenso.
Il titolo è “Who killed Catellan?” e appartiene ad un certo David dalla Venezia. Non l’avevo mai sentito nominare, però, guardando questo capolavoro e altri lavori suoi, me ne sono subito innamorato. Basta googlarlo se vi interessa vedere altri dipinti suoi.
Ma vediamo di fare qualche riflessione su “Who killed Catellan?”.
Partiamo dal confronto col dipinto che cita: “Davide con la testa di Golia”.
Già guardando il titolo del capolavoro di Caravaggio ci rispondiamo alla domanda posta dal titolo. Chi ha ucciso Catellan? David. Così come il piccolo Davide del Vecchio Testamento uccide Golia, il David dei giorni nostri uccide Catellan. Come? Non con una spada, ma con un pennello.
Perché un pennello? Perché è simbolo di raffigurazione, d’importanza dell’estetica. Catellan, infatti, lavora più sul lato intellettuale. Allora perché la raffigurazione dovrebbe sconfiggerlo? Perché David dalla Venezia s’è probabilmente rotto i coglioni di vedere concetti con forma grezza (e qua non posso che vederla come lui; ammesso che la veda così) e decide quindi di esporre un bel concetto con una bella forma.
La tecnica e la citazione possono indurre a pensare che l’artista in questione sia un semplice passatista, un semplice nostalgico di tempi che non ha vissuto. Tuttavia i concetti espressi nei suoi lavori sono più che attuali. Almeno per quello che ci vedo io.
Tralasciando “Who Killed Catellan?” e guardando altri suoi dipinti possiamo notare sempre lo stesso soggetto in varie situazioni. Secondo me, quest’omino pelato con occhiali e camicia bianca, rappresenta un po’ l’artista, un po’ l’uomo moderno. Perché l’uomo moderno? Perché quest’omino è spesso solo e in contrasto con sé stesso o comunque molto confuso. Le volte che non è da solo è insieme a omini identici a lui. Mai vista rappresentazione più lucida dell’uomo dei giorni nostri.
Detto ciò, ci tengo a precisare che tutto quello che ho detto, l’ho detto in base a quella che è la mia conoscenza sull’autore. Se qualcuno lo conosce meglio e c’ha qualcosa da ridire non gli resta che commentare.
3. BGB.
ATTENZIONE: seguiranno righe piene di nonsense. Ma l’onore mi spinge a tener fede alla promessa di descrivere il gusto del BGB.
Dalla mente dorata di un certo Alessandro Menini e lo stomaco di ferro del suo amico, Filippo Pagani, nasce il BGB.
Cos’è?
È l’Eros ed il Thanatos. È il Nord ed il Sud. Dio e Satana. Tutto e niente. È l’incontro di tre culture diverse in una divina essenza. È Freud che si sogna sua madre. È un contrasto. Perché è dal contrasto che nasce il bello.
Vediamo alcune nozioni storiche sulla bevanda:
L’uomo, la sera prima d’inventarsi Dio, ha bevuto il BGB. E Dio, la sera prima d’inventare l’Uomo, ha fatto lo stesso.
Nel 476 d.C. i romani non hanno fallito nella difesa. S’erano semplicemente aperti gli orizzonti col BGB. E si son detti “Perché non far entrare i barbari e allargare i nostri confini culturali?”. Peccato che i barbari non fecero uso di questa divina pozione.
Prima di Waterloo, Napoleone si bevve un BGB e si disse: “Che senso ha combattere per l’Europa? Uniamoci fratelli.”.
Nietsche una volta era normale, poi bevve il BGB.
Voi mi direte: “Ma è stato inventato nel 2012!”. E io vi dico che non l’avete bevuto e finché non l’avrete fatto non potrete comprendere l’allargamento dei confini spazio-temporali.
Ma sentiamo cos’ha da dire Filippo Pagani, il primo mitico bevitore di questa bevanda, al riguardo:
“Posso dire che mi ha fatto evolvere verso nuovi orizzonti inesplorati, mi sento un coraggioso pioniere dell’esperienza gastronomica innovativa, introdotta dal bgb, ma che tuttavia non si fermerà certo qui!”
BGB. L’unione dei gusti. La tradizione gastronomica futurista che procede. Solo che, mentre i futuristi suggerivano di fondere i gusti del mare, della pianura e della montagna, l’inventore del BGB suggerisce di unire i gusti alcolici del mondo.
BGB. Baileys, Grappa, Birra.
Createlo, bevetelo e, se rimanete vivi senza vomitarvi lo stomaco, scrivete sotto le vostre impressioni.
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