Quando manca poco più di una settimana alla presentazione dell’Iphone 7 [1], l’Apple si ritrova a dover sborsare svariati miliardi di Euro a causa dell’accusa di evasione fiscale seguita al dubbio accordo fiscale tra Apple stessa e il governo di Dublino. Il giudizio della Commissione Europea era atteso per stamane e non si è fatto attendere: un ammontare che potrebbe raggiungere i 13 miliardi di Euro, una cifra record, se si considerano le altre multe di questo genere, come ad esempio quelle stabilite per FIAT e Starbucks da Margrethe Vestager, commissario europeo per la concorrenza, che si erano attestate intorno ai 20-30 milioni di Euro [2].
L’ammontare record della multa riguarda le tasse non pagate da Apple tra il 2003 ed il 2014, più i relativi interessi. In pratica, l’accordo fiscale con Dublino ha permesso ad Apple di pagare l’1% di tasse sui profitti UE nel 2003, fino ad arrivare ad uno 0,005% nel 2014. Tale accordo fiscale è stato definito illegittimo (“tax ruling” per gli anglofoni) dalla Commissione Europea, dando così un messaggio chiaro e forte ad imprese e stati, come precisato da Margrethe Vestager: “Gli stati membri non possono aiutare alcune imprese a spese della libera concorrenza”.
L’accusa rivolta ad Apple da Bruxelles è infatti che l’azienda di Cupertino abbia ricevuto aiuti di stato illegali dall’Irlanda in cambio della creazione di posti di lavoro nel paese. La cifra esatta dovrà ora essere decisa dal governo irlandese.
La decisione della Commissione Europea non era certo inaspettata: arriva dopo quasi tre anni di inchiesta, dopo che Bruxelles aveva scoperto che alcuni paesi, in particolare Irlanda, Lussemburgo e Olanda, avevano distribuito surrettizi (ovvero “volontariamente taciuti”) aiuti di stato, concordando generosi accordi fiscali in cambio di ingenti investimenti negli stati stessi. La stessa J.P. Morgan aveva anticipato in un rapporto [3] la possibilità per l’azienda di Cupertino di ricevere una multa di 19 miliardi di dollari (ovvero 17 miliardi di Euro).
Reazioni
Il dipartimento del tesoro americano ha rilasciato (su commissione del segretario al tesoro Jack Lew) un documento [4] in cui accusava non troppo velatamente la Comunità Europea di esercitare uno strumento di potere sovranazionale e di prendere ingiustamente di mira le aziende americane. Tra le altre aziende americane sotto la lente della Commissione ci sono infatti anche Amazon e McDonald’s, accusate di un accordo fiscale illecito in Lussemburgo.
Nonostante la multa ammonti a circa il 6% della liquidità complessiva dell’azienda informatica statunitense, la stessa Apple, tramite un comunicato [5], ha fatto sapere di voler andare in appello, in quanto la Comunità Europea sembra ignorare le leggi fiscali irlandesi. Inclusa nel comunicato, anche una sorta di minaccia premonitoria nei confronti dell’UE: “[Questa sanzione] avrà un effetto profondo e dannoso sugli investimenti e la creazione di lavoro in Europa”.
La stessa Irlanda ha voluto analizzare la situazione, annunciando, per bocca del suo Ministro delle Finanze Michael Noonan, un forte disaccordo con la decisione presa dalla Commissione, in quanto – come ribadito dallo stesso Ministro – il sistema di tassazione irlandese è fondato sulla stretta applicazione della legge, come stabilito dal Parlamento, senza che sia fatta eccezione per alcuno.
Nel contempo, il titolo, quotato al NASDAQ, è crollato dell’1,6% subito dopo l’annuncio.
Ex Studente di Finanza presso la Warwick Business School, ora lavora nel settore assicurativo in UK. Appassionato di politica ed economia, in passato ha militato tra le file del PD come Civatiano.
3 Maggio 2017
15 Novembre 2016
29 Ottobre 2016
26 Ottobre 2016
25 Ottobre 2016
Ex Studente di Finanza presso la Warwick Business School, ora lavora nel settore assicurativo in UK. Appassionato di politica ed economia, in passato ha militato tra le file del PD come Civatiano.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.