Nel 2003 usciva Alla ricerca di Nemo, un film che è diventato un vero e proprio classico, ma sopratutto l’anticipatore del futuro connubio Disney-Pixar: una formidabile accoppiata, che negli anni riuscirà a creare film d’animazione apprezzati tanto dai bambini quanto dagli adulti.
Dopo tredici anni, sia Disney che Pixar sono arrivate a produrre film animati che trattano argomenti fino a pochi decenni fa impensabili, come la depressione in adolescenza (Inside Out) o il razzismo nella società moderna (Zootropolis). Dopo molti successi e qualche passo falso – qualcuno ha detto Cars? – le due case decidono di riprendere in mano le avventure di Nemo, Marlin e Dory, in un sequel che è al contempo uno spin-off: Alla ricerca di Dory.
Di solito, la realizzazione del sequel di un film così amato, specie dopo tanti anni, può portare dubbi e paure verso questo film. In particolare, era comprensibile il timore che la Pixar stesse raschiando il fondo del barile per fare soldi facili; si veda anche, per esempio, l’incombente e inspiegabile Toy Story 4. Fortunatamente, tuttavia, non è questo il caso.
Alla ricerca di Dory, diretto dagli stessi registi del film precedente, Andrew Stanton e Angus MacLane, è un film del tutto apprezzabile, che riesce a non banalizzare il predecessore, proponendo addirittura delle migliorie dal punto di vista della grafica, garantite da tredici anni di continui lavori e rinnovamenti da parte della casa di produzione americana.
Ma in questo film, come in tutti i lavori targati Pixar, si punta per lo più alle emozioni, come appare evidente fin dalla scelta della protagonista del film: Dory. Molto positiva risulta la scelta di incentrare il film sull’amatissima pesciolina, caratterizzata dai suoi problemi di memoria a breve termine, e doppiata in originale da Ellen Degeneres. Il film riprende in parte il road movie subacqueo del precedente film, con Nemo e Marlin che vanno a salvare Dory mentre lei sta cercando i propri genitori.
Ed è forse proprio qui che ha origine una delle caratteristiche migliori del film, ossia il percorso di Dory che pian piano torna a ricordare. Anche la più piccola cosa si può trasformare in una madeleine proustiana, aiutando la protagonista a ritrovare indizi sulla sua – altrimenti cancellata – vita precedente. Il film punta tanto sul concetto di memoria e sulla ricerca della famiglia, sia vecchia che nuova, e riesce a emozionare toccando diverse tematiche, ma allo stesso presenta numerose occasioni di ridere di gusto, grazie alle ottime gag che non annoiano mai.
Ottimo è anche il lavoro sui personaggi, sia su quelli già noti come Nemo e suo padre Marlin, ma sopratutto nel presentarne di nuovi e ben caratterizzati, come Hank, un polpo cinico che sarà uno dei personaggi più importanti nel corso della storia.
Il film riscuote successo, e ci riesce evitando ogni rischio di banalità, ma sopratutto puntando sulle emozioni senza mai essere stucchevole. Anzi, a suo modo risulta addirittura realistico, e parlando di pesci parlanti la cosa non è affatto scontata. Insomma, Alla ricerca di Dory regalerà molti feels, sopratutto a chi è cresciuto con Alla ricerca di Nemo. Per non parlare, poi, del finale estremamente suggestivo.
Una nota, in chiusura, merita anche il corto che anticipa il film, Piper: una grafica impressionante che accompagna una piccola grande storia, anche questa a tema marino, incentrata su un uccellino che cerca di combattere le sue paure verso il mare. Un corto veramente prezioso che farà sciogliere molti spettatori, preparandoli nel migliore dei modi al piatto forte: Alla ricerca di Dory.
Ha cominciato a scrivere a 12 anni per il giornale della parrocchia. Poi per qualche strano motivo, è finito a scrivere su Imdi dopo la classica adolescenza complicata. Studente universitario, admin a tempo perso di Matthew Mr. Renzie e appassionato di cinema, musica, serie tv, fumetti, cultura pop e tante altre cose che non stiamo a dire che senno non è più una descrizione dell'autore ma diventa una biografia.
30 Maggio 2017
18 Maggio 2017
4 Maggio 2017
20 Aprile 2017
16 Aprile 2017
Ha cominciato a scrivere a 12 anni per il giornale della parrocchia. Poi per qualche strano motivo, è finito a scrivere su Imdi dopo la classica adolescenza complicata. Studente universitario, admin a tempo perso di Matthew Mr. Renzie e appassionato di cinema, musica, serie tv, fumetti, cultura pop e tante altre cose che non stiamo a dire che senno non è più una descrizione dell'autore ma diventa una biografia.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.