Ed eccoci, come ogni anno, al 1 novembre. Ed eccoci, come ogni anno, a vedere i raduni dei neofascisti che venerano un tizio pelato e il suo colpo di stato. Ed eccoci, come ogni anno, a vedere i pacifici antifascisti a coprirli d’insulti e ad augurar loro una morte (preferibilmente atroce).
In particolare, quel burlone del sindaco di Predappio (paese natio di Mussolini), prevedendo che un fottio di gente sarebbe andata il 28/10 (anniversario della marcia su Roma, per quelli di voi che si informano su Tuttosport) ha messo una simpatica tassa di soggiorno su quanti sarebbero arrivati a festeggiare Benito. Effettivamente fare soldi sulle spalle dei deficienti è sempre un’ottima idea.
Comunque, i fatti su cui vorrei porre la mia attenzione sono due: la reazione degli “antifascisti” alle celebrazioni e il crimine di apologia al fascismo.
Iniziamo: come ogni anno, di fronte alle varie convention di nostalgici, in primis quella di Perugia, c’è stata la rivolta generale degli antifascisti capitanati dall’ANPI, l’associazione nazionale partigiani italiani. Intanto, qualche settimana fa, era circolata una bufala secondo la quale il sindaco di un paese sfigato della Sardegna avrebbe intitolato una via a zio Benito. E, ovviamente, l’ANPI era insorta, facendo addirittura un presidio in questa città. In 20. A volte mi fanno quasi pena. Sinceramente, a me non può fregar di meno se quattro gatti rivogliono Mussolini, che poi è morto, ma a nessuno importa. Che poi a Predappio erano in 5000, ommioddio, erano troppi, addirittura un diciassettesimo degli imdiani. A Perugia addirittura novanta. Sì, avete letto bene, NOVANTA. Novanta vecchietti, di quelli che passano le giornate a giocare a tressette dicendo “eh, ai miei tempi, i treni arrivavano in orario!”. Sì, quelli per il fronte orientale.
La semplice ragione per cui questi scontri ideologici non hanno il minimo senso sono due:
1. Mussolini è morto.
2. Sono passati più di 70 anni dalla fine della RSI, orsù, non siamo un pochino anacronistici?
A quanto pare no. Come direbbe il buon vecchio Bersani, i fassisti esistono ancora.
Riguardo al crimine dell’apologia al fascismo, la situazione è complessa. Da una parte eliminare sul nascere un partito dichiaratamente antidemocratico ha un senso, dall’altra vietare di avere una determinata idea è assolutamente antidemocratico. Effettivamente quello che fa la magistratura riguardo a questo è notevole: nulla. Sono stati pochissimi i condannati per questo reato. Certo, da una parte abbiamo gli innocui novantenni di Perugia che nessuno processerebbe mai, dall’altro Casa Pound e company che si dedicano allegramente al pestaggio di immigrati, gente dei centri sociali e di giornalisti (rilevante il caso di Filippo Rossi).
Almeno a volte se le prendono.
Dr. Stein
16 Aprile 2017
11 Marzo 2017
22 Dicembre 2016
9 Dicembre 2016
8 Novembre 2016
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.