Miei piccoli gattini decorticati, buongiorno.
Qualche giorno fa, alcuni giovani appartenenti all’élite culturale di IMDI (inclusi i vostri stimatissimi admins) si sono divertiti a fare questo test di personalità online e a mandarmi i loro risultati, corredati da simpaticissimi commenti come “hurrr durrrr mi analyzzi??” “ma ha l’ora sono paxxo!!” “No no sono più paxxerelo io! Hihihi! XD”. Voi già sapete quanto io ami questo genere di cose, e così con immenso scazzo entusiasmo ho subito passato il file al mio dottorando giù nelle segrete e gli ho promesso che se mi avesse fatto qualche analisi sui dati gli avrei dato una doppia razione di pane secco.
Prima di vedere assieme i risultati devo però fare qualche dovuta premessa: fare una diagnosi di disturbo di personalità utilizzando questo test è come per un medico diagnosticare il diabete in base al numero di cucchiaini di zucchero nel caffé presi dal cugino del paziente. Si tratta infatti di un test che non ho mai visto nella pratica clinica e della cui validità dubito fortemente, non fosse altro per il fatto che sullo stesso sito è presente uno strumento che si chiama “ask the Oracle” che ti dà le risposte sul tuo futuro, in puro stile Red Ronnie invasato con le profezie Maya. Inoltre quello che mi ha insospettito è che, nonostante il test richieda di inserire età e sesso prima della compilazione, la media delle risposte con cui confrontarsi è sempre la stessa per qualsiasi fascia di età e per entrambi i sessi.
Ma bando alle ciance, facciamo finta per un attimo che questo sia uno strumento valido -anche se in realtà per una diagnosi del genere normalmente ci vogliono più colloqui clinici e interviste strutturate standardizzate- e cerchiamo di approfondire l’argomento.
Dovete sapere che i disturbi della personalità sono classificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra i Disturbi Mentali e Comportamentali in Età Adulta, e sono così definiti “
a variety of conditions and behaviour patterns of clinical significance which tend to be persistent and appear to be the expression of the individual’s characteristic lifestyle and mode of relating to himself or herself and others. (…) deeply ingrained and enduring behaviour patterns, manifesting as inflexible responses to a broad range of personal and social situations. They represent extreme or significant deviations from the way in which the average individual in a given culture perceives, thinks, feels and, particularly, relates to others. Such behaviour patterns tend to be stable and to encompass multiple domains of behaviour and psychological functioning. They are frequently, but not always, associated with various degrees of subjective distress and problems of social performance.
Insomma, tratti stabili della personalità (badate bene, non dell’umore) che vi classificano più o meno potentemente fuori dalla norma, molto spesso senza che ve ne rendiate conto perché sono talmente integrati nel vostro modo di essere che potrebbero non portarvi nemmeno a soffrirne. Un “modus operandi” della vostra mente e delle vostre interazioni sociali così antico e radicato che non ci fate nemmeno caso, salvo accorgervi a un certo punto -ma non è sempre detto- che qualcosa non va perché la gente comincia a schifarvi e vi ritrovate foreveralone, oppure come, nel caso dei borderline (forse i più gravi), passate momenti di estrema sofferenza o senso di vuoto.
Non sto a tediarvi con le definizioni di tutti i disturbi di personalità (li potete trovare qui) ma approfondirò solo quelli che sono emersi negli IMDIani (almeno secondo i risultati del test dimmerda diagnostico di cui sopra). Non avendo a disposizione i dati grezzi del campione di riferimento (sempre che esista), non è stato possibile effettuare delle statistiche, per cui facciamolo for the lulz e prendiamo un ipotetico 5% di differenza dalla media come soglia critica.
In questo primo grafico graziosamente elaborato dal mio dottorando in cambio di uno zuccherino extra, vediamo la prestazione media del gruppo di IMDIani:
La distanza dallo zero rappresenta la distanza dalla media riferita dai compilatori del sitodimmerda, per cui -i più svegli han già capito- le barre verso l’alto rappresentano un tratto di personalità maggiore negli imdiani rispetto alla “norma”, mentre le barre verso il basso rappresentano i disturbi di personalità meno presenti rispetto alla norma.
Notiamo, quindi, che i frequentatori assidui di IMDI sono più antisociali della media, un disturbo descritto dall’American Psychiatric Association come “…a pervasive pattern of disregard for, and violation of, the rights of others that begins in childhood or early adolescence and continues into adulthood.”. In pratica, sticazzi della pietas umana e delle regole sociali e dei diritti altrui, fuck the police! Perché non sono stupito?
Gli Imdiani sono anche più istrionici e narcisisti della media. You don’t say?? L’istrionico è una personalità che ama mettersi in mostra, stare al centro dell’attenzione, essere osservato e ammirato. Il narcisista è costantemente preoccupato di essere pheego agli occhi altrui, reagisce malissimo alle critiche (vedi alla voce: banhammer), se ne sbatte alquanto dei sentimenti di chi gli sta vicino e si preoccupa perlopiù di nascondere le sue pecche e di ricevere attenzioni costanti dagli altri, cosa che possiamo tradurre in: “mi critichi? Me ne vado! E comunque io sono più figo perché prendo più likes di te, pappappero”! Inoltre, gli Imdians risultano più ossessivi-compulsivi della media, ovvero amanti dell’ordine, dell’organizzazione, della pulizia. Quelli che ti fanno la punta al cazzo per qualsiasi cosa. Direi che la quantità di grammar nazismo su IMDI rispecchia questo dato.
Per quanto riguarda invece i tratti che possediamo in maniera minore (ma sì, mi ci metto anche io dai) rispetto alla media, troviamo una minore personalità borderline. Not bad, come direbbe Obama. I borderline sono gente instabile come un pitbull, sia nei sentimenti che nel pensiero, a rischio di autolesione e di abuso di sostanza. Avete presente Britney Spears? Ecco, una roba così. Siamo anche meno evitanti: l’evitante è colui che teme continuamente il confronto col prossimo, ha l’ansia over 9000 quando deve mettersi in gioco, si sente inferiore, insomma un po’ una piattola cagasotto. Per finire, siamo anche meno dipendenti: il che mi è abbastanza il rovescio della medaglia dell’antisocialità: infatti il dipendente è un po’ un pappamolla passivo che, come dice la parola stessa, dipende dagli altri anche per decidere quali calzini infilarsi al mattino, è insicuro, si sente inadeguato e ha un’autostima tafazzeggiante.
In sostanza: siamo delle bestie egocentriche e rompicoglioni. Avevate dubbi?
Ora, dato che ho scritto un papiro e il rischio di tl;dr è alto, vi risparmio i commenti sulle differenze uomini/donne di IMDI: I’ll just leave the graph here.
A presto, marmocchi!
Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
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11 Marzo 2017
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Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
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