Nella maggior parte degli RTS il mondo e l’ambientazione di gioco seguono due assunti fondamentali: devono essere inquadrati in un contesto storico e riprodurne fedelmente le caratteristiche oppure essere creati ex-novo con la propria genesi e il proprio corso degli eventi; difficilmente il genere si discosta da queste due linee di pensiero.
Il mondo dei videogiochi è pieno di esempi di entrambi i tipi, partendo da un Age of Empires fino ad arrivare a un Warcraft, e titoli che si discostino, o provino a farlo, dal canone sono delle mosche bianche; tuttavia alcuni hanno provato a imboccare la strada del compromesso e uno in particolare riesce, con un’ambientazione che è un connubio fra epoca storica e fantasy, a miscelare queste due visioni antitetiche creando un mix godibile e immersivo.
Si parla di Battle Realms, titolo del 2001 pubblicato da Ubisoft e prima creazione della Liquid Enterainment.
“I am Kenji, Lord of the Serpent Clan, and my ancestor broke the world”.
Con queste parole Kenji Oja, il protagonista della storia, si presenta nella prima missione della campagna: egli è figlio di Lord Oja e legittimo erede alla successione del Clan del Serpente ed è tornato in patria dopo esserne fuggito, molti anni fa, poiché accusato della morte del padre, un uomo secondo lui disonorevole e con cui ha sempre avuto forti contrasti.
Kenji torna quindi nel suo paese natale per succedere a suo padre e prendere ciò che è suo, nel modo che riterrà più giusto.
A seconda di questa scelta morale la campagna prenderà due diverse storyline: da una parte il Clan del Drago e la via dell’onore, dall’altra il Clan del Serpente con una via fatta di complotti e massacri.
Battle Realms è stato uno dei primi titoli ad introdurre modelli delle unità e degli edifici completamente in 3D, renderizzati e texturizzati più come un FPS o un picchiaduro che un RTS classico; il livello di dettaglio, all’epoca, delle unità e delle animazioni era assolutamente stupefacente (rispetto agli sprite classici in computer grafica).
Vedere temibili guerrieri danzare a ritmo di spada in un combattimento forsennato utilizzando diversi colpi, merito del motion capture, o i nostri contadini svolgere le loro mansioni, dal raccogliere riso allo spegnere incendi, è una gioia per gli occhi e rappresentava, all’uscita del gioco, un discreto passo avanti rispetto al passato.
L’ambientazione è ugualmente di livello e spazia fra svariati ambienti (boschi, vallate, burroni e simili) tutti realizzati in maniera molto dettagliata e con effetti ben studiati, che vanno da ombre che simulano il passaggio del sole a effetti particellari che dipingono sciami di lucciole durante la notte.
La colonna sonora di Battle Realms è perfettamente calata nell’ambientazione di gioco, data la sua matrice orientale ed evocativa, sia da un punto di vista prettamente sonoro sia di situazione: ogni traccia presenta infatti una normal version e una combat version, destinate a sostituirsi a seconda che in quel momento si sia sotto attacco nemico oppure in relativa tranquillità (con temi personalizzati per ogni fazione di gioco).
Gli effetti sonori sono resi benissimo e tendono a rappresentare lo stato d’animo e l’azione che l’unità sta svolgendo in quel momento anche se, come nel caso dei contadini, possono risultare ripetitivi con il protrarsi della partita.
A livello di gameplay Battle Realms non è molto distante concettualmente, almeno per le caratteristiche di base, da altri titoli del genere.
Tutte le fazioni inizieranno necessariamente la loro partita con almeno una capanna del contadino e dei contadini, i quali avranno il compito di raccogliere le risorse (riso e acqua) e saranno generati automaticamente dall’edificio sopracitato (cosa abbastanza inusuale in uno strategico classico), con una frequenza che varierà a seconda del numero di unità in nostro possesso; inoltre potranno addomesticare dei cavalli, sparsi nella mappa, i quali, se montati dalle unità militari, ne aumenteranno l’efficacia in combattimento.
Durante il corso della partita i combattimenti con gli avversari ci faranno acquisire punti Yin/Yang (a seconda della nostra appartenenza alle forze dell’ordine o del caos) i quali potranno essere spesi per potenziare le nostre unità tramite tecnologie, fargli apprendere abilità speciali o evocare potenti eroi; le modalità di acquisizione di questi punti dipenderanno dalla grandezza della nostra armata e dalla distanza della stessa dalla nostra base principale.
Ma la vera ventata di novità di Battle Realms è il modo in cui recluteremo le nostre unità, tramite una cosiddetta “alchimia delle unità”: ogni fazione avrà 3 edifici principali in cui allenare i contadini e generare le 3 unità militari base, le quali potranno essere allenate negli altri 2 edifici generando 2 unità diverse, a seconda dell’edificio, e quest’ultime, a loro volta, potranno essere allenate nell’ultimo edificio rimasto generando l’unità più forte della fazione, ognuna delle quali avrà delle unità specifiche e specifiche linee di sviluppo; nonostante possa sembrare una cosa di poco conto in realtà questo accorgimento genera una serie di conseguenze tutt’altro che trascurabili.
Innanzitutto bisognerà programmare oculatamente quali unità dovremmo addestrare, per le caratteristiche della mappa o del nemico, e quante, visto e considerato che il numero delle unità addestrabili calerà all’aumentare di numero del nostro esercito, il numero totale delle unità del nostro esercito sarà inferiore a quello di un normale RTS, quindi più facilmente gestibile, e tutto questo dimezzerà i tempi morti senza eliminare la componente strategica; un gameplay che punta quindi alla semplificazione, senza però eccedere.
Uno dei pochi difetti del titolo è però rappresentato dall’IA delle unità che, a volte, potrebbero rimanere immobili a fissare i propri compagni falcidiati dai nemici, mentre in altre occasioni potrebbero lanciarsi con urla belluine contro un povero contadino che passava per caso da quelle parti.
Battle Realms presenta tre gradi di sfida e quindi un livello di difficoltà adatto a qualsiasi tipologia di giocatore, dal più esperto al neofita, con un comodo tutorial che spiega le basi e le meccaniche di gioco.
Queste puntano sulla qualità delle unità piuttosto che sulla quantità e, sebbene tatticamente non presenti alcun tipo di innovazione, questa semplice formula richiederà qualche partita per essere interiorizzata, rendendo la curva di apprendimento naturale e non troppo ripida.
La presenza di due storyline separate rende necessario vincere due campagne per completare effettivamente il gioco e, oltre a questo, nel 2002 è stata rilasciata un’espansione ufficiale, Battle Realms: Winter of the Wolf, che aggiunge un’ulteriore campagna in single player più la correzione di qualche bug.
Sono inoltre presenti, come in ogni RTS che si rispetti, una modalità schermaglia con cui confrontarvi con la CPU e una modalità multiplayer online che risulta abbastanza macchinosa, difficile da utilizzare e poco efficiente.
Nonostante sia un titolo oramai superato a livello tecnico, Battle Realms può risultare godibile anche per i videogiocatori moderni in virtù delle caratteristiche del suo gameplay e della sua ambientazione storico/fantasy che trasporta questi in un mondo fittizio ma, per certi versi, plausibile e accattivante.
Fra katane e magia il giocatore guiderà il suo Clan alla conquista del mondo scegliendo in che modo farlo: se seguendo l’onorevole via del bushido oppure tramite violenza e sangue.
Gioco a pallacanestro da quando ho 5 anni e mi piacciono i libri scritti da gente morta almeno un secolo fa. Per il resto tutto bene.
30 Maggio 2017
28 Gennaio 2017
24 Novembre 2016
12 Novembre 2016
1 Ottobre 2016
Gioco a pallacanestro da quando ho 5 anni e mi piacciono i libri scritti da gente morta almeno un secolo fa. Per il resto tutto bene.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.