Sicuramente le avete sentite. Magari si tratta addirittura di una vostra amica, una fidanzata, una sorella minore o magari proprio voi che state leggendo. Sono le sovraeccitate che aspettano la serata da tempo. Tirano su la gonna e si depilano per andare allegramanete a troieggiare in giro con qualche amica.
Le più organizzate possono scegliere tra locale con camerieri palestrati a torso nudo, spettacolo burlesque, musica sudamericana con ballerini preposti ad “animare” la festa, o la banale cena + discoteca con spogliarello maschile come fulcro della serata. Questo è in media l’esercizio della libertà femminile in questa giornata. Insomma non vedono l’ora di perdere la propria dignità la sera in cui si fa memoria di questa nella storia.
Il termine storia non è a caso, infatti almeno tutti una volta avranno sbirciato Wikipedia alla ricerca di maggiori informazioni sulla suddetta. La festa infatti è molto datata. Nata addirittura un secolo fa da un’assemblea femminile per la conquista innanzitutto di quel diritto di votare che oggi possiamo dare per scontato, ma non solo, per una considerazione nuova della donna in genere nel mondo del lavoro e in casa. Una giornata sopratutto nata e rivendicata dalla cosiddetta sinistra femminista un po’ farlocca IMHO, ma tant’è.
Personalmente trovo che ci siano due situazioni palesemente assurde in tutta questa faccenda: una è la sopracitata, dove non vedo altro che una strana e perversa ripicca nei confronti di una -non specificata e superficiale- categoria di uomini comunemente definita “Gli Stronzi“, che poi sarebbero tutti, salvo che poi però i suddetti pagano loro la manicure o gli stivaletti alla moda. In pratica la donna per celebrarsi, in barba ad ogni logica, per una sera si comporta come il tipo di uomo di cui si lamenta il resto dei suoi 364 giorni. Geniale.
Non fraintendetemi, non sto mettendo al patibolo chi troieggia in giro, sia mai, ma trovo assurdo farlo oggi come modo di celebrare l’essere donna. Donna = seduzione. Tutto qui?
Dall’altra parte della trincea non dobbiamo dimenticarci invece di quelle brutte racchie pelose delle femministe. Le femministe. Già fa ridere. Perchè in fondo non è altro che un altro tipo di illogic woman. Ecco un’esemplificazione: tu donna che sei stata sottomessa per secoli, ora rendi pan per focaccia millantando la superiorità del tuo sesso. Non negatelo, l’avete pensato anche voi, è assolutamente geniale anche questo. Ovviamente per far parte di questi gruppi bisogna essere lesbiche, o non essere sposate. Bisogna bastarsi da sè, ma se fosse stato così, l’essere umano decine di migliaia di anni fa non si sarebbe messo in società.
Insomma, entrambi questi poli della donna non fanno altro in qualche modo di emulare comportamenti tipicamente maschili: rendere la donna un oggetto, e non considerarla alla pari.
Mentre basterebbe ammettere che uomini e donne sono diversi, hanno esigenze diverse, e comportamenti diversi, ma pari diritti. E’ che secondo me il problema poi oggi non son tanto le donne, di cui si parla continuamente e il cui status, Ruby e Minetti a parte, non può che migliorare. La figura che trovo più in crisi è quella degli uomini a ben pensare.
Si trovano davanti una super donna, che non ha bisogno di protezione perchè fa boxe, non ha bisogno di chi gli costruisce o sistema armadi perchè adesso c’è l’Ikea, non piega i calzini, non cucina e ti frega pure la poltrona dove leggere il giornale. E allora significa forse che i ruoli non si stanno modificando, ma si stanno invertendo?
Va beh, non è poi così grave. Io per esempio gli uomini in grembiule li trovo sexy, voglio dire, se indossano solo quello.
Adios,
Derpina
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Per chi volesse ecco degli spunti per ricordarsi il significato di questa giornata, diversificandosi dalle oche di quartiere, a Roma e Milano, anche con i vostri uomini:
Milano: qui
Roma: qui
Non perdete l’eccezionale occasione di andare al BIOPARCO!
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