La storia dei videogiochi è costellata di molteplici connessioni, dirette e indirette, con le altre arti visive: fumetti, libri e film hanno sempre rappresentato delle basi, con i loro personaggi e universi narrativi, per la creazione di videogames, fin dalla nascita degli stessi. Da Atari, passando per il Super Nintendo, fino a piattaforme più moderne e facili da richiamare alla memoria come la PlayStation, all’interno del parco giochi di queste piattaforme sono sempre stati presenti numerosi titoli direttamente collegati a qualcuna delle categorie artistiche sopracitate.
Gli esiti di queste collaborazioni non hanno sempre dato risultati soddisfacenti e, come in ogni ambito, per ogni capolavoro sfornato c’è sempre un bidone immondo da gettare nel dimenticatoio; alcuni titoli sono stati portatori di innovazioni e assurti al rango di classici, mentre altri non hanno generato altro che rabbia e pensieri suicidi nei giocatori. In questo marasma, un videogame che viene spesso colpevolmente dimenticato, nonostante alcuni aspetti di sicura innovazione, è XIII: FPS pubblicato da Ubisoft nel 2003 (per le principali piattaforme dell’epoca) e basato sul fumetto omonimo di Jean Van Hamme e William Vance.
Un presidente (stranamente, americano) viene assassinato e un uomo senza memoria viene soccorso, gravemente ferito, su una spiaggia. L’unica cosa in suo possesso è la chiave di un armadietto e un numero romano, il XIII, tatuato sulla spalla destra; ancora intontito e spaesato verrà attaccato da degli assassini capitanati da un uomo chiamato “La Mangusta”, dai quali viene accusato dell’omicidio e costretto a fuggire, alla ricerca della salvezza e del suo passato. L’incipit del gioco (e contestualmente del fumetto) può sembrare un banale cliché ma l’opera cartacea è del 1984 (influenzata dal libro The Bourne Identity, da cui è tratta la serie di film omonima) ed è stata di ispirazione per molte opere successive, sia letterarie che cinematografiche.
Il vero punto di forza del gioco, per funzionalità e innovazione. Completamente in cell shading e con voluti rimandi al genere comic, XIII fa di questa peculiarità visiva il suo fiore all’occhiello. Saranno quindi presenti caratteristiche proprie del genere, come balloon o vere e proprie onomatopee per suoni e spari, dando la sensazione di giocare un fumetto interattivo. Nonostante infatti una apparente semplicità, gli ambienti di gioco e i personaggi (al netto di qualche animazione non troppo naturale) sono ben realizzati e visivamente di impatto, capaci di donare una buona immedesimazione e veramente apprezzabili dal mero punto di vista artistico. Sia personaggi importanti ai fini della trama che la semplice carne da cannone sono ben caratterizzati, senza un eccessivo lavoro grafico che avrebbe potuto appesantire troppo il tutto. Il risultato è infatti un’esperienza visiva funzionale e appagante, perfettamente in grado di sopportare le fasi di gioco convulse di un FPS ma senza perdere la propria unità espressiva e funzionale.
Il sonoro fa il suo lavoro senza strafare e puntando all’efficienza. Sia le musiche di gioco che quelle del menu sono calzanti e perfettamente integrate nell’ambientazione di gioco, senza picchi di lirismo e molto coerenti con le situazioni di gioco. Altro punto di forza di XIII è il doppiaggio originale (con David Duchovny che presta la voce al nostro protagonista) che regge egregiamente anche nella versione italiana. Unica nota negativa sono gli effetti sonori che, alle volte, possono non essere sentiti perfettamente nell’ambiente di gioco.
Tutte queste belle premesse dal punto di vista estetico, non vengono seguite dal gameplay che non fornisce una base solida per esaltare tutto questo, pur non discostandosi dai canoni di un FPS classico. Tendenzialmente, XIII risulta essere un titolo abbastanza lineare, nonostante una certa varietà di luoghi e situazioni; alcune parti possono risultare effettivamente ostiche, ma in generale la modalità di risoluzione delle situazioni di gioco è prestabilita e difficilmente il giocatore potrà risolverla in maniera diversa, sentendosi di fatto costretto. L’IA dei personaggi è abbastanza deficitaria, i nemici avranno delle decisioni non realistiche che minano notevolmente il grado di sfida del gioco e tempi di reazioni lentissimi, i nostri avversari ci spareranno addosso solo alcuni secondi dopo averci visto. Nonostante questo, la componente FPS è senza infamia e senza lode: un buon parco armi (ben 12), boss da affrontare durante il dipanarsi della trama e speciali skill da acquisire tramite dei dossier, che ci aiuteranno anche a ricostruire il passato del nostro personaggio. Vari checkpoint saranno sparsi per i livelli, dandoci la possibilità di ripartire da essi qualora venissimo uccisi.
XIII non offre un enorme grado di sfida, neanche alla massima difficoltà. Sia la IA che le stesse situazioni di gioco non concorrono a creare scenari particolarmente spinosi e il giocatore è spinto a finire il gioco solo in virtù della trama, coinvolgente e molto intricata. L’unica difficoltà è data da un sistema di salvataggio osceno: sarà infatti possibile effettuare dei quick-save durante la partita, ma questi, una volta caricati, ci faranno ripartire non da dove avevamo salvato ma dal checkpoint precedente più vicino.
XIII è un FPS che fa la voce grossa nella sola modalità a giocatore singolo, nonostante una modalità multiplayer che oramai dovrebbe essere in disuso data l’anzianità del titolo. Difficilmente, una volta completato, verrà rigiocato, a meno di qualche oggetto particolare perduto lungo il tragitto, ma la prima esperienza di gioco sarà indubbiamente godibile e intensa.
XIII è un gioco che merita di essere giocato. Nonostante pecche realizzative di un certo tipo, la trama e la particolarissima componente visiva lo rendono un titolo molto affascinante per il videogiocatore medio, che percorrerà quindi la strada del protagonista alla ricerca del suo passato. Tra intrighi politici, sparatorie e complotti riuscirà il nostro XIII a scoprire la sua identità ?
Gioco a pallacanestro da quando ho 5 anni e mi piacciono i libri scritti da gente morta almeno un secolo fa. Per il resto tutto bene.
23 Ottobre 2017
30 Maggio 2017
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