A chi ha letto quel gran libro di 1984 non sarà sfuggito che i tempi che viviamo oggi non si discostano molto dalla visione distopica ideata dalla mente di George Orwell. E non dico questo perché “LORO CCI COTNROLANO, I MASSONI RTETTIGLIANI CON LEBBANKE!”, no, nessuno per fortuna impone la sua volontà su di noi nei modi descritti dal libro. Lo affermo perché per meccanismi involontari e grande stupidità del genere umano alcune delle formidabili visioni dello scrittore inglese hanno preso vita e convivono con noi ogni giorno. Un esempio? Parto dal più infelice di tutti: Berlusconi. (Bene adesso che ho la vostra attenzione forse arriverete fino in fondo all’articolo)
“Whoever controls the past controls the future, whoever controlls the present controls the past”
Il nano malefico è ben lontano dal dittatore dell’Oceania (sono tutti e due bassi è vero, ma fine), però una cosa riesce a fare lui con estrema maestria, ugualmente al Ministero della verità: cancellare i ricordi di una persona, riscrivere la realtà, negare l’evidenza.
Se Goldstein è sempre stato un nemico, allora anche il temibile MARIOMONTEH è sempre stato il diavolo in terra: nel giro di un anno, da dimesso, il cavaliere ha sia sostenuto con la piena fiducia ed il voto alle riforme il nuovo presidente del consiglio, sia negato tutto, e insultato il BANKIERE colpevole di “riforme inique”, promettendo di cancellare con un colpo di spugna tutto ciò che di cattivo ha fatto all’Italia. Ma non si è fermato qui, è anche riuscito a convincere la sua compagna preferita, la signora Lega Nord a correre con lui, anche se questo folto manipolo di galantuomini ha fin da subito deciso di tagliare tutti i ponti col Partito Dei Lecchini, sostenendo come non fosse possibile allearsi di nuovo con chi ha votato le riforme del COVERNO DEI PROFESSORONI. U MAD MARONI?! Potrebbe certo trattarsi di solita ipocrisia politica, anche una Santanchè qualunque sosteneva una volta che l’unica posizione che Berlusconi vedeva per una donna era orizzontale su un letto (non ci credete? Ecco qui ), poi, forse dopo aver provato anche lei quella posizione ha deciso di lodarlo, come un indiano può lodare una vacca.
Ma non sono solo questi gli elementi che mi fanno affermare quel che dico. Avete presente gli schermi perennemente accesi nelle abitazioni di ogni cittadino? A quale altra funzione potrebbe mai essere assimilato Facebook? Nessuno ci tiene d’occhio, (se ancora non l’avete capito le foto delle vostre vacanze ad Alassio non interessano a nessuno, fatevene una ragione!) ma tutti ci tengono d’occhio! E non solo quando scriviamo che “Ci fa schifo l’ipocrisia della gggente, in particolar modo quella di Abberluscone” nei nostri status, ma in tutti i nostri lati peggiori: foto imbarazzanti, opinioni idiote, conversazioni in chat pericolose. Tutto registrato perché all’occorrenza ci possa essere negato un posto di lavoro, perché la gente possa farsi un’impressione su di noi ed emettere giudizi se tante le volte dovesse accaderci qualcosa e il nostro profilo diventasse la nostra vetrina. O ancor di più: inesauribile fonte di prove nel caso in cui fossimo sospettati di qualche reato. State attenti quando vi pavoneggiate delle canne o delle vostre bravate con gli amici in chat, che non si sa mai.
Sono tanti comunque i fatti che mi fanno pensare a come stiamo velocemente scivolando verso un futuro quanto mai triste e malaugurato, come ad esempio la diffusione del gioco di azzardo, concorsi e scommesse che sono praticamente l’unica forma di divertimento nell’incubo di Orwell. Tuttavia uno in particolare è il punto che più di tutti ha acceso la mia immaginazione: in 1984 si parla di Neolingua. Anzi si parla CON la Neolingua: un linguaggio creato ad hoc dai funzionari statali perché la gente non abbia modi per esprimersi, e quindi per pensare. Con tutte le limitazioni del caso, non so se a voi ha fatto lo stesso effetto, ma oltre la naturale fastidiosita’ dello spot, il concetto trasmesso da “2 Shaka” mi ha fatto pensare proprio alla Neolingua. Non sto qui a dissertare su come uno slang non si possa imporre televisivamente dall‘alto, ma riscuote successo proprio perché nasce dal basso, dalle persone, come espressione di una subcultura-comunità che vi si riconosce. No. Sono qui per dire che almeno a me uno spot che inizia con la frase “Gli eschimesi hanno mille modi per dire neve (con tono di voce triste) – noi ne abbiamo uno solo per dire mille cose: SI CHIAMA SHAKAAAA!” (alzando il tono con una simpatia DAVVERO CONTAGIOSA) lascia interdetto. Non quanto Emanuele Filiberto che ritiene più sexy una sigaretta elettronica che una gnocca, certo (imho è il prossimo che troveremo a far festini con qualche trans). Ma per me è quanto di più sbagliato si possa dire a dei ragazzini che guardano la televisione, e che ormai si esprimono con un linguaggio sempre più povero e scorretto (i commenti su Facebook, il teleschermo sempre acceso, ne sono la prova continua). Ma forse sono solo io l’idealista che si fa tanti film mentali, e vede il marcio anche dove non c’è. Chissà…
Intanto, per travisare la frase chiave del libro “E tu, adesso che hai visto come sono veramente, riesci ancora a guardarmi?” – “E voi, adesso che avete letto come sono veramente, riuscite ancora a seguirmi?”
Se sì mi trovate su facebook o su Twitter
Vi lascio con una foto del Berlu coi baffi, e vi sfido a guardarla per più di 5 secondi senza sorridere. CHE MATTACHIONE!
(Ah, e se non lo avete già fatto leggetevi il libro, che è un vero capolavoro! Ciao!)
Davide Battisti
9 Gennaio 2017
5 Dicembre 2016
20 Novembre 2016
19 Novembre 2016
6 Novembre 2016
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.