L’Italia è sempre stata patria delle menti più brillanti e allo stesso tempo delle idee più folli, basti pensare al viaggio di Cristoforo Colombo (del tutto impossibile, se non fossero esistite le Americhe, cosa al tempo non nota) o ai marchingegni, all’epoca futuristici, di Leonardo Da Vinci per rendersene conto. Non sorprende dunque che proprio da un italiano, il dottor Sergio Canavero, all’inizio del 2013, sia stata proposta l’azzardatissima idea di tentare un trapianto di testa (anche se sarebbe più corretto chiamarlo di corpo) entro il 2017, facendo storcere il naso all’intera comunità scientifica.
La stragrande maggioranza degli esperti del settore, infatti, ritiene che le conoscenze e le tecnologie odierne non siano sufficienti a sostenere un’operazione di questa entità[1], ma nonostante ciò l’idea del dottor Canavero sembra andare avanti: in un paper pubblicato nel Febbraio del 2015 spiega con quali tecniche intenda eseguire l’intervento, e inoltre ha già trovato un paziente (affetto da una malattia degenerativa dell’apparato muscolare dovuta al progressivo danneggiamento dei nervi in prossimità del midollo spinale) disposto a subire questa rischiosissima operazione. Nell’idea del neurochirurgo l’intero processo si baserebbe sulla tecnica GEMINI, ideata dallo stesso Canavero, che può essere riassunta in due principi fondamentali: l’incredibile sottigliezza della lesione eseguita per separare l’encefalo dal resto del corpo di donatore ed ospite, e sulla minore importanza delle vie dei motoneuroni (fasci nervosi all’interno del midollo spinale, in rosso nella foto, composte da lunghissimi prolungamenti di neuroni situati nell’encefalo) rispetto alle vie alternative (in particolare il sistema interneuronale spinale). Il principio fondamentale dietro questa tecnica suppone che la maggior parte della regolazione del movimento sia appunto compiuta da vie nervose composte da tanti piccoli neuroni, rispetto al modello che vede come protagonisti gli assoni (prolungamenti neuronali lunghi fino a un metro), e che quindi una piccola lesione sia facilmente riparabile (infatti danni ad assoni molto lunghi sono molto spesso irreversibili, senza proporzionalità con l’ampiezza del taglio) e permetta un quasi totale recupero di funzionalità.[2]
Oltre a questo l’intera operazione deve essere eseguita a temperature bassissime: i neuroni infatti sono tra le cellule più fragili dell’organismo, le prime a soffrire dalla mancanza di ossigeno (basti pensare che in un infarto cardiaco il primo organo dopo il cuore a subire danno è il cervello, nel giro di appena dieci minuti!), quindi è necessario applicare altre tecniche molto complesse per mantenere in vita il cervello del paziente.[3]
Se non bastassero le difficoltà intrinseche all’operazione, l’intero processo è malvisto anche dal punto di vista bioetico ed immunologico: il primo contesta l’aspetto emotivo del paziente, dovesse l’operazione avere successo, in quanto sono del tutto sconosciuti gli effetti sulla psiche dello svegliarsi, guardarsi allo specchio ed avere la faccia di un’altra persona[1], per non parlare delle possibili difficoltà nell’interpretare le informazioni sensoriali o gestire gli output motori di un corpo che non si conosce. Dal punto di vista immunologico invece viene aspramente criticato il fatto che sia stata trascurata la possibilità del rigetto, il motivo per cui tutti i passati tentativi di trapianto di testa su animali hanno portato alla morte della cavia entra le due settimane dall’intervento tra orribili sofferenze, tanto che il presidente dell’associazione americana di neurochirurgia ha detto che non si augurerebbe un intervento del genere per nessuno, in quanto “ci sono molte cose peggiori della morte”[1].
Alla luce di tutto questo sembra piuttosto ovvio che la possibilità che l’intervento abbia successo sia tendente a zero:
-prima dovrebbe rivelarsi vera l’ipotesi relativa al sistema interneuronale spinale;
-poi dovrebbe esserci una buona resistenza dell’encefalo trapiantato al danno da mancanza di ossigeno;
-ciò dovrebbe essere seguito da un’ottima risposta alla microincisione necessaria a riunire l’encefalo ed il midollo spinale dei due individui;
– una volta che il danno da rigetto sia contenuto si può sperare che le conseguenze psicologiche siano tollerabili.
A questo punto rimane solo da sperare o che l’intervento venga posticipato, magari in un futuro in cui un progetto del genere sia realizzabile con meno rischi e difficoltà, o che il piano d’intervento sia ben congegnato sotto tutti gli aspetti, nonostante l’opinione della comunità scientifica, e che, con decenni di anticipo, si riesca a mettere le mani su una tecnica capace di migliorare la qualità della vita di tutte quelle persone che rischiano di finire intrappolate all’interno del proprio corpo.
FONTI:
[2]http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4322377/
[3]http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3821155/
Vengo da Prato, classe 1994, studio medicina a Firenze e scrivo articoli più per senso civico che per amore per la scrittura. Sono sempre stato appassionato di scienze, dall'astronomia alla zoologia, ma come lascia intendere la mia "carriera" sono particolarmente affascinato dall'ambito medico-biologico, e vista la pessima informazione in questo senso che viene fatta in Italia, mi sembra doveroso cercare di riportare il più fedelmente possibile le scoperte più recenti, o spiegare perché certe teorie che girano su internet siano poco più che truffe. Per il resto ho il pallino dei giochi di ruolo (da tavolo e videogiochi) e dei dank memes ma mi diverto anche a pasticciare in cucina.
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Vengo da Prato, classe 1994, studio medicina a Firenze e scrivo articoli più per senso civico che per amore per la scrittura. Sono sempre stato appassionato di scienze, dall'astronomia alla zoologia, ma come lascia intendere la mia "carriera" sono particolarmente affascinato dall'ambito medico-biologico, e vista la pessima informazione in questo senso che viene fatta in Italia, mi sembra doveroso cercare di riportare il più fedelmente possibile le scoperte più recenti, o spiegare perché certe teorie che girano su internet siano poco più che truffe. Per il resto ho il pallino dei giochi di ruolo (da tavolo e videogiochi) e dei dank memes ma mi diverto anche a pasticciare in cucina.
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