Le bolle economiche, o speculative, sono aumenti incontrollati e non giustificati, se non dall’euforia delle masse, del prezzo di un bene, che si concludono con il crollo del prezzo del bene stesso.
Nel 1637 scoppiò la prima grande bolla economica, la “Tulipomania”. La storia del tulipano è molto affascinante: questo coloratissimo fiore venne introdotto in Europa dalla Turchia verso la fine del 1500 e la pianta si impose molto rapidamente nei Paesi Bassi come status symbol ricercato dalla classe media; presto cominciò anche la sua coltivazione e i bulbi si diffusero sempre di più anche al di fuori dei confini olandesi. Il tulipano risultava essere un fiore così affascinante perché era diverso da tutti quelli conosciuti all’epoca: aveva dei petali così saturi di colore che nessuna pianta autoctona poteva competere con essi.
Alle varietà del tulipano venivano affidati nomi esotici per renderli più appetibili agli acquirenti: Vicerè, Generale, Ammiraglio, Alessandro Magno, e altri nomi ancora più strani e altisonanti, il cui limite era solo la fantasia del coltivatore. Questi appellativi sottolineavano le qualità del fiore: più era colorato e i colori vari, più il nome era esotico e più il prezzo saliva. Vi era un motivo per cui i colori del tulipano erano così speciali: c’era sì la capacità dell’artigiano di saper incrociare i fiori per ottenere pattern diversi, ma questo accadeva in realtà per via del “Tulip breaking virus”, il virus del mosaico del tulipano. Questo virus rendeva i bulbi meravigliosi, incrociandone colori e forme, ma li rendeva molto deboli e non permetteva loro di riprodursi: la maggior parte dei bulbi che diede vita alla bolla era sterile e fragile; a oggi infatti la maggior parte di quei magnifici fiori è estinta e non esiste più.
I prezzi cominciarono a slegarsi dal valore reale quando si iniziarono a negoziare i diritti sul bulbo, pagando un acconto per “prenotarlo” e il resto alla consegna del fiore. Questo contribuì ad alimentare la bolla, che crebbe notevolmente. L’euforia per i tulipani fu tale che molte persone cominciarono a vendere i propri beni, tra cui gli immobili, che videro un crollo dei prezzi, per accaparrarsi uno di questi fiori, considerati veri e propri beni di investimento. Gli operatori del mercato dei tulipani speculavano in base all’andamento delle scorte: acquistavano quando erano ampie e vendevano quando si riducevano; così facendo si assicuravano lauti guadagni. Tutti erano ormai coinvolti e non c’era ormai soggetto che non credeva che la passione per questi fiori sarebbe durata per sempre.
Tra i tulipani venduti a un prezzo altissimo possiamo ricordare il Vicerè, che veniva venduto per una cifra che oscillava tra i 3000 e i 4150 fiorini, e il Semper Augustus, pagato la cifra record di 6000 fiorini: fu il tulipano più pagato di sempre. Questi prezzi sono molto rilevanti se si pensa che un lavoratore medio guadagnava circa 150 fiorini l’anno: il Semper Augustus valeva quindi quanto 5 ettari di terreno.
Il gioco, però, si ruppe. Questo avvenne all’asta di Alkmaar, il 5 febbraio del 1637, dove centinaia di lotti di bulbi vennero venduti per 90.000 fiorini. A questa ne seguì un’altra ad Haarlem, che però andò deserta: scoppiò il panico tra le persone e tutti cominciarono a vendere senza sosta, provocando il crollo dei prezzi. In seguito alla perdita di valore, molti non onorarono i propri debiti perché troppo elevati rispetto alla quotazione dei fiori, portando a inadempienze di massa. I tribunali riconobbero nelle speculazioni le obbligazioni naturali del gioco d’azzardo, e i creditori dovettero quindi rinunciare all’adempimento da parte dei loro debitori. Allo scoppio della bolla seguì perciò una depressione del sistema economico olandese.
Poco tempo dopo lo scoppio della bolla venne proclamato un decreto dal parlamento olandese che trasformava tutti i contratti futures (cioè quelli sui bulbi dei tulipani) sottoscritti dopo il 30 novembre 1636, in contratti d’opzione con una penale al 3,5%. Il mutamento fu rilevante perché il sottoscrittore del contratto fu autorizzato a non onorare il contratto pagando la penale, anziché essere obbligato ad adempiere.
La “Tulipomania” può quindi essere considerata la prima grande bolla speculativa della storia.
L’Olanda, pur essendone rimasta gravemente colpita, rimane ancora oggi il più grande esportatore al mondo di questi coloratissimi fiori.
Studente di Economia, appassionato di finanza, marketing e tecnologia
15 Marzo 2017
14 Marzo 2017
Studente di Economia, appassionato di finanza, marketing e tecnologia
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