Buongiorno miei piccoli gattini decorticati!
Non potevo esimermi dal dire la mia sul tema caldo del momento: la Sperimentazione Animale (SA).
Come ben sapete, negli scorsi giorni i miei colleghi hanno organizzato numerosi flash mob in tutta Italia, per sensibilizzare la popolazione in merito alla disinformazione che regna su questo argomento grazie a gente con troppo tempo libero agli animalisti. In questo articolo non ripeterò le motivazioni per cui sia ancora in uso la SA e per cui non se ne possa ancora fare a meno, né come essa sia ormai strettamente regolamentata in modo da garantire che l’animale non soffra: queste informazioni potete trovarle in siti molto più autorevoli di questo.
Oggi mi limiterò solamente a fare un piccolo e incompleto excursus sui grandi classici delle Neuroscienze: gran parte di ciò che sappiamo attualmente sul cervello umano, su come è fatto e su come funziona, lo dobbiamo infatti proprio alla ricerca che ha utilizzato animali. Ommaigod maledetti scienziati assassini!!! D’altronde purtroppo è ancora vietato andare ad aprire calotte craniche di gente a caso per vedere come funzionano i neuroni al loro interno.
Partiamo con il simpaticissimo Calamaro Gigante. Lo so, non è puccioso come un beagle di Green Hill, ma la caratteristica di questo amabile esserino, a parte l’essere in grado di sfamare metà del Burkina Faso con una grigliata, è quella di avere degli assoni di circa un millimetro di diametro, in confronto ai pochi micrometri di quelli degli altri esseri viventi. Per capirci, l’assone è il prolungamento del neurone che permette la comunicazione con le altre cellule nervose. Immaginate la gioia dei futuri premi nobel Hodgkin e Huxley negli anni ’40 quando si resero conto di avere a disposizione un coso sovradimensionato che permettesse loro di studiare agevolmente come si trasmette il messaggio da un neurone all’altro, prima dell’avvento dei moderni microscopi e delle microtecnologie.
Aplysia. Guardatela, come vi implora di salvarla dallo scienziato sadico con i suoi occhietti bavosi. Questo tenero nudibranco è valso invece un Nobel al professor Kandel, autore di uno dei più diffusi manuali di neuroscienze. Grazie al suo sistema nervoso semplicissimo, questo adorabile mucchietto di mucosa ha infatti permesso di scoprire delle fondamentali leggi sul condizionamento e sull’abituazione, in parole povere: ci ha permesso di capire come rispondono i neuroni durante una forma rudimentale di apprendimento.
Drosophila melanogaster. Non è un tesorino? Ecco un altro “organismo modello” per la ricerca biomedica. No, non modello nel senso che è “bella, bella in modo assurdo”, ma nel senso che, per le sue caratteristiche biologiche e perché –UDITE UDITE- il suo genoma è parecchio simile a quello umano, viene utilizzata in laboratorio per ricreare le mutazioni genetiche più disparate e per vedere come esse si riverberano sul comportamento: è inutile che vi dica che tutto ciò potrà servire a trovare la cura per numerose malattie mentali e neurologiche a base genetica, vero?
Gattini teneri, topini soffici, scimmiette patatose. Grazie amici, senza il vostro aiuto probabilmente al giorno d’oggi saremmo ancora in balìa dei frenologi, cioè quelli che erano convinti di poter diagnosticare i disturbi mentali in base ai bozzi sul cranio. Per merito degli studi su questi mammiferi sappiamo ormai quasi perfettamente come funzionano il sistema visivo, quello motorio, quello uditivo e quello tattile. Sappiamo come viaggia l’informazione e come essa viene elaborata sia nella corteccia che nei nuclei profondi del cervello, sia a livello chimico che elettrofisiologico.
Gli studi e gli animali da ringraziare sono infiniti e sicuramente non ho reso giustizia a tutti. Vi lascio però con questo filmato. E vi ricordo che, senza gli skyenziati sadici INISSVSSV che hanno coraggiosamente sperimentato questo trattamento sulle scimmie, queste persone sarebbero ancora lì a fare l’harlem shake perenne.
E ora devo salutarvi, mi aspetta il NWO per brevettare una nuova forma di tortura per piccoli rattini indifesi.
Oliver
Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
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Il Dr Oliver Sucks nasce numerosissimi anni fa in un paesino imprecisato del Uaiòming. Dopo un’infanzia e un’adolescenza assolutamente mediocri, si iscrive al corso di Psicologia e Neuroscienze della scuola Radioelettra di Torino e si laurea col massimo dei voti. Consegue poi un dottorato in Neurotuttologia alla CEPU e infine corona il suo sogno scientifico diventando emerito professore di Cognitive Neuroscience alla Fave University. Da qualche tempo, nei momenti liberi tra un simposio, una conferenza e una frustata ai suoi dottorandi, si dedica alla divulgazione di argomenti neuroscientifici per voi giovani topini da laboratorio di IMDI. E’ anche un accanito fan degli Elio e le Storie Tese, nel caso non ve ne foste già accorti. http://www.facebook.com/ilDottorSax
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