Facendo il mio solito giretto tra i banchi del supermercato, stamattina mi sono imbattuto in una strepitosa offerta, cozze di Gaeta a 29 centesimi l’etto (!) e così mi son detto “quale migliore occasione per inaugurare una rubrica culinaria sulla nuova IMDI.”
La ricetta che vi propongo è semplice e veloce, ideale per stupire i vostri commensali senza sudare troppo davanti ai fornelli ma sopratutto senza dilapidare una fortuna alla cassa del supermercato. Scegliendo infatti le cozze al posto delle ben più pregiate vongole, andremo ad ottenere un piatto comunque eccellente dal punto di vista organolettico ma con un grado di spesa molte volte inferiore. Basti solo pensare che il prezzo medio di un chilo di cozze non in offerta oscilla intorno ai 5€ mentre quello di un chilo di buone vongole veraci può arrivare a superare tranquillamente i 15€ e questo restando nell’ambito dei prodotti di allevamento.
Le protagoniste assolute sono le cozze, questi molluschi bivalvi molto diffusi nei nostri mari sono anche oggetto di un allevamento intensivo che ne standardizza la qualità abbattendo anche i costi di produzione e vendita al dettaglio. Quando le acquistate fate molta attenzione al lotto di produzione e alla provenienza, essendo un prodotto altamente deperibile è sconsigliabile andarle a prendere di provenienza estera e controllando l’etichetta è anche possibile verificare la data di produzione, assicuratevi in questo modo di avere tra le mani un prodotto non più vecchio di 24/48 ore al massimo. Le cozze infatti devono arrivare vive a contatto con il calore della vostra padella, altrimenti potreste incorrere in malattie e intossicazioni anche gravi.
Un ultima accortezza all’atto dell’acquisto, verificate se il banco pescheria o il vostro pescivendolo di fiducia sono dotati di una centrifuga per molluschi, questa eliminerà per voi tutti i cirripedi e altre impurità presenti sul guscio esterno della conchiglia agevolandovi di molto qualsiasi successiva operazione di mondatura.
Passiamo adesso alla ricetta vera e propria, per dei perfetti spaghetti alle “vongole dei poveri” vi occorreranno:
Per prima cosa immergete le cozze in acqua leggermente salata e procedete a sciacquarle una ad una, eliminando le eventuali tracce di “barbetta” presenti nello spazio tra le due conchiglie (la “barbetta” è un piccolo cespuglietto di alghe presente all’interno della cozza, è del tutto naturale e fa parte del sistema filtrante con cui si nutre l’animale), nel caso in cui il vostro negoziante fosse sprovvisto di una centrifuga meccanica per la pulizia di questi animali, procedete voi stessi a strofinarle vigorosamente una ad una sotto l’acqua corrente (mai calda), magari aiutandovi con una spazzola o un coltellino.
Nel frattempo mettete a bollire abbondante acqua in una pentola capiente, all’incirca un litro per ogni etto di pasta.
Con le cozze a bagno e l’acqua sul fuoco possiamo finalmente dedicarci alla preparazione vera e propria, operazione che non prenderà più tempo di quello necessario all’acqua per arrivare a temperatura di ebollizione. Schiacciate due becche d’aglio col palmo della mano o con l’aiuto di un coltello a lama larga se preferite non sporcarvi le mani, così da rendere più agevole la sbucciatura degli spicchi. Una volta spogliati procedete ad affettarli finemente in senso trasversale.
Prendete un piccolo pezzo dalla scorza di un limone non trattato in superficie, non c’è alcuna necessità di andare a strapagare per un inutile prodotto biologico, anche perché persino in alcuni di quelli nei sacchetti sono assenti questo tipo di trattamenti, di solito riservati al prodotto estero di importazione. Basta fare caso alla provenienza o, se si vuole alzare un tantino il livello, optare per uno di quei bei limoni sfusi con ancora le foglie attaccate, dalla buccia spessa e con un intenso profumo di sud.
Dite al vostro giardiniere di andare a cogliervi un mazzetto di prezzemolo fresco della vostra tenuta.
Lavate e mondate il prezzemolo tritandolo non troppo finemente, anche se andrà aggiunto alla fine fa sempre comodo avere le cose già pronte e in più l’acqua per la pasta probabilmente ancora non bolle. Conservatene un rametto intero da aggiungere a inizio cottura per sfruttare l’intero spettro aromatico della pianta sia a cotto che a crudo.
Scaldate una padella capiente con abbondante olio E.V.O. con cui andrete a soffriggere brevemente la vostra base aromatica di aglio, limone, prezzemolo ed eventualmente peperoncino. Per brevemente, intendo proprio solo fino a quando non sfrigola, il peggior errore che potete fare in questa ricetta sarebbe bruciare l’aglio.
Tempo un minuto, scolate bene le cozze e versatele in padella a fiamma veramente euforica dandogli subito una rapida mescolata per fargli prendere calore uniformemente.
Superata la prima fase di shock termico le cozze inizieranno pian piano ad aprirsi, questa è la cartina da tornasole per verificare se avete fatto un buon acquisto (a 2,90€). Dei molluschi di buona qualità devono aprirsi subito ed emanare un paradisiaco profumo di spiaggia libera sin dal primo contatto con la padella rovente. Procedete quindi versando il vino, tutto o mezzo sono due scuole di pensiero differenti, dipende se preferite trovarvi o meno con una o due dita di fumetto in fondo alla padella. Personalmente mi piace ottenere il più possibile dalle mie ricette e del buon brodo di frutti di mare può essere riutilizzato in mille modi differenti, dai risotti alle bruschette o persino per insaporire altro pesce, in più è facilissimo surgelarlo per averlo sempre a portata di mano.
Coprite con un coperchio e lasciate cuocere bene, indicativamente per tutto il tempo necessario alla cottura della pasta. Nel frattempo controllate l’acqua e se bolle (non prima) aggiungetevi un pizzico di sale grosso ogni 100 g. di pasta, un cucchiaio da cucina dovrebbe andar bene per i nostri due etti e mezzo. State attenti a non esagerare perché le cozze sono un prodotto ittico che, come gran parte dei frutti di mare, porta con sé già molta sapidità.
La scelta della pasta: come suggerisce il titolo, quello che stiamo cercando di ottenere qui è un grande piatto dal minimo impatto sulle vostre tasche, ma visto il risparmio garantito dall’acquisto delle nostre “vongole dei poveri” vi consiglio di non lesinare qualche centesimo in più su una buona pasta. I parametri sono pochi ma essenziali, tenore proteico superiore al 13% e trafilatura al bronzo, uno per la tenuta in cottura e texture generale del piatto, l’altro per far trattenere alla pasta il meglio del nostro sugo. Dopo il sale e quando l’acqua riprenderà a gorgogliare vistosamente, buttate i vostri spaghetti di lusso nell’acqua bollente.
In quei 30 secondi necessari a far ammorbidire la pasta quel tanto che basta per poterla immergere completamente, verificate che sul fronte delle cozze stia procedendo tutto per il verso giusto. Non abbiate timore ad alzare quel coperchio e date una bella smucinata al vostro intruglio.
Questo è quello che volevamo ottenere, tutte le “vongole” ben aperte e sughetto in restringimento. Adesso giù di mestolo e abbassate leggermente la fiamma, da questo punto in poi rimettere il coperchio rientra nelle vostre scelte personali sempre in merito a quel discorso su quanto brodino volete ottenere alla fine. Io ce lo rimetto perché, se pur vero che con l’evaporazione si concentrano i sapori, molti composti aromatici della base e delle cozze sono volatili e andrebbero dispersi, comunque nessun coperchio è mai a tenuta stagna al 100% quindi non preoccupatevi che il fondo si restringerà comunque a dovere nei prossimi 10 minuti.
Adesso la parte sommersa degli spaghetti dovrebbe essere sufficientemente flessibile da potersi piegare senza spiezarsi, spingete delicatamente col mestolo e date una giratina propiziatoria alla vostra pasta per non far attaccare gli spaghetti tra loro e disperdere un po’ l’amido colloso che rilasciano all’inizio.
Fumatevi una sigaretta alla salute delle lobby del tabacco e quando sarete tornati dopo 6/7 minuti assaggiate un paio di spaghetti per verificare l’andamento della cottura. Soffiateci pure sopra ma non passateli sotto l’acqua, lo shock termico rassoderebbe la pasta falsando il vostro giudizio.
Terminata la cottura approssimativamente allo scadere dei 10 minuti scolate bene la pasta e preparatevi al matrimonio dell’anno. Lo Master Chief consiglia una cottura particolarmente al dente, con uno spaghetto ancora ben turgido sotto i vostri denti del giudizio, così da poter meglio sostenere la successiva fase di mantecatura con le cozze.
Scoperchiate la padella di Pandora e unite civilmente la pasta alle vostre strane “vongole” nere dalla forma oblunga.
Alzate al massimo la fiamma della vostra goose e aggiungete il prezzemolo fresco con un non nulla di burro per donare una irresistibile scioglievolezza alla vostra mantecatura insieme ad un filo d’olio a crudo.
Ripassate euforicamente la vostra pasta con le cozze, osate 4 salti in padella, rimestate senza dignità il losco contenuto della vostra padella come se non ci fosse un domani per la carriera politica dei detrattori di Erdogan! A questo procedimento non dovrebbe comunque essere permesso di perdurare per più di due o tre minuti al massimo, così da non compromettere l’integrità strutturale dello spaghetto e stracuocere il prezzemolo che abbiamo messo lì per donare una nota di fresco alla nostra ricetta.
Et voilà:
Eccoci allorsì giunti alla fine del nostro straordinario viaggio tra le pieghe della culinaria scienza! Abbiamo scalato le vette del gusto scavando nei meandri del nostro portafogli, con una spesa totale tra i 5 e 10 €uri portiamo sulla vostra tavola una cena elegante per due al prezzo di un pacchetto di sigarette. P e r v o i e p e r g l i a m i c i, per la vostra waifu o solo per postarla su Instagram un piatto di spaghetti alle vongole da fare invidia a chi per comprarsi le vongole i soldi che li ha per davvero.
Dalla vostra amichevole buona forchetta di quartiere è tutto,
ricordatevi di masticare piano e viva il polpettone!
30 Dicembre 2016
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