Quando pubblicai “Anni ’90 – Dagli 883 a Carmageddon”, qualcuno mi fece notare l’assenza di riferimenti a parti fondamentali della cultura pop novantiana. In particolar modo, i Simpson. Questo perché non mi ritenevo in grado di rendere giustizia a quella che è, per definizione, LA serie degli Anni ’90, nonché la serie animata più popolare di sempre in occidente, patrimonio culturale comune di più di una generazione.
Tagliandola molto breve, le prime 10 stagioni dei Simpson non hanno solo portato nell’immaginario comune l’idolizzazione dello sfigato (Homer, Bart e in generale tutti gli abitanti di Springfield), non hanno solo decretato il successo dei “cartoni animati per adulti” (no, non quelli che pensate voi) e generato molteplici e più o meno fallimentari tentativi di imitazione, ma sono tanto cazzute da essere riuscite a “sopravvivere” nel tempo, nonostante il progressivo e ineluttabile decadimento della serie. Infatti, se in un gruppo di amici dai 20 ai 35 anni ve ne uscite con un riferimento simpsoniano, anche oscuro, è matematico che qualcuno lo coglierà.
Detto ciò, è quasi bizzarro come i Simpson non siano mai entrati, se non di passaggio (es: “Milhouse is not a meme”) nella sfera cognitiva della sottocultura di internet. In realtà, una motivazione c’è: fino a pochi anni fa, i meme si rifacevano perlopiù alle mode del periodo e ai fatti di cronaca; il processo di “nostalgicizzazione” del web è roba più recente e dovuto al progressivo invecchiamento dei memehunters. E quindi non c’è da stupirsi che recentemente si vedano ovunque riferimenti delle prime stagioni dei Simpson. Ma da dove nasce tutto ciò? Beh, dal gruppo Facebook Simpsons Shitposting, uno dei rari casi dove l’aumentare dei membri, ora vicini a 150mila, non ha corrisposto a un calo sensibile della qualità. O forse, è proprio la sua peculiare natura a renderlo immune alla degradazione: se lo scopo del gruppo è, dal nome, lo shitposting, è impossibile peggiorare.
Da mesi, le reinterpretazioni di oscuri riferimenti simpsoniani stanno sempre più invadendo la mia bacheca; dal momento che la laurea in semiotica, oltre alla precarietà eterna, mi ha causato la necessità di interpretare e analizzare ogni cazzata, ho notato che nel tempo i personaggi più popolari su Simpsons Shitposting sono sempre gli stessi, e raramente corrispondono con i “protagonisti”. Ecco quali, e perché, in ordine ascendente in puro stile buzzfeediano.
5) Milhouse Van Houten
Essere l’amico sfigato di Bart, in cui giocoforza ci siamo identificati più di una volta, gli garantisce popolarità dagli albori del web, e Simpson Shitposting non fa eccezione. Tutti ridiamo di lui, ma tutti in fondo soffriamo insieme a lui.
4) Marge Simpson
L’unico dei personaggi principali, eccetto forse Homer, ad apparire costantemente sul gruppo. Il motivo? Piuttosto ovvio: con i suoi modi da amorevole casalinga contrapposti al suo carattere fiero e alla voce roca da trans, Marge è stata il sogno erotico di svariate generazioni.
3) Hans Moleman – L’Uomo Talpa
Tra le molteplici degenerazioni di quella che è probabilmente la scena più toccante nella storia dei Simpson (“DON’T FORGET: YOU’RE HERE FOREVER” che Homer trasforma in “DO IT FOR HER”), sul gruppo spicca “DON’T FORGET: YOU’RE GAY FOR MOLEMAN”, e qui ho detto tutto. Per quale motivo un artritico con la cataratta, vittima costante di incidenti quasi mortali, sia diventato l’husbando di Simpson Shitposting, non è chiaro neanche a me. Ma in fondo, diciamolo, siamo un po’ tutti gay per Moleman.
2) Moe/Boe Szyslak
Maleducato, antisociale, brutto, perennemente sfigato con le donne, depresso e dalle malcelate tendenze suicide, eppure sotto sotto dotato di un lato sensibile e con un’ovvia cotta mai ricambiata per Marge, non sorprende che Moe (o Bo, se dovete italianizzarlo) sia tra i personaggi più amati da un branco di sociopatici, secondo solo a…
1) Seymour Skinner
Se Marge è la waifu del tipico shitposter, Moleman l’husbando, Milhouse e Moe i personaggi in cui si identifica, Seymour Skinner è invece quello che vorrebbe essere. O forse, è più semplicemente il personaggio meglio caratterizzato e più affascinante di tutta la serie.
Odiato dagli studenti, con un passato traumatico, vergine a tarda età e condizionato vita natural durante dalla mamma, nonostante tutto ciò Skinner riesce comunque a spaccare i culi, a costituire un esempio di moralità e, in alcuni casi, di figosità per tutta Springfield. La citazione che preferisco di lui infatti non è quella forse più popolare degli “steamed hams”, ma l’immagine che ho appena postato: un monologo in cui ognuno di noi si ritrova sempre di più per ogni anno che passa.
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