Eccovi una recensione di Ruzzle, o meglio della mia esperienza con quell’epidemia sociale; che lo si ami o lo si odi, Ruzzle, come Facebook o il Sorprendente Album d’esordio dei Cani, è diventato ineluttabilmente “virale”. Perché? Beh, è quello che cercherò di capire.
Negazione
É più forte di me, sempre più spesso nutro diffidenza verso le cose che “piacciono a tutti”. Non parlo solo di ciò che è odiato da molti perché amato dagli stronzi, tipo le Hogan o il festival di Sanremo, ma proprio dei fenomeni consumistico/culturali che sembrano contagiare chiunque. Per dire, trovo che la nutella sia un intruglio ipercalorico e basta, ritengo brutte e scomode le infradito e reputo Belen volgare e poco attraente. Alcuni bollano questo mio atteggiamento come alternativismo forzato, snobismo o addirittura hipsterismo (come testimonia l’articolo qui linkato); beh, il fatto è che odiare le cose popolari è una figata, ed è fin troppo facile usarlo come uno stratagemma per fare il brillante. It’s cool to hate, appunto. E poi, non è buona prassi chiedersi “perché piace a tutti?” invece di dare per scontato che “se piace a tutti piacerà anche a me”. Quindi, faccio finta che Ruzzle non esista. Ma la negazione nel medio termine diventa per forza fallimentare, a meno che mi rifiuti di uscire di casa e di connettermi a internet. Si, Ruzzle è così tanto pervasivo, almeno finché non passa di moda.
Rabbia
“Ruzzolamerda” è un soprannome simpatico e graficamente allusivo per lo scarabeo stercorario. Su tutti i mezzi pubblici, sale d’attesa, uffici del Belpaese sta avvenendo un fenomeno simile, solo che gli attori non sono spiacevoli animaletti ma comuni studenti, impiegati pubblici e casalinghe, che accumulano con impazienza frotte di termini desueti e mai utilizzati neanche dai linguisti più arditi. La cosa positiva è che finalmente tali lemmi hanno finalmente trovato una nuova utilità a parte quella di appesantire lo Zingarelli. Quella negativa è che sti stronzi non ne vogliono sapere di abbassare il volume dell’iphone sull’autobus, producendo una cacofonia autistica che è troppo persino per me.
Contrattazione
E se però fossero loro ad aver ragione? Se i sovracitati stronzetti sul 19B ci si incollano al punto da perdere la propria fermata, non è che forse Ruzzle è veramente un gioco di alta qualità? Non è che col mio snobismo ostracista dei miei ebook misconosciuti mi stessi perdendo qualcosa di veramente figo? Concedere il beneficio del dubbio non mi costa moltissimo, visto che scaricare sto robo è gratuito, anche se pieno di pubblicità. Parto, cerco di evitare (invano) qualunque connessione con facebook e inizio a sfidare gente a caso. Devo creare parole con le lettere consecutive, ok. Devo stare attento ai punti delle lettere e ai bonus, e ragionevolmente puntare a trovare le parole lunghe. Con un po’ d’impegno riesco anche a trovare parole di 7 e 8 lettere e a fare un sacco di punti. Non ho ancora finito la prima partita e già mi sto divertendo. Sta a vedere che a sto giro avevano ragione gli odiati plebs?
Depressione
Il problema di Ruzzle non è tanto il gioco in sè, che è tanto semplice quanto immediato. Il problema sono i suoi giocatori, perchè dopo alcune partite capisco subito le due tipologie principali di giocatori di ruzzle.
1) Il minus habens che si è fatto aiutare a installare il gioco dal cugino perché sua mamma gli ha detto di farlo, che altrimenti si sentiva escluso. Riesci a sentire il rumore degli ingranaggi del suo cervello che si muovono lentamente, e a intuire la sua espressione svanita mentre collega le lettere. Di solito non arriva ai 100 punti a partita e pertanto difficilmente è un piacere giocarci contro, anche se ti chiede sempre la rivincita.
2) lo studente/casalinga/disoccupato/impiegato pubblico che evidentemente non ha un cazzo da fare tutto il giorno a parte che giocare a Ruzzle. Questo tipo di giocatore cova ancora rancore da quando a scuola si faceva un culo così per essere la/il migliore ma prendeva voti più bassi del genio sregolato o anche solo del cazzone con la parlantina e la faccia tosta. L’umiliazione subita ai tempi, con il combustibile garantito dall’eccessivo tempo libero a disposizione, ha effetti devastanti: costoro li vedi che digitano meccanicamente sull’aifon parole come “mansa”, “stoe” e “var”. Sono forse più colti di un dottorando in lingue moderne? Assolutamente no, semplicemente hanno avuto il tempo e la dedizione per imparare a memoria tutte le parolette da 3-4 caratteri che compaiono più spesso e, digitandole a raffica, fanno ineluttabilmente più punti di te che ti scervelli per trovare il parolone. Manco a dirlo, non è piacevole giocarci contro.
Accettazione
E allora? Una volta che ti rendi conto che l’unico modo per divertirsi con Ruzzle è farne un lavoro a tempo pieno allora a questo punto hai due soluzioni:
– Darla vinta al diabolico meccanismo di coercizione e impararti anche tu questi cacchio di mansa, irtu, gire e quant’altro per poter finalmente dare il pane per focaccia a questi stronzi. Ciò richiede dedicare gran parte del tuo tempo libero a sto giochino, ma ne vale la pena, no? E se poi c’è gente che mi batte comunque, beh, vuole dire che sta barando, e allora barerò anch’io, logico.
A proposito di trucchi di Ruzzle, se non avete abbastanza dignità per poter farne a meno, il mio collega Lasko ve li presenta:
Per i non sleali, bisogna semplicemente utilizzare nel terzo round la lettera col bonus rosso e combinarla più volte possibile. Il punteggio schizzerà alle stelle. Ho fatto un terzo round da 2700 punti con qualche parola di 700 grazie a questo. Inutile dire che più sono lunghe le parole più probabilità avranno di contenere bonus.
Sleali :
-la chiamata: la chiamata su un cellulare che sta usando ruzzle metterà in pausa quest’ultimo, e se il cellulare permette lo screen, beh é fatta.
-il process killer: funziona solo con android(?) e semplicemente non si sfrutta una chiamata ma si esce dal gioco e ne si elimina il processo, quindi potrete riaffrontare la partita da zero.
-il long round: tirando indietro la data del telefono si allungherà di conseguenza il tempo del round.
-il word finder: in combinazione con lo screen e il process kill/chiamata, potete sfruttare l’ausilio di programmi scaricabili o applet incorporate su pagine web che caricate le lettere o lo screen intero, vi daranno una lista di parole a partire dalla più lunga.
La seconda soluzione, dicevamo? Beh, Disinstallare Ruzzle e tornare a fingere di legger Dostoevskij e a insultare la gente su Youtube. Che è ciò che ho fatto io. Addio, Ruzzle, e grazie per tutto il pesce (cit.).
Volete leggere altri articoli che gettano merda su Ruzzle? Anche quello di Ciclofrenia non è niente male!
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