ATTENZIONE: il seguente articolo contiene spoiler, procedere alla lettura a proprio rischio e pericolo.
Era il 15 settembre 2009, quando in Italia veniva trasmesso The Final Break, uno speciale doppio episodio che doveva segnare la chiusura della serie Prison Break. Ora, dopo sette anni, la Fox ha annunciato che nel 2017 uscirà una quinta stagione di dieci puntate, in cui verrà ripresa la trama principale della serie. Ma ha davvero senso tornare a girare episodi di una serie come Prison Break? Per capirlo, è meglio fare un passo indietro.
Prison Break racconta la storia di Lincoln Burrows, condannato a morte ingiustamente per l’assassinio del fratello del vice Presidente degli Stati Uniti, e di come suo fratello Michael Scofield cerchi di liberarlo facendosi incarcerare nella stessa prigione, il Penitenziario di Fox River. Per riuscire nel loro piano, i due fratelli dovranno collaborare con vari detenuti che parteciperanno alla fuga.
La serie parte molto bene, grazie a una prima stagione capace di tenere lo spettatore incollato allo schermo: il piano geniale di Michael per fuggire dal penitenziario – un intricato schema studiato alla perfezione e tatuato sul suo stesso corpo – è il fulcro su cui si sviluppa la trama. Anche i personaggi all’interno della prigione sono ben costruiti, anche se a tratti possono risultare troppo stereotipati. Il più convincente di tutti è forse Theodore “T-Bag” Bagwell, un pazzo dalla psicologia molto complessa, condannato al carcere per omicidio e stupro, in grado di mettere più volte i bastoni fra le ruote ai due fratelli.
La seconda stagione, pur essendo comunque coinvolgente, mostra le prime fasi calanti, in quanto la trama inizia a diradarsi, e il complotto in cui viene coinvolto Lincoln si rivela molto più complesso e inverosimile del previsto. L’introduzione di Alexander Mahone, agente federale in cerca degli evasi di Fox River, riesce però in parte a risollevare la storia e a renderla accattivante. Anche la terza stagione è godibile, con alcune parti veramente avvincenti, ma senza mai raggiungere i picchi di tensione raggiunti nella prima.
Il grosso problema di Prison Break si rivela però nella quarta – e, fino a poco tempo fa, conclusiva – stagione: appare evidente come gli autori abbiano ormai perso il controllo della storia, e cerchino di ravvivarla riempiendola di colpi di scena qua e là, senza un vero e proprio senso logico, causando solo confusione nel telespettatore. Dopo mille peripezie, la serie si chiude con un finale dolceamaro, che non lascia molta soddisfazione.
Forse è stata proprio la mancanza di un finale adatto che ha spinto i produttori a riesumare Prison Break dalla tomba, facendo leva sulla popolarità che la serie ha raggiunto nel corso degli anni. Ma siamo davvero sicuri di volerne vedere ancora?
Come si può capire dal trailer, nella quinta stagione ritorneranno come protagonisti sia Lincoln Burrows che Michael Scofield, ma c’è un piccolo problemino di fondo: in The Final Break Michael, per riuscire a salvare la moglie Sara, si sacrifica e muore. “E che ci vuole – avranno detto gli sceneggiatori – inventiamoci che Michael abbia solo finto la sua morte e abbiamo risolto il problema!”. Idea anche accettabile, se non fosse che questo espediente era già stato usato nel corso della terza stagione, e per di più proprio con la stessa Sara. Se a questa falla iniziale si aggiunge il fatto che la quarta stagione era stata tutta un susseguirsi di colpi di scena poco convincenti, la decisione di cominciarne una nuova proprio in questo modo non può che risultare forzata e ridicola.
A quanto pare, tuttavia, la fame di soldi spesso condanna la buona riuscita di una serie, e perciò, piaccia o no, in primavera la nuova stagione di Prison Break arriverà. Non rimane che sperare in un prodotto quanto meno dignitoso, che non intacchi quanto di buono si era visto nelle precedenti puntate.
11 Marzo 2017
31 Luglio 2016
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