Nell’ultimo mese è stato impossibile ignorare la bufera mediatica creatasi intorno al “rapper” – in mancanza di una definizione più accurata che non sia dispregiativa – Bello FiGo.
Sui social sono apparsi numerosi articoli e post di solidarietà dedicati allo youtuber parmense, che è stato oggetto di minacce di morte presumibilmente scaturite dal contenuto offensivo e demenziale dei suoi testi. Il mix di basi trap scadenti, liriche assurdamente ripetitive e temi ricorrenti della tradizione parodistica come cibo-sesso-morte-politica è la chiave della popolarità di questo personaggio.
Chi frequenta una certa parte della rete però, leggendo queste caratteristiche, avrà di sicuro pensato anche ad un altro rapper più famoso e ben più esplicito: il razzista, misogino, omofobo e anti-animalista Pink Guy.
Entrare nell’universo narrativo di Pink Guy non è impresa ardua se si è armati di una massiccia dose di umorismo nero ma il prodotto musicale che offre, rispetto alla controparte italiana, è sicuramente di qualità superiore.
Il suo successo è innegabile: l’ultimo album di Pink Guy, Pink Season, ha debuttato al secondo posto della chart americana di iTunes ed è comparso nelle classifiche di Germania, Francia, Canada, Australia, Brasile, UK e persino in quella italiana.
Dietro a questa massiccia operazione di marketing si cela lo youtuber australiano FilthyFrank, pseudonimo di George ‘Joji’ Miller, responsabile della diffusione del trend dell’Harlem Shake – una colpa che l’umanità non gli perdonerà facilmente.
Con i suoi quattro milioni di iscritti e quasi cinquecento milioni di visualizzazioni globali su FilthyFrankTv, il canale ospita da quattro anni le picaresche avventure di un gruppo di personaggi provenienti in gran parte dall’ingegno e dalla voce di Miller in persona.
Gli stessi personaggi che hanno dato vita in principio ad una serie di video shock comedy e in seguito all’album omonimo “Pink Guy”, un concentrato di acidità adolescenziali e deliri schizoidi.
Il nuovo lavoro porta all’estremo i caratteri del precedente parlando di cucina giapponese, abusi su minori, depressione e Donald Trump. Attenzione: se siete delle persone mentalmente stabili, “Pink Season” non vi susciterà ilarità ma profondo disgusto.
Andando oltre il primo ascolto, se si vuole cercare una ragione più profonda a questo ovvio progetto autopromozionale in vista di una carriera futura più “professionale” – che tutti gli auguriamo e i cui primi frutti si trovano qui – può essere utile leggere la descrizione del suo canale:
<<Filthy Frank è la personificazione di tutto ciò che una persona non dovrebbe essere. È anti-PC, anti-social, e anti-raffinatezza.
Agisce e reagisce in maniera esagerata ad ogni cosa per evidenziare espressamente il lato ridicolo di razzismo, misoginia, legalismo, disuguaglianza, ingoranza e altre piaghe sociali.
Esemplifica inoltre quanto sia facile acquisire approvazione e seguito nel mondo dei social media grazie a contenuti bizzarri, semplicemente condividendo opinioni sgradevoli e battute offensive su temi sensibili all’opinione pubblica.
È innegabile che lo show sia terribilmente offensivo, ma tutto ciò è un’aperta e cruda parodia di tutta la macchina dei social media e un riflesso del microcosmo umano che li caratterizza.
OPPURE SONO SOLO UN FOTTUTO RITARDATO.>>
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