Come avrete potuto notare, al referendum in Scozia per decidere dell’indipendenza o meno del paese degli uomini-in-gonna-ma-non-per-questo-gay ha vinto il fronte conservatore del No, con un’affluenza assolutamente senza pari a quelle latitudini dell’85%. Sarebbe curioso, tuttavia, sapere quale porzione di questo dato sia composta da giovani: temo, contrariamente a quanto sbandierato da vari commenti post-voto di numerose testate che questo referendum e, soprattutto, questo risultato, non dimostri che l’Europa sia benestante e “sazia”, ma solo che il Vecchio Continente sia, appunto, vecchio. Da sempre, quando una decisione epocale è stata demandata al popolo, il risultato è stato il più “romantico” e meno conservatore. Bisogna quindi analizzare cos’è cambiato negli ultimi cinque decenni in Europa: il benessere, certo, ma soprattutto l’invecchiamento della popolazione europea.
Comunque, vivaddio che il risultato sia stato il No.
Cameron, il primo ministro che ha rischiato di passare alla storia come il distruttore di un regno plurisecolare, alla vigilia del voto, preso dall’inevitabile scagazzo derivante dai risultati dei sondaggi, aveva promesso una DevoMax in caso di vittoria del no, cioè una Devolution Max, totale.
Per devolution (in italiano decentramento, ma fa meno figo e uomo di mondo) in ambito giuridico-politico s’intende quel processo che porta i poteri dallo Stato centrale (o ciò che ne rimane) alla periferia e agli enti locali. Questa dottrina, filosofia, o come volete chiamarla, è nata proprio nel Regno Unito all’inizio del secondo millennio, col premier laburista scozzese Tony Blair che diede ampi poteri e un Parlamento alla Scozia (e altra roba, poca, a Galles e Irlanda del Nord) per cercare di placare gli animi indipendentisti delle varie nazioni: ottenne il contrario.
Nel 2011, in quel Parlamento scozzese approvato e voluto dal governo di Westminster, l’SNP, il Partito Nazionalista Scozzese ottenne il risultato storico di una maggioranza assoluta. Come avrete potuto capire dal suo nome, il partito di Salmond mal sopporta le ingerenze inglesi nelle materie scozzesi e odia che il potere della Scozia sia concesso e teoricamente revocabile dall’odiata Londra.
Nel frattempo nella City s’insedia il conservatore David Cameron che accetta la proposta di un referendum scozzese volto a tagliare il cordone ombelicale che lega il Nord al Sud del Regno da 300 anni. Il resto è storia recente.
Perchè questo excursus? Per arrivare ad oggi, 19 settembre 2014, il famoso day after.
La decentralizzazione, come abbiamo visto, è un processo che dura ormai da circa un ventennio e il No scozzese, con le conseguenti concessioni inglesi, porta ad una sempre più ampia concessione di potere alle periferie che non si fermerà soltanto alla Manica: basta guardare il precedente della nostra riforma-aborto del Titolo V del 2001, voluta sull’onda del successo della devolution britannica di Blair. Insomma, ciò che succede in Inghilterra solitamente è il preludio di ciò che vedremo nell’Europa continentale nei prossimi decenni e visto che i venti d’Albione soffiano verso una parcellizzazione del potere, non mi stupirei di vedere, nei prossimi anni, un’Unione Europea sempre più federazione degli enti periferici più vicini al cittadino, con Strasburgo nel ruolo che sarà quello di Londra, ovvero una sorta di giudice di ultima istanza adibito a risolvere i conflitti interni tra le parti, ma con un occhio che guarda all’esterno, per proteggere il tutto dalle influenze esterne.
E poi si dice “divide et impera“, no?
24 Maggio 2017
3 Maggio 2017
19 Aprile 2017
15 Marzo 2017
9 Gennaio 2017
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.