Ed eccoci approdare felicemente alla seconda puntata di questa minisaga dal sapore inizialmente piuttosto salato.
Dall’Oceano Pacifico veniamo catapultati atterrando di faccia in Finlandia, dove queste povere persone, oltre a vivere meglio di noi -anche se al freddo- e a considerare gli Svizzeri dei sudici zucchini terroni (per questi è davvero un’offesa) cercano di occuparsi in maniera quanto più definitiva delle scorie nucleari delle loro centrali.
Vediamo come:
Ho mandato nell’amena isola di Olkiluoto – nome del cazz, ma almeno non è in Islanda- la nostra nuova ma ormai cara e immaginaria inviata Sandra, pagata profumatamente coi ricavi dei banner del sito – e con la mia meravigliosa fantasia galoppante- .
Ecco una foto in posa herpderp che la ritrae prima che rimanga irrimediabilmente offesa dalla grata appena dietro… NOPE, JUST JK.
In quale buco di culo di mondo si è cacciata sta citrulla? Quel buco di culo ha una dignità (??) e un nome; si chiama Onkalo, che in Finlandese significa letteralmente posto nascosto ed è sito dove verrà realizzato il primo progetto al mondo che riguarda lo stoccaggio di rifiuti nucleari in modo permanente, col culo ancora bruciante degli americani per il fallimento del progetto di Yucca Mountain.
Un enorme labirinto a 500 m di profondità , lungo 6 modesti km che dovrebbe cominciare a riempirsi a partire dal 2020 dei rifiuti dei 4 reattori della nazione, uno dei quali posto lì vicino (facente parte di una centrale EPR da 1600 MW, identica a quella che avremmo potuto trovarci in Italia, se il referendum fosse fallito) e che verrà sigillato nel 2100.
Ma cosa significa “permanente”? Per quanto tempo vogliono tenerci lì le scorie? E quali implicazioni ci possono essere?
Approssimativamente la capacità del sito sarà di 330mila m cubici e le scorie made in Finland dovrebbero rimanere lì per una cosetta tipo almeno CENTOMILLANTA ANNI, che coincide con la durata della radiottività delle stesse.
E’ un luogo che deve essere garantito per centomila anni da infiltrazioni d’acqua, terremoti, sollevamenti della crosta, penetrazione di gruppi terroristici o di ignari turisti/esploratori/minatori del futuro che magari non è detto sappiano leggere la lingua in cui sono scritti i cartelli di warning.
Ed è un enorme debito che prendiamo, come dei badass, nei confronti delle generazioni future e chi non se ne rende conto non ha percezione del tempo o della storia. Se pensate solo che la memoria della prima popolazione sedentaria di uomini risale ai Sumeri del 4000 a.C e quindi che l’uomo in società, di millenni, ne ha visti passare solo 6, non vi è difficile notare come non si possa sapere cosa e se ci sarà l’uomo tra 100 mila anni e soprattutto quanto sia quindi difficile immaginare di dover creare un sito che lo protegga fino ad allora.
Io ho formulato una mia teoria su quali saranno le condizioni dell’uomo di allora (è un film molto divertente), sempre che la nostra era non finisca prima, ovviamente.
Seuraava mahdollisuus,
Derpina
PS: Esiste un documentario molto esplicativo su questo argomento dal titolo “Into Eternity”, di Michael Madsen. Beccatelo in internet, piccoli hacari, è subbato e lento, ma intredasting.
Mentre qui potete trovare le FAQ della società che sta realizzando l’impianto. Enjoiate!
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