I Nirvana sono stati il gruppo che ha portato il grunge nelle classifiche internazionali e a farlo diventare un fenomeno di massa. Ma non sono solo una delle band più importanti della scena alternativa di Seattle: i Nirvana sono stati un vero e proprio simbolo di tutti gli anni ’90. Una band che, nonostante la breve carriera, è riuscita ad entrare di prepotenza nella storia del rock, lasciando un’impronta indelebile nella cultura pop. Cobain e compagni sono riusciti a segnare talmente tanto la scena musicale della loro epoca da diventare i portavoce non solo della cosiddetta generazione X, ma anche degli attuali millenials: ancora adesso sono fonte di ispirazione per musicisti di ogni genere ed addirittura il loro nome salta fuori anche nei testi dei brani di altri artisti, come Holy Grail di Jay-Z e Justin Timberlake e New Americana di Halsey.
Il 5 aprile 1994 Kurt Cobain si tolse la vita al culmine della propria carriera, in una morte ancora circondata dal mistero. In seguito alla morte di Cobain, messia della nuova gioventù disillusa americana, il trio si sciolse definitivamente: il batterista Dave Grohl fondò i Foo Fighters, band ancora oggi sulla cresta dell’onda, mentre il bassista Krist Novoselic abbandonò la musica per dedicarsi alla carriera politica.
Di seguito, ecco una selezione dei brani più importanti e particolari che hanno segnato la parabola dei Nirvana.
Bleach è il loro album di esordio e può essere considerato come l’anello di congiunzione fra tutte le esperienze alternative degli anni ’80 – dal punk alla new wave – ed il grunge, che stava nascendo proprio in quegli anni nella florida scena di Seattle. I Nirvana si presentano con questo album dal sound molto vicino al punk dei Melvins, band con cui Kurt aveva collaborato e il cui leader, Buzz Osbourne, era un suo amico. Love Buzz è forse il brano che rappresenta al meglio la commistione di generi e le fondamenta del grunge.
Si dice che Kurt Cobain abbia composto questa canzone dopo aver ascoltato per un intero pomeriggio l’album dei Beatles Meet the Beatles. E non è così impossibile visto che tutta la canzone ha molti echi beatlesiani e soprattutto questa About a Girl anticipa la formula vincente dell’album successivo, Nevermind: l’introduzione della melodia nel punk.
Nel 1991, esce il loro album più famoso, un vero e proprio manifesto generazionale: Nevermind. I Nirvana prendono le chitarre ad alta velocità e aggiungono la melodia, ispirandosi ai Beatles, a Bowie ed alla new wave brittanica, creando un mix perfetto che ha fatto diventare Nevermind, l’album simbolo del grunge. Qui ci sono le loro due canzoni più famose: Smells Like Teen Spirit, odiata dallo stesso Cobain per via del troppo successo che portò alla band, in pratica è la Stairway to Heaven degli anni ’90, e Come As You Are, in cui Cobain mostra tutte le sue capacità di songwriting raccontando la storia di un tentato suicidio. Due canzoni che hanno influenzato molto altri artisti, come si può notare grazie alla cover di Smells Like Teen Spirit di Patti Smith e all’astuta citazione di Come As You Are in Adam’s Song dei Blink-182.
Altro successo di Nevermind, in cui prende in giro il pubblico che si è avvicinata al grunge “per le canzoni carine”, citando la stessa canzone. Un crescendo sempre più potente, uno dei capisaldi nichilisti dei Nirvana.
Nessuno sa cosa sarebbe successo ai Nirvana se Kurt Cobain non si fosse ucciso, ma molto probabilmente avrebbe lasciato il gruppo e si sarebbe concentrato su una musica più riflessiva, sulla musica folk americana, che Cobain ascoltava moltissimo nell’ultimo periodo. Già in Nevermind si poteva notare questa influenza in Something in the Way, che parla della vita da vagabondo del giovane Cobain.
Anche Polly fu un pezzo di chiara ispirazione al cantautorato americano, in cui si racconta la storia di una ragazzina rapita e trattata dal rapitore come fosse un pappagallo da compagnia. Polly fu una canzone molto controversa ma non quanto Rape Me, pezzo del successivo In Utero, che fin dal titolo aveva ricevuto ogni tipo di censura, dalle radio a MTV fino alle catene di distribuzione che cambiarono il titolo in Waif Me. Dal punto di vista musicale Rape Me è un mix degli accordi di Polly e Smells Like Teen Spirit, mentre per il significato è opposto alla già citata Polly, visto che in Rape Me si parla dal punto di vista della vittima che dello stupratore.
Nel 1992 esce l’Ep Incesticide contenente molte cover, tra cui Turnaround dei Devo, ma anche alcuni pezzi inediti come una versione punk di Polly e questa Sliver. Sliver parla di un aneddoto dell’infanzia di Cobain, in cui era stato lasciato dai genitori dalla propria nonna e lui, sentendosi come scaricato e ignorato, decise di scappare e cercare di tornare a casa, come si può capire dal ritornello “Grandma, take me home”. Nel video all’inizio appare la figlia Frances Bean Cobain, che all’epoca non aveva ancora un anno, che balla sulle note del riff iniziale della canzone.
In Utero, il loro ultimo album prima della morte di Cobain, è il loro disco più sperimentale, sia come ritorno alle origini più punk, come in Serve the Servants e Frances Farmer Will Have Her Revenge on Seattle, ma anche cimentandosi in contaminazioni molto interessanti, come l’uso del violoncello in questo brano.
Questa canzone è nota anche per due versioni live: quella più famosa, dell’MTV Unplugged, e quella suonata nell’ultima esibizione televisiva dei Nirvana, un mese prima della morte di Cobain, nel programma televisivo di Rai 3 Tunnel, in cui possiamo notare i siparietti fra il gruppo ed un ignaro Corrado Guzzanti.
Uno dei pezzi simboli di In Utero, ispirata dal trattato di Camille Paglia Camille’s Vaginal Flower Theory, sul come la vagina venga percepita come una ferita. Molti pensano che la canzone parli della complicata relazione tra Cobain e la moglie Courtney Love, mentre proprio l’ultima, in un’intervista a Spin, disse che questa canzone era dedicata alla sua vagina. Famoso l’iconico videoclip che portò a molte polemiche grazie alla presenza di feti, Babbo Natale crocifisso e una bambina con un cappuccio del Ku Klux Klan. Notevole la cover dell’artista elettronico del islandese Asgeir.
Fu pubblicata come singolo, nel 1992 insieme alla già citata Rape Me e poi pubblicata in In Utero. All’inizio era una canzone folk con il titolo provvisorio di La La La, ma grazie al produttore del terzo album, Steve Albini, venne riconcepita nella versione poi inserita nel disco. Cobain la dedicò alla propria moglie e alla figlia più per la melodia pacifica e confortante che per il testo.
L’Mtv Unplugged in New York, registrato il 18 novembre 1993, è considerato una delle pietre miliari della musica anni ’90. I Nirvana decisero di non rifare nessuno dei loro grandi successi, tranne Come As You Are e All Apologies, per concentrarsi su canzoni meno conosciute del loro repertorio e cover.
In questo famoso live, che ha fatto nascere l’omonimo ultimo album prima del suicidio di Cobain, i Nirvana si cimentano in molte cover, da David Bowie ai Vaselines fino ai Meat Puppets, di cui cantarono ben tre brani.
Scegliamo proprio questa versione struggente di Where Did You Sleep Last Night, brano della tradizione blues che chiuse il concerto ed in un certo senso la stessa carriera di Cobain.
Weird Al Yankovic omaggio la band di Seattle ben due volte, con questa parodia di Smeels Like Teen Spirit e con Callin’ in Sick, che si rifà agli ultimi lavori di In Utero.
Questa esilarante versione prende in giro il fatto che non si capisse molto bene il testo della canzone e che, essendo diventati il simbolo della controcultura giovanile, non sono il solito gruppo pop da classifica e “non suonano come Madonna”.
Bellissimo il video che riprende in maniera fedele il video originale. Cobain adorò la parodia anche se all’inizio era dubbioso perché aveva paura che fosse diventata l’ennesima canzone di Weird Al sul cibo.
Ha cominciato a scrivere a 12 anni per il giornale della parrocchia. Poi per qualche strano motivo, è finito a scrivere su Imdi dopo la classica adolescenza complicata. Studente universitario, admin a tempo perso di Matthew Mr. Renzie e appassionato di cinema, musica, serie tv, fumetti, cultura pop e tante altre cose che non stiamo a dire che senno non è più una descrizione dell'autore ma diventa una biografia.
30 Maggio 2017
21 Maggio 2017
16 Aprile 2017
6 Aprile 2017
22 Febbraio 2017
Ha cominciato a scrivere a 12 anni per il giornale della parrocchia. Poi per qualche strano motivo, è finito a scrivere su Imdi dopo la classica adolescenza complicata. Studente universitario, admin a tempo perso di Matthew Mr. Renzie e appassionato di cinema, musica, serie tv, fumetti, cultura pop e tante altre cose che non stiamo a dire che senno non è più una descrizione dell'autore ma diventa una biografia.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.