Salve Bookfags!
Come prima cosa vorrei ringraziarvi per aver apprezzato,discusso, criticato il mio primo articolo, questo aiuterà a migliorare la rubrica e, sì, anche la mia autostima ecchecazzo.
In questo secondo appuntamento vorrei dedicare un po’ di spazio a Jeffery Deaver. Per chi non lo conoscesse è a mio avviso uno dei migliori scrittori di thriller-noir viventi, ho anche avuto la fortuna di incontrarlo personalmente e di notare i 1000 tic nervosi che pervadono la sua faccia, e l’ho odiato a causa della propensione che hanno gli stranieri di storpiare il mio nome (Tommaso) in tutti i modi, Tomasso, Tommasso, Tomaso. MA PORCO CAZZO PERCHÉ?!?!
Ora che la mia vena frontale è ritornata al suo posto torniamo a parlare di quello che verrà affrontato nell’articolo, non sara’ una recensione bensì un paragone fra quelli che sono due filoni della narrativa di Deaver che mi hanno coinvolto maggiormente: quello di Lincoln Rhyme e quello di Kathryn Dance.
Ovviamente parto dal migliore (sempre a mio avviso) e cioè quello di Rhyme. Il primo libro che comprai fu Il collezionista di ossa, dal quale fu tratto anche un discreto film (unico particolare, Rhyme nel libro è bianco, nel film nero, quanto cazzo odio queste cose). E qui mi innamorai di Rhyme, della Sachs e di Deaver, grazie al libro, mai dal film.
Rhyme è un criminologo tetraplegico che riesce solo a muovere il collo, qualche dito e dato che si tromba quella figona ( non so come appare, ma me la sono immaginata) della Sachs, anche qualcos’altro. È un fottuto genio, che indica ai suoi colleghi come agire e quando agire per fermare l’assassino di turno, e non sempre vi riesce (com’e’ giusto che sia).
Lo stile di Deaver in questo filone è straordinario, pieno di suspence, fantastico e vario, si passa dalla sfrenata corsa contro il tempo e ad una rispolverata del passato di Rhyme nello Scheletro che balla alla complicata trama de La sedia vuota.
Sicuramente in testa alle mie preferenze si trova Il filo che brucia a mio avviso un puro capolavoro colmo di alta tensione (nel vero senso della parola); quello che entusiasma nei romanzi di Rhyme, oltre alle trame complicate, alla costante ricerca della verita’ e all’impersonificazione nella ricerca delle prove, e’ la storia stessa del personaggio Rhyme. Anzi l’interesse per la storia e la vita di Lincoln vanno sempre di pari passo.
Se cercate romanzi che vi tengano sempre con il fiato sospeso, allora il ciclo di Lincoln Rhyme fa al caso vostro.
Per quanto riguarda invece il secondo ciclo, quello di Kathryn Dance, sono di tutt’altro avviso.
In questo ciclo la protagonista è una donna, normalissima (vabbè vedova), manco figa sempre secondo la mia immaginazione ( la rappresento come Skelly di X-Files), tutta casa e famiglia. E già di per sè queste caratteristiche rendono il personaggio poco intrigante. Voi direte: ”E vabbè cosa vuoi che sia, l’importante è che i racconti e la trama siano interessanti”, e avreste anche ragione, solo che purtroppo non è così.
Per chi, come me, è passato dal ciclo di Rhyme, quindi da un ciclo con le palle, a quello della Dance capirà cosa voglio dire.
Soprattutto nella Bambola che dorme e ne La strada delle croci lo stile di Deaver cambia, i racconti possono essere ancora intriganti ma perdono di quella ferocia, cattiveria e suspance di cui erano colmi i romanzi del ciclo Rhyme. Sembrano quasi racconti adolescenziali, puliti. Insomma, manca il sangue. Se proprio volete leggere qualcosa della serie Dance, allora La strada delle croci non dovrebbe deludervi, una trama semplice ma con molti particolari interessanti con uno sguardo approfondito sul mondo di Internet e dei giochi di ruolo. Inoltre in questo thriller, è possibile seguire il caso da più vicino e anche cercare di risolverlo, data la presenza nel romanzo, di link a blog veri, come il famosissimo The Chilton Report.
La protagonista ha una famiglia normalissima, colleghi di lavoro normalissimi e non tromba mai, mentre Rhyme aveva sempre delle volgarità da esprimere, una passione per l’alcool ed è sempre incazzato, incazzato nero con il mondo.
Se invece non avete voglia di seguire un ciclo e preferite affidarvi a personaggi unici e storie che finiscono li’ senza ripetersi in altri romanzi ve ne consiglio uno e vieto di leggerne un altro.
Quello che consiglio è Pietà per gli insonni un libro fantastico, una mente malata braccata da altre menti non meno malate di lui, grande coinvolgimento e anche un pizzico di erotismo, voto 10. Quello che personalmente mi ha deluso, ma di brutto è’ Nero a Manatthan. Dico solo: trama poverissima e noiosissimo.
Ci sono altri romanzi di Deaver di cui non ho parlato, sia unici che cicli ( Rune, Pellam) che verranno affrontati piuù avanti, anche perché sinceramente, non ho letto tutto.
Se vi ha colpito qualche altro romanzo esprimetevi pure, criticate, condividete ma soprattutto elogiate (ghghghghgh) perchè si sa, se deve essere eliminata una rubrica, è sempre quella dei libri a prendersela nel culo.
Alla prossima bookfags!
TommyWarsaw
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