Il Book of Souls World Tour degli Iron Maiden è sbarcato nella Città Eterna domenica 24 luglio, ospitato dal Postepay Rock In Roma per un giorno “prestato” al Sonisphere Festival: ed è subito metal – delirio.
In due ore, Bruce Dickinson e soci hanno saputo mescolare sapientemente nuovi pezzi e storici classici, trascinando letteralmente il pubblico. Ventimila fan da tutta Italia e anche oltre non hanno voluto mancare all’appuntamento con il più storico dei gruppi metal ancora in attività, il cui live sono spesso definiti i migliori del genere. Una garanzia di spettacolo che non delude e che infatti mantiene le aspettative con un sound attuale nonostante gli anni e una tecnica a dir poco impressionante. La scenografia, che stavolta riproduceva una specie di tempio Maya, non si è fatta mancare nulla: luci imponenti, fiamme, esplosioni pirotecniche, fondali mobili e un Eddie e una Bestia gonfiabili a sovrastare la band. Perfetta la setlist, coinvolgente fin dall’attacco con If Eternity Should Fail, pezzo che è anche l’apertura dell’ultimo lavoro Book of Souls, continuando con Speed of Light. C’è spazio anche per l’intensa Tears of a Clown, dedicata all’indimenticabile Robin Williams, ma è subito tempo di passare allo sterminato repertorio della Ferrea Virgo, con, tra le altre, The Trooper (con Eddie sul fondale e Bruce entrambi in giubba rossa da soldato di cavalleria), Iron Maiden e ovviamente Fear of the Dark. In visibilio gli aficionados accorsi all’ippodromo di Capannelle, in grande forma Dickinson (sopravvissuto a un cancro alla gola che lo ha colpito lo scorso anno) tra discorsi di attualità politica, maschere da scimmia e da wrestler, gestualità teatrale e interpretazioni istrioniche. Il meglio, com’era prevedibile, è nei bis: adrenalina a fiumi per un trittico che, da solo, valeva il prezzo dell’intero biglietto, con The Number of the Beast, Blood Brothers e Wasted Years.
Una liturgia metal da non perdere, perfettamente officiata dai sei “sacerdoti” che hanno tenuto il pubblico in pugno dall’inizio alla fine. Meno bene, invece, l’organizzazione Rock in Roma a cui gli habituè del festival sono, purtroppo, abituati. Il suono non è stato assolutamente all’altezza della situazione: per quanto gli strumenti siano stati tutto sommato settati bene, la voce di Bruce Dickinson misteriosamente “spariva” nelle note alte, che sono poi la caratteristica principale del suo cantato. Il risultato è stato un concerto dall’audio monco, impossibile da godere appieno con un microfono che sembrava addirittura quasi spento in alcune parti. Non è la prima volta che la kermesse romana cade sull’argomento: lamentele simili hanno coinvolto anche le esibizioni di Metallica e Muse negli anni scorsi, ma a quanto pare l’esperienza passata non sembra giovare agli organizzatori che continuano a ritenere Capannelle una location idonea, quando è ormai evidente che presenta più di un punto debole.
Il cartellone del Sonisphere Festival si è rivelato invece particolarmente apprezzato: prima degli headliner Iron Maiden, applausi a scena aperta, pogo e coinvolgimento per i Sabaton, gli inossidabili Saxon e gli Anthrax. Gli annunciati Bullet for my Valentine, invece, hanno dato forfait.
Il Book of Souls World Tour (iniziato a febbraio a Fort Lauderdale, Florida) ha toccato l’Italia anche al Forum di Assago e in Piazza Unità a Trieste. Dopo oltre 70 date in tutti e cinque i continenti, si concluderà a Wacken, in Germania, il prossimo 4 agosto.
7 Novembre 2013
16 Aprile 2013
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