Napoli.
Giorno random di anno random sul finir del ventesimo secolo.
Sto allegramente giocando a Bushido blade a casa di un mio amico con varia gente, quando ad un certo punto compare uno strano personaggio con una strana arma, al che uno dice “ma chi è chist? pepp o tabbaccar?” facendo notare la somiglianza dell’arma del personaggio con lo strano attrezzo che tutti i tabaccai di Napoli hanno per prelevare i super santos dalle dispense più alte.
Esticazzi direte giustamente voi, però io rido come un coglione a quella battuta nonostante sia passato più di un decennio.
Facebook.
L’anno scorso.
Si iniziano a diffondere sulle bacheche napoletane esilaranti copertine di Dylan Dog con copertine modificate in napoletano. Dopo pochi mesi scopro che l’autore, Francesco Burzo, era lo stesso della battuta di Bushido Blade: com’è piccolo il mondo.
Napoli 31 ottobre 2012
Francesco grazie per l’intervista,chi sei? di cosa ti occupi nella vita? chi sono io? dove siamo?
Da dove veniamo? Dove andiamo a Pasquetta? Sono uno scrittore satirico, anche se, dopo questo esordio, è probabile che venga fatto fuori da tutti i programmi a cui collaboro e finisca a fare il lavavetri ai semafori o il candidato alle primarie del PD.
Oramai è passato un anno da quando tutti spammavamo immagini dal tuo profilo, come ci si sente ad aver fatto quello che hai fatto con la tua pagina, ironizzando e spesso al contempo facendo riflettere sui problemi di napoli?
E’ senza dubbio una sensazione piacevole, soprattutto perché mi ha dato l’opportunità di conoscere attori, cantanti, grafici etc. con cui ho stretto proficue collaborazioni lavorative. Tengo tuttavia a precisare che il mio intento non era quello di portare alla luce i ben noti problemi della realtà campana, quanto quello di esorcizzarli attraverso l’umorismo.
Hai subito compreso l’opportunità di adattare alcune copertine a temi d’attualità, qual è stata la prima? come si è evoluta la cosa?
In realtà è un’operazione che mi diverto a fare da molti anni, anche se non avevo mai pensato di condividerla. Poi un giorno ho pubblicato la copertina di “Ti ho visto morire”, che mi aveva fatto venire in mente il trauma dei tanti autobus persi dopo corse degne di Usain Bolt inseguito da un transalp, ed ha riscosso un successo tale da spingermi a realizzarne altre.
Continuerai ad usare Dylan Dog oppure hai altre idee per progetti futuri?
L’obiettivo che mi sono prefissato è quello di riuscire a rivisitare l’intera serie e, nonostante l’obiettiva difficoltà di alcune immagini, lo porterò a termine. Sono molto caparbio, soprattutto quando se parla ‘e strunzate, sto anche facendo un progetto in cui riscrivo in napoletano i dialoghi di intere pagine di Dylan Dog sul mio profilo youtube. Ciò non toglie che ho rivisitato anche altri fumetti e cartoni animati, come ad esempio quelli della Disney e della Marvel, che sono pubblicati in un apposito album della pagina delle Copertine rivisitate di Dylan Dog .
Hai potuto raggiungere un vastissimo successo grazie ai social network, cosa ne pensi della viralità delle tue immagini? Hai mai provato fastidio per cattive interpretazioni o decontestualizzazioni dei tuoi lavori?
La prima sensazione che ho provato fu quella di paura. Accesi il pc e mi trovai la bacheca interamente sommersa di notifiche, richieste d’amicizia, messaggi etc. Pensai di essere uscito sopra a quei giornali tipo Cronaca Vera per qualche guaio che avevo combinato o che Bonelli ed Equitalia avessero deciso di allearsi contro di me per mandare me e i miei discendenti a lavorare nelle miniere di sale. Per fortuna si trattava del popolo di facebook che mi mostrava il suo apprezzamento. L’unica cosa che mi ha infastidito da quando è iniziata quest’avventura è stata la ripubblicazione di alcune immagini, col logo oscurato in modo da spacciarle per proprie, da parte di pagine che talvolta sono riuscite ad accumulare anche milioni di fan, pubblicando esclusivamente contenuti rubati ad altre pagine.
Quest’estate hai anche lavorato con il mitico Gennaro D’auria che anche gli Elii onorarono a loro tempo attraverso l’album “Cicciput”, gli hai chiesto come mai quando accendi la radio a Napoli lo trovi sempre? Com’è Gennaro come persona?
Riuscire a chiedere qualcosa a Gennaro D’Auria, senza essere sopraffatti dialetticamente, è impossibile già per coloro che gli telefonano a pagamento. Figuriamoci per me che ho beneficiato gratuitamente della sua presenza. Gennaro è una persona vulcanica, che nel 99% dei casi è un eufemismo per dire “strunz’”, ma lui fortunatamente fa parte del restante 1%. Potremmo definirlo uno showman naturale, dotato di grandissime doti istrioniche e di una profonda sensibilità.
29 Maggio 2017
29 Maggio 2017
21 Maggio 2017
15 Maggio 2017
1 Maggio 2017
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.