Molte persone il nome Graziano Pellè lo hanno sentito la prima volta durante l’esordio degli azzurri a EURO 2016 e ancora meno persone si aspettavano quel gol in sforbiciata a regalare la prestigiosa vittoria contro il Belgio. Eppure quel nome, fuori dall’Italia, lo avevano già sentito e urlato in tanti, perché tra Feyenoord e Southampton Graziano aveva fatto vedere giocate e colpi da centravanti vero; una prima punta di sostanza, capace di lottare fisicamente con i centrali della Premier senza sfigurare e anzi, il più delle volte, uscendo vincitore con uno o più gol a tabellino. Dopo aver passato la gioventù tra alcuni club del sud Italia, l’attaccante leccese ha trovato infatti le luci della ribalta dapprima in Olanda (50 reti in 57 presenze al Feyenoord) e poi in Inghilterra con i Saints, dove è riuscito a confermarsi e a guadagnarsi la chance di giocare con la maglia Azzurra alla veneranda età di 29 anni. Sotto la guida di Antonio Conte, Graziano ha trascinato l’Italia durante le qualificazioni agli Europei, risultando il miglior marcatore azzurro con 3 gol in 7 presenze e guadagnandosi la maglia da titolare in vista della competizione principale.
Le cose sembravano essersi messe per il verso giusto: gol al Belgio, discrete prestazioni nel girone e soprattutto il timbro finale contro la Spagna negli ottavi, con una rete fotocopia di quella segnata nella gara d’apertura. Pellè sembra finalmente l’uomo giusto per caricarsi sulle spalle il peso della Nazionale. Poi, però, succede quello che tutti, ma davvero tutti, hanno stampato nella memoria, ossia l’infelice scelta di mimare con la mano il gesto del cucchiaio a Neuer durante la lotteria dei rigori, salvo poi tirare a lato.
Su internet scatta il consueto turbinio di meme e l’opinione pubblica in generale non ci pensa due volte ad additarlo come principale responsabile, non tanto per il rigore sbagliato quanto per la tracotanza dimostrata in un momento così delicato (in comunione con la rincorsa tutt’altro che efficace di Zaza).
Sono davvero pochi i tifosi che cercano di difenderlo e ad aggravare la situazione arriva con pessimo tempismo l’annuncio del suo trasferimento in Cina allo Shandong Luneng, scelta viziata con discreta certezza da un contratto che prevede un ingaggio da 38 milioni in 2 anni.
Nonostante tutto il nuovo CT della Nazionale Giampiero Ventura decide di convocarlo per la gara di qualificazione al mondiale contro la Spagna di giovedì 6 ottobre ed ancora una volta Pellè si rende protagonista di un brutto gesto, questa volta nei confronti dello stesso CT, rifiutando la stretta di mano al momento della sostituzione con Immobile. La partita, che era sull’1-0 per le Furie Rosse, cambia radicalmente e l’Italia sembra revitalizzata: Eder si procura un rigore che viene concretizzato da De Rossi, portando il risultato sul definitivo 1 a 1. A fine gara Pellè verrà escluso dalla lista dei convocati per il match del 9 ottobre contro la Macedonia a causa del suo comportamento irrispettoso.
Ora è dunque lecito domandarsi: ha davvero senso continuare a convocarlo? Più di qualcuno infatti ha storto il naso vedendo titolari Pellè ed Eder a scapito di Immobile e Belotti, decisamente più in forma per quanto fatto vedere in questo inizio campionato. C’è però da considerare il quadro generale, ossia il periodo di transizione tra il ciclo di Conte e quello di Ventura. Il commissario tecnico ligure ha scelto di riproporre lo stesso gruppo e lo stesso assetto tattico messo in atto negli ultimi anni dal neo allenatore del Chelsea, provando a rendere meno traumatico un possibile cambio di direzione futuro agli Azzurri, tenendo anche presente il suo passato eclettico per quanto riguarda formazioni e stile di gioco.
Dopo questo periodo, se vogliamo, di test, è però auspicabile una presa di posizione da parte del nuovo CT quantomeno sugli uomini a disposizione, perché le alternative concrete ci sono soprattutto nel reparto offensivo: i già citati Immobile e Belotti, ma anche Pavoletti e, perché no, uno scatenato Nicola Sansone, che in terra Iberica ha già messo a segno 4 gol in 7 presenze con la maglia di Villarreal.
Entrare nella testa di Pellè oggi non dev’essere facile. Una vita a fare le valigie all’estero, poi la grande opportunità con la maglia della Nazionale sciupata con un gesto tanto insensato quanto ormai iconico ed infine l’ennesima caduta di stile proprio quando c’era la possibilità di rimediare ai suoi errori.
Forse Ventura gli concederà un’altra possibilità, ma la sensazione è che, a 31 anni, le porte di Coverciano difficilmente si apriranno ancora per il pettinatissimo numero 9 da Lecce.
Laureato in Economia e Management, cestista e grande appassionato sportivo, scrivo per esprimere la mia passione nei confronti di una maledettissima palla rotonda, che sia in cuoio lucido o a spicchi
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