1894. 123 anni fa. Il mondo si sta preparando ad una delle più grandi invenzioni e rivoluzioni della nostra cultura: il cinema. Infatti, nel Dicembre dell’anno seguente si terrà la famosa proiezione dei Fratelli Lumière al Gran Cafè del Boulevard des Capucines di Parigi. Nel frattempo, la pellicola cinematografica era già stata inventata da quasi un decennio e già diversi scienziati avevano cominciato a sperimentarla. In particolare vi è un certo Étienne-Jules Marey, il quale è l’inventore della cronofotografia, usata nello studio del movimento umano o di animali (generalmente cavalli o uccelli). Ovviamente, come tutte le invenzioni geniali, doveva essere testata anche sui gatti e così, in questo anno fatidico, venne impressa in pellicola cinematografica la nobile figura felina, per la prima volta nella storia. Potete vedere qui questo protogatto cadere per un secondo.
Quasi in contemporanea e dall’altra parte del mondo vi è un altro inventore, leggermente più famoso, intento a sperimentare con questo nuovo medium: si tratta dell’americano Thomas Alva Edison. Inevitabilmente finisce anche lui, dopo poco tempo, ad inquadrare dei gatti attraverso l’obiettivo cinematografico. In questo caso si tratta di qualcosa di molto più complesso di un gatto che cade e si può già considerare una sorta di film. Diretto da William Heise e William Dickson, il film mostra due gatti “combattere” con guantoni da box in un ring, per ricreare una scenetta divertente (similmente ai millemila video di gatti nell’internet al giorno d’oggi). Questa gag era il pezzo forte di uno spettacolo del Prof. Welton chiamato “cat circus”, dove felini ammaestrati compivano varie gesta, e The Boxing Cats (1984) si può considerare come una sorta di pubblicità dello spettacolo. Con le parole della Edison Films, questo corto è A glove contest between trained cats. A very comical and amusing subject, and is sure to create a great laugh. Potete vederlo qui (il video su YouTube è del 2007, quindi anche uno dei primi della piattaforma stessa).
Ma torniamo in Francia, come già detto i Lumière nel 1895 sanciscono la nascita del cinema, e nemmeno questi due fratelli si salvano dalla attrazione fatale di questo animale. Così nello stesso anno realizzano Le Déjeuner du Chat, un corto di ben un minuto nel quale un gatto mangia imperterrito da un piattino mentre la figlia del regista cerca in tutti i modi di dargli fastidio. Notevole è la pazienza dell’animale. Sempre dei Lumière c’è Le Petite Fille Et Son Chat del 1899, e come ogni loro lavoro manca di creatività. In questo caso c’è ancora la stessa bambina, ancora intenta a dare da mangiare a un gatto, ma questa volta la ripresa è all’aperto e ad un certo punto il felino viene pure gettato all’interno dell’inquadratura. Niente di entusiasmante, ma è interessante vedere come pure i Lumière si mettano a fare video prendendo come soggetto i gatti (magari per rendere le loro opere più divertenti?). Questi due corti si possono guardare qui e qui.
Intanto il cinema comincia a diffondersi in Europa e arriva in Inghilterra. Uno dei pionieri (se non IL pioniere) del cinema inglese e successivamente della Scuola di Brighton è Georg Albert Smith, e indovinate, anche lui realizza film coi gatti. Abbiamo quindi Grandma’s Reading Glasses del 1900, film importantissimo per la storia del cinema poiché il primo ad utilizzare una inquadratura soggettiva (per chi non se ne intendesse significa una inquadratura che rappresenta ciò che un soggetto vede). Bisogna considerare che il montaggio (inteso come lo stacco tra diverse inquadrature e non un semplice piano sequenza) in questi anni si è già consolidato nella struttura narrativa dei film. Quindi questo corto, a differenza degli altri, presenta una trama e un montaggio, seppur rudimentali. Qui, un bambino osserva diversi oggetti con una lente di ingrandimento per poi finire ad osservare il suo gatto nel “gran” finale. Probabilmente il dettaglio dell’occhio e la faccia del gatto proiettati su uno schermo cinematografico (e quindi giganteschi) dovevano suscitare enorme stupore all’epoca. Interessante anche come la soggettiva si distacchi dalle altre inquadrature per il suo essere contornata da una maschera rotonda. Potete vederlo qui.
Sempre Smith, nel 1903, gira un altro film importantissimo per la storia del cinema, il quale vanta la presenza del nobile felino come attore. Si tratta di The Sick Kitten, che presenta per la prima volta un raccordo sull’asse nel montaggio (cioè il passaggio da un’inquadratura di medio campo a un dettaglio di primo piano, lasciando il focus di attenzione sullo stesso asse). In questo caso la trama è una storia recitata: ovvero un gatto è malato e una bambina gli dà da mangiare una medicina portata da un altro bambino che fa finta di essere un veterinario, il tutto si conclude con un saluto al pubblico da parte del bambino. Potete vederlo qui.
Il nostro viaggio finisce in America nel 1913. Qui il regista Mack Sennett, considerato il re della commedia durante il cinema muto, realizza un cortometraggio di 5 minuti intitolato A Little Hero. In questo caso l’eroe non è il gatto, ma un cane, mentre per la prima volta il felino ricopre un ruolo da antagonista. Non spoilero oltre, potete vederlo qui.
Finito questo viaggio si possono sottolineare due punti. Il primo riguarda la nascita del cinema, attraverso la scusa dei film con i gatti come protagonisti si è potuto mostrare e spiegare l’evoluzione del medium durante i primi anni. Si può vedere quindi come all’inizio venisse utilizzato per lo studio sul movimento, ad esempio il caso di Falling Cat, mentre successivamente è divenuto pura attrazione (Edison) o a scopo documentaristico (Lumière). Da notare il passaggio che va dal piano sequenza al montaggio e le prime sperimentazioni col linguaggio cinematografico, come nei due corti di Smith. Infine, nel lavoro di Mack Sennett quasi 20 anni dopo, è possibile osservare come il cinema sia maturato fino alla costruzione di vere e proprie storie attraverso la commedia.
Il secondo punto (non deve essere preso seriamente) riguarda gli umani che, di fronte a grandi invenzioni culturali, si trovano a sfruttarle sui gatti. Infatti, un po’ come è successo con il fenomeno dei video sui gatti nel web, similmente è avvenuto nel cinema quando un certo signor Lumière, trovandosi di fronte all’invenzione del secolo, si mise a puntarla sul suo animale domestico. L’attrazione degli uomini per questo animale è indiscutibile e ugualmente lo è il loro effetto “virale”. Concludo quindi con questa profonda profezia:
“Il VR non sarà mai un’innovazione finché non sarà pieno di gatti“
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