Sono le 13 e la campanella risuona in tutto l’edificio: cartella pronta, balzo felino e si corre verso l’uscita. La maestra ha dato pochi compiti così nel pomeriggio si va a casa dell’amico viziato a giocare a Halo, Mario Kart e FIFA, il tutto consumando quantità imbarazzanti di bibite zuccherate, patatine e dolciumi. Se avete vissuto la vostra prima adolescenza tra gli anni ‘90-2000 quello citato sopra è quasi sicuramente un ricordo vivido nella vostra memoria. Ma così come la vostra routine è (forse) cambiata, anche il mondo videoludico ha subito importanti variazioni.
Ormai la sfida “fisica” con i propri amici e conoscenti è stata quasi interamente sostituita da quella “eterea” con perfetti sconosciuti locati chissà dove, trasformando il piccolo torneo casalingo in un grande ranking internazionale.
Se non avete vissuto sotto una roccia negli ultimi 10 anni vi sarete infatti accorti della grande svolta competitiva dei videogiochi, in quello che viene chiamato eSport. L’eSport non è semplicemente una possibilità per giocatori particolarmente talentuosi di ricevere riconoscimenti e premi, ma sta pian piano diventando un vero e proprio intrattenimento per milioni di spettatori in tutto il mondo.
Come a suo tempo gli appassionati di tecnologia venivano bollati come nerd e scherniti dai più, così l’eSport viene tuttora guardato con sdegno da molti appassionati sportivi, che insistono a non considerarlo uno sport. Eppure, definizioni a parte, è innegabile come questo fenomeno stia attirando a sé enormi quantità di visualizzazioni e, conseguentemente, importanti vetrine per sponsor e privati. Non bisogna quindi sorprendersi nel vedere come anche molte società sportive stiano investendo in questo settore.
La prima a muoversi in questo senso è stata il Beşiktaş Istanbul aprendo nel 2015 una sezione eSport dedicata al gioco online più giocato al mondo, League of Legends. Da lì a poco sono stati i tedeschi del Wolfsburg ad entrare in questo mondo, ingaggiando Benedikt “Salz0r” Saltzer per rappresentarli ai tornei di FIFA. West Ham, Schalke 04, Sampdoria, Valencia, Manchester City, Paris Saint Germain, Ajax, Sporting Lisbona e recentemente anche Roma, Empoli e Genoa hanno poi seguito questo trend, evidenziando lo spessore di questo fenomeno.
Ovviamente i vantaggi che queste società possono trarre sono, almeno per ora, principalmente due: brand value e vendita del merchandising. Farsi conoscere anche da chi magari il calcio non lo segue e creare un nucleo di tifosi della propria squadra in questo settore è un aspetto da non sottovalutare, e i Club sembrano averlo chiaramente compreso. Il mondo eSport è in continua e costante espansione e non appartiene più ad una “nicchia” di appassionati: farne parte potrebbe davvero essere un’ottima decisione nel lungo periodo.
Laureato in Economia e Management, cestista e grande appassionato sportivo, scrivo per esprimere la mia passione nei confronti di una maledettissima palla rotonda, che sia in cuoio lucido o a spicchi
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