Donald Trump è stato eletto come quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America, e tutto ciò che c’è da dire su questo avvenimento può essere riassunto da questo video.
Il fallimento del suffragio universale appare ormai evidente: un paese come i cazzo degli Stati Uniti sono stati capaci di eleggere Berlusconi nel 2016. Quello che ci interessa però non è capire come si possa essere arrivati ad avere Donald Trump come presidente, bensì capire cosa ci dobbiamo aspettare dai suoi otto anni di governo (sono pessimista-realista, manco quel povero testa di cazzo di Bush junior è stato capace di perdere dopo quattro anni di presidenza).
La risposta più facile e immediata purtroppo è: apocalisse termonucleare. Dare a un vecchio miliardario che ragiona con il suo cazzo la possibilità di distruggere il mondo potrà portare a poco di buono. Come possiamo comportarci quindi? Cosa possiamo fare di concreto per fermarlo? Io direi proprio nulla, l’unica cosa che possiamo fare è studiare, perché se la fantascienza ha modificato il nostro modo di pensare il futuro, perché non può succedere lo stesso per uno scenario post-apocalittico?
Interceptor (Mad Max)
Mad Max è il film d’esordio di un tipetto chiamato George Miller, che – come ci ricorda qui Ortolani San – ha girato film come la saga di Mad Max, per poi passare a film come Babe va in città. Il film, oltre a essere la rampa di lancio di Miller, lo è anche per Mel Gibson. Interceptor nasce come un b-movie, i finanziamenti non permisero grosse spese, il successo del film sarà però planetario, a fronte di 200-400 mila dollari di costo di produzione, il film incasserà più di cinque milioni di dollari.
Il film è ambientato in un non ben definito scenario apocalittico ancora in corso, quello che è importante e che il film sottolinea, è la violenza che nasce in questo tipo di società dove non riesce ad esserci un controllo da parte dei poteri forti!!!11 delle istituzioni.
La trama (come per tutti i Mad Max tranne forse per quella cagata di “oltre la sfera del tuono”) è semplicissima. Max per allontanarsi dalla violenza che vede attraverso il suo lavoro di poliziotto stradale, decide di fare un’allegra gita con la sua famigliola. Max verrà però braccato da un banda di motociclisti capitanata da Toecutter (l’attore è stato poi scelto per interpretare Immortan Joe in Fury Road). A seguito di un tragico avvenimento Max cerca vendetta nei confronti dei motociclisti. Questa vendetta si consuma in una appassionante scena dalla durata di un’ora in cui il protagonista insegue col suo mega macchinone i motociclisti e li ammazza nei modi più fantasiosi possibili. Parliamoci chiaro, il punto forte della saga di Mad Max non è la trama, ma visti i risultati chi se ne frega.
Interceptor – Il guerriero della strada
Cosa fa un qualunque film che coglie un successo spropositato ed inaspettato? diventa una trilogia!
Dopo il grandissimo successo del primo Mad Max, George Miller torna nelle sale con il secondo capitolo della saga soltanto dopo due anni dall’uscita della prima parte. Il film è a mio parere un capolavoro ed è il migliore della trilogia originale. Anche qui la trama è essenziale: Max è un eremita che cerca solo di sopravvivere all’interno di un mondo ormai completamente in rovina e dove non esiste più nessun potere precostituito, regna l’anarchia e la legge del più forte. Per una serie di avvenimenti Max sarà costretto ad aiutare una tribù a fuggire da dei tizi cattivi che gli vogliono fottere il petrolio, e anche qui inseguimento di un’ora nel deserto, e anche qui figata pazzesca. Il film è praticamente Fury Road con meno effetti speciali.
Mad Max – Oltre la sfera del tuono
Diciamolo subito. Qui Miller ha sbagliato un paio di cosette. Il film ha una ambientazione simile a quella del guerriero della strada: anarchia violenza e gente che non si vuole bene. Max si ritrova in una “città” governata da Tina Turner, dove però c’è un nano cattivo e capriccioso che fa le lagne, nessuno osa contraddirlo perchè lui gestisce le riserve di energia ed è scortato da un down gigante muscolosissimo. Max non ha neanche il tempo di capire che minchia stia succedendo e viene sbattuto a calci in culo fuori dalla città, il poveretto si ritrova a vagare nel deserto fino a quando non viene accolto dai bimbi sperduti.
Va qui però specificato che il film esce 6 anni prima di Hook e che quindi l’eventuale plagio è stato fatto dal film di Spielberg. Il problema è però che plagio o non plagio “Oltre la sfera del tuono” rimane un film di merda, mentre “Hook” è un filmone.
Dopo questo breve inciso di cui nessuno aveva sentito il bisogno, torniamo alla trama: i bimbi sperduti avevano profetizzato di un “tizio tipo gesù che assomiglia un sacco a Max” che li avrebbe portati nella città del domani, Max però non ce li vuole portare. Dopo altre numerose peripezie che vedono protagonisti treni, aerei monoposto e il nano dispettoso, i bimbi sperduti riescono ad arrivare alla città del domani dove senza la violenza dell’adulto cattivo (mega gomitino del regista per far vedere che questo film vuole avere un messaggio) riescono a ricostruire piano piano una società funzionante. Morale della favola: se non avete visto “Oltre la sfera del tuono” non fatelo.
Mad Max: Fury Road
Cosa spinge un regista ormai settantenne e che ha da poco girato Happy Feet, a riprendere Mad Max passati 30 anni dalla realizzazione di Oltre la sfera del tuono??
Credo che neanche George Miller ci possa dare una risposta, ma davvero ce ne frega qualcosa?
Fury Road è l’apice di tutto ciò di bello che c’è stato nei primi tre film: La trama è costruita prendendo pezzi del secondo e del terzo film, così come la dinamica degli inseguimenti (che durano per due terzi del film). I riferimenti al primo film sono invece pochi e riguardano solo la macchina e i flashback di Max. Oltre a prendere in prestito le cose belle dei primi tre film però, Fury Road ha molto di più. Innanzitutto il cast è formato da vere star del cinema internazionale, come il protagonista Tom Hardy, che nel film forse parla dieci volte, la sempre bella (ok qui forse bella no, affascinante và) Charlize Teron e Nicholas Hoult (che però per me rimarrà sempre il bimbo sfigato di “about a boy”). Il film oltre ad aver sbancato i botteghini, ha anche avuto buoni successi dalla critica. Fury Road ha infatti vinto ben 6 oscar (miglior montaggio, miglior sonoro, miglior scenografia, migliori costumi e miglior trucco e acconciatura)
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