“La Morte viene, silenziosa come un alce, dai vivi ci separa con il taglio di una falce”
Non voglio star qui a scrivere sul valore emotivo e culturale della morte, perché in troppi l’hanno fatto prima di me (ciao Foscolo, se mi leggi), e nemmeno della rappresentazione della morte nella fantastica epoca di internet e Facebook, perché lo fa già in modo alquanto efficace.
Non sto a parlare della moralità di scherzare sulla morte, perché alla fine ognuno la pensa in modo suo a proposito, e cerca inevitabilmente di inculcare il suo concetto agli altri: da qui l’eterna diatriba moralisti vs antimoralisti che ammorba praticamente qualunque contenuto controverso postato su internet e su facebook in particolare. In sintesi la mia idea è che valga la pena di parlare di tutto quello che fa ridere e/o è interessante, che questi argomenti suscitano tanto scalpore perché quasi tutti gli italiani (in particolare, ma non solo) hanno un feeling morboso verso la morte tipicamente cattolico, che la maggior parte della gente è ancora tanto assuefatta alla logica censoria e eufemistica della tv democristiana e berlusconiana (la seconda più o meno uguale alla prima, ma con qualche tetta in più) da volerla applicare a una cazzo di pagina facebook o un cazzo di blog, e che la libertà di parola su internet ha abituato gli “oldfag” della rete a parlare di quel cazzo che vogliono senza farsi problemi, ma che i peones sbalzati direttamente dal pomeriggio di canale 5 alla rete grazie al sitarello di Zuckerberg non vogliono e non possono accettare ciò (non sono proprio cognitivamente pronti a farlo).
Edit del 23/06/12: da sottolineare poi gli immancabili difensori del buon costume di turno, che rispondono a chi osa fare dell’ironia sui morti famosi offendendolo pesantemente, o minacciando/augurando la morte a lui e ai suoi cari. Coerenza tipicamente cattolica e italiana. Ma forse hanno ragione loro, del resto noi non siamo andati in tivù, quindi non meritiamo rispetto né da morti né da vivi.
Ci tengo solo a farvi sapere che gli “antimoralisti” hanno rovinato il gioco del black humour, togliendo l’aspetto ludico e ironico e lasciandolo fine a sè stesso: da qui le puttanate spacciate per pensiero raffinato nella pagine bimbominchiose con cyanide & happiness nell’immagine di profilo, le pagine troll che spuntano periodicamente fuori quando crepa qualcuno di famoso e che vedono manifestarsi legioni di benpensanti dediti all’insulto sistematico, al punto che prendersi gioco dei morti è ormai considerato “figo” dai finti alternativi, e pertanto ogni volta che si parla dei morti si rischia di venire tacciati di hipsterismo, di “non sono moralista ma questa te la potevi risparmiare” (che ormai è un meme), etc. etc.
E quindi? E quindi noi continueremo a fare quel cazzo che ci piace finché ci permettono di farlo, ad esempio sul tema segnaliamo Il Morto del Mese , validissimo sito che, senza volere guadagnare facili consensi o offendere nessuno, si limita a fornire necrologi ironici di grande qualità e a lasciare la voce agli appassionati della morte del web italiano, che possono eleggere democraticamente il morto preferito del mese. Per ricordare una personalità di spicco, per sfottere i morti, per ironia, per divertimento: chissenefrega delle motivazioni. Ad esempio l’epico mese di ottobre 2011 è stato vinto dal buon vecchio Muhammar Gheddafi, con buona pace di Simone Marconcelli e di stiffgiobs.
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