Dati i recenti sviluppi internazionali, abbiamo pensato bene di scrivere un articolo del genere “l’avete sentito prima qua”. C’è un allarmismo esagerato per i proclami del lider supremo, uno che ha in mano una nazione più o meno insignificante, ma nell’opinione pubblica scatta quasi inconsciamente l’analogia con lo sfigatello a scuola, quello poverissimo e magro che manco sta in piedi: tutti sanno che se c’è qualcuno che deve schizzare e diventare un serial killer, è proprio lui.
Inoltre KJU è anche un tipo grassottello, uno che tu pensi: sto qua non ha manco l’autocontrollo per stare in forma, come deve guidare una nazione? La somiglianza con Oolong di certo non aiuta… Però poi scopri che, sebbene fosse il più giovane dei fratelli (maschi), Kimuzzo è stato scelto dal padre come erede designato perchè era “il più virile” dei tre. Proprio quello che ci voleva, dare l’atomica in mano a uno che sente addosso un Gigabar di pressione sociale, dovendo dimostrare alla sua nazione e al mondo che è degno erede del padre e del nonno anche se è il più piccolo dei fratelli (e che è grasso ma non stupido). Uno che viene da una cultura stracarica di machismo, uno che non può tollerare di essere deriso dall’intero pianeta per qualsiasi cosa. Agitare forte e servire ben caldo.
Un respiro profondo e torniamo alla razionalità: i media esagerano sempre, su tutto, è una cosa inevitabile. Un personaggio del genere fa vendere l’impossibile agli allarmisti, c’è un incentivo economico a descriverlo come un pazzo scatenato con armi apocalittiche, fronde di cittadini occidentali terrorizzati compreranno anche gli inserti speciali e quadruplicheranno le visite ai siti con gli articoli più terrificanti. Ma KJun ha studiato in Svizzera, parla bene inglese, saprà fare 2+2… se loro sono in 4 gatti e male equipaggiati, perchè fare la voce grossa con una nazione enorme, ricca, armata fino ai denti e piena di guerrafondai (per non parlare del Giappone, che non vede l’ora di scaricare 60 anni di frustrazione militare a suon di Gundam)?
Onestamente, propendo per l’ultima opzione. Se il K. cercasse di introdurre il capitalismo o anche solo di cambiare il sistema un po’ contro la visione condivisa, i suoi colonnelli lo deporrebbero subito per continuare a fare i privilegiati; non è al potere da abbastanza tempo per avere dei fedelissimi e immagino che la gerarchia attuale si sia anche rotta della dinastia (e lui è alla terza generazione…). So che gli uomini di potere devono essere insensibili per natura, ma uno che durante la sua adolescenza ha visto morire di fame più del 10% della nazione gestita dal padre si sarà pur convinto che il socialismo è una cazzata, no?
Ad aggravare la situazione ci sono i parenti stronzi. In un recente viaggio in S.Corea, nonostante fosse un tabù, chiedevo spesso alla gente che incontravo cosa ne pensassero di una potenziale riunificazione. Con mia grande sorpresa, a Sud sono tutti terrorizzati all’idea di un conflitto, non tanto per la violenza ma perchè non sarebbe mica la riunificazione della Germania: a Nord ci sono 25m di persone che campano con 1000$ l’anno che a malapena riescono a coltivare il cibo di cui nutrirsi mentre a Sud (50m di persone iperistruite) ci sono alcune delle multinazionali più di spicco e un economia già proiettata nel futuro . Chi lo paga il welfare e le spese per ricucire il divario per una nazione grande metà della tua che non ha praticamente niente? Come impedisci che 25m di poveri che parlano la tua lingua e sono tuoi mezzi parenti si riversino nella tua nazione, per la quale ti sei fatto un culo così da na vita, tipo zombies?
Un altra ipotesi alla quale non ho ancora rinunciato del tutto è che la speculazione mediatica sia in qualche modo guidata (inb4 gomblotto). Le navi, lo scudo antimissile e i missili a lungo raggio che gli americani stanno piazzando a Guam non sono per la Corea del Nord… Sono un rafforzamento di un bastione potenzialmente utile in un area dove si decideranno gli equilibri mondiali dei prossimi decenni. Se avessero messo lo scudo antimissile a Guam senza motivo la Cina avrebbe potuto dire la stessa cosa che la Russia ha detto quando volevano mettere lo scudo antimissile in Ucraina: “ma se siamo amici, perchè la pistola?”. Ad avvalorare quest’ipotesi, giustificando un cambiamento di attitudine, ci sono, come sempre, ragionamenti economici: contrariamente alle aziende italiane che vedono lo stato come un nemico/vampiro, le aziende americane vanno a letto col governo e se lo ciucciano a vicenda. A parte che gli hacker cinesi, sponsorizzati dal governo cinese, sono anni che fanno scorribande informatiche e sgraffignano segreti aziendali e militari. A parte il debito pubblico americano in mano ai cinesi, che potrebbero (masochisticamente) decidere di affondare il dollaro vendendo di botto o anche solo smettendo di comprare regolarmente. A parte un botto di altre cose simili che manco sto qui a elencare. La notizia rilevante è che le aziende americane che avevano delocalizzato in Cina stanno cominciando a riportare la produzione in America, non tanto per patriottismo, ma perchè è conveniente: i recenti aumenti di produttività dovuti all’automazione rendono, al netto dei vari sbatti di import/export tra due nazioni senza trattati commerciali friendly (anzi…), i prodotti made-in-USA più convenienti per le aziende americane rispetto ai made-in-China. Quindi, se mi chiudi pure il mercato interno e mi fotti i segreti e minacci di affondarmi la valuta E non ho più bisogno di te, io un avvertimento te lo mando. Non posso rischiare d’inimicarmi 1.5+ miliardi di persone e quindi me la prendo con tuo cugino piccolo e zoppo che sta sul cazzo anche a te, così tu lo capisci e al prossimo tavolo per definire gli accordi commerciali vieni “con le corna calate” invece di pensare di pestarmi di fronte ai miei amici/leccaculo. Rendo l’idea? Nessuno vuole una guerra mondiale, ma gli americani non possono continuare a prendere pesci in faccia… Stanno solo agendo nell’interesse nazionale (e tutto sommato ne beneficiamo anche noi), come sempre. Nel mentre noi ci godremo i lulz di un improponibile dittatore e della commedia che è diventata la politica internazionale.
22 Marzo 2017
8 Dicembre 2016
15 Agosto 2016
5 Agosto 2016
14 Luglio 2015
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.