Avere avuto 14 anni nell’anno duemila è stata tutto sommato una figata: tutti gli step dal Game Boy al Super Nintendo alla Playstation al cellulare all’adsl li hai fatti nel momento giusto per goderteli appieno. C’è però una sfiga incredibile per chi come me è stato adolescente nei primi Anni Duemila: Dawson’s Creek. Se eri una ragazza, era tutto sommato socialmente accettabile guardarlo, come lo è stato poi guardare Glee, Gossip Girl o cagate simili; il teen-drama è sempre stato un genere amato dalle ragazzine, e sempre lo sarà. Se invece sei maschio, magari pure brufolodotato e all’apice dello psicodramma ormonale, e hai vissuto la tragedia di avere l’età per interessarti a quel tipo di storie troppo tardi per la sboronaggine di Beverly Hills e troppo presto per l’autoironia di OC, non potevi scampare alle seghe mentali di Dawson. Guardare Dawson’s Creek era un’esperienza tra la trasgressione e il disgusto, tra la curiosità e la cattiva abitudine; la storia dei ragazzetti sfigati di provincia ti ha in qualche modo conquistato, ti sei giocoforza innamorato di Joey, hai preso insomma gusto nel seguire le dinamiche demenziali della realtà piccolo-borghese di Capeside. Eppure, la forte componente emo-saccarina di Dawson’s Creek ti impediva di poter ammettere apertamente di seguirlo, non ne parlavi mai a scuola, finivi per segregarti in camera tua per guardarlo di nascosto ai tuoi stessi famigliari, passando magari per essere ancora più segaiolo di quanto in realtà non fossi. E, soprattutto, ti stava tremendamente sul cazzo Dawson.
Gli elementi che rendevano in qualche modo interessante Dawson’s Creek sono sostanzialmente due.
– La trasgressione: ricordiamo che, a cavallo tra i ’90 e i ‘2000, un giovine non aveva accesso alla strabordante quantità di pornografia di cui pullula l’internet di oggi; le cose più zozze che gli sono capitate per mano sono state probabilmente alcune immagini pseudo-hentai di Ranma 1/2. Di argomenti controversi e cinismo, poi, neanche a parlarne: per la maggior parte di noi, le puntate della marijuana sequestrata e del limone duro di Settimo Cielo la domenica mattina trattavano argomenti scottanti, eravamo drammaticamente ingenui per gli standard di oggi. E Dawson’s Creek, seppur dietro le solite menate filosofiche e l’angosciante autocommiserazione dei personaggi, era pieno di riferimenti più o meno trasgressivi al sesso, alle prime esperienze di vario genere (che con ogni probabilità noi non avevamo ancora fatto), insomma, a ste robe qua. E, piange il cuore a dirlo, la cosa ci affascinava
– Pacey: laddove il deplorevole Dawson Leery incarnava tutte le qualità peggiori che si possono riassumere in un sedicenne dei sobborghi americani, Pacey era un personaggio costruito per piacerti. Burlone, pecora nera della famiglia, trasgressivo, milf-hunter, sotto sotto ci piaceva l’idea di identificarci in lui e nelle sue menate. Così, quando in un disperato tentativo di risollevare una trama che stava cadendo nel becero, gli autori di DC hanno deciso di far progressivamente passare l’adorabile Joey Potter dalle grinfie dell’odiatissimo Dawson all’amorevole compagnia del mitico Pacey, dentro di noi abbiamo esultato, immedesimandoci in lui.
Una volta esaurito l’effetto trainante di questi due elementi nel 2002, quando ormai avevamo scoperto storie e contenuti ben più trasgressive e Pacey aveva finito pure lui per esagerare con l’introspezione e rompere il cazzo, Dawson’s Creek non aveva più niente di interessante. Ed ecco perché nessuno si è cagato le quinte e seste stagioni, finendo magari per guardare distrattamente la puntata finale solo per il gusto di sapere che Dawson alla fine è rimasto col cazzo in mano con la vittoria della coppia Joey-Pacey, e tutti hanno finito per dimenticare DC col tempo, fuori dalla leggendaria gif del Dawson Piangente. Una dozzina di anni dopo, forse abbiamo acquisito la maturità per ammettere che, nonostante tutto, Dawson’s Creek non era poi tutta questa merda, e che dopo è arrivato ben di peggio. Ma, ehi, non dite a mia mamma e ai miei compagni di classe che lo guardavo, eh.
30 Marzo 2017
23 Aprile 2012
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.