Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un fenomeno curioso, unico nel suo genere: in occasione delle future elezioni per il Presidente della Repubblica sono stati proposti o semplicemente suggeriti alcuni nomi da giornalisti o da politici. Anche il “popolo” del webbe 2.0 ha deciso di far sentire la propria voce, e ha proposto il suo candidato alle Quirinarie: Giancarlo Magalli.
La preferenza a Magalli ha surclassato vari professoroni e personaggi di spicco nei sondaggi somministrati da alcuni quotidiani (tra cui Libero e il Fatto Quotidiano) che -dal canto loro- hanno forse sottovalutato la portata di quello che è avvenuto e che sta avvenendo, prendendo il fatto come una semplice goliardata portata avanti da qualche ggiovane che di politica -quella seria- non ne capisce.
Potremmo però provare a guardare oltre questo simpatico scherzo, e scoprire che la questione Magalli nasconde qualcosa di più profondo. Potrebbe trattarsi -forse- di una critica al vecchio establishment di politicanti e giornalisti che ancora non hanno capito cosa sia davvero il web e fin dove possono arrivare i social network. Potrebbe trattarsi di una perculata al grillismo di concetti come “elezioni on line” o “democrazia diretta e libbera dal sacro blogghe”. Potrebbe trattarsi di un modo tutto moderno di comunicare il proprio dissenso verso un sistema che non piace attraverso i mezzi di comunicazione che i giovani di oggi possiedono. Un modo creativo, moderno, ironico ed eccezionalmente capace di mobilitare migliaia di persone per fare una piccola rivoluzione.
Magalli sarà quindi il prossimo presidente della Repubblica?
Tenendo aperte tutte le eventualità, la mia risposta generica è “si, potrebbe diventarlo, perchè la Costituzione non lo impedisce”.
Per poter essere scelto dal Parlamento in seduta comune (più tre delegati per ogni Regione, art 83), il futuro presidente deve possedere alcune caratteristiche elencate dall’articolo 84: “Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici.” Tutte caratteristiche che Magalli possiede.
Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale (art.87). Ce lo vedete Magalli in questo importante ruolo?
Il presidente è inoltre un importante ingranaggio nel meccanismo che concilia e bilancia i tre poteri dello stato (legislativo, esecutivo e giudiziario).
Aggiungo inoltre che “L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta” (art. 83).
[Per vedere Di Battista e altre 100.000 persone che citano e recitano a sproposito la Costituzione, clicca qui.]
Sono questi gli elementi basilari che è necessario conoscere prima dell’elezione del futuro presidente, anche se rinvio ad una lettura più approfondita del titolo secondo, seconda sezione della Costituzione per ulteriori approfondimenti.
Riuscirà dunque Magalli ad essere il futuro garante dell’unità nazionale? Possiamo sperarlo, ma se anche dovesse fallire una cosa è certa: i social network stanno cominciando a mostrare le loro potenzialità e i loro poteri che, sebbene ancora incompresi e incomprensibili per la vecchia generazione di mass media, sono ben conosciuti da parte di chi riesce a mobilitare migliaia di persone per fare in modo che un simpatico presentatore tv venga eletto Presidente.
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