Buone notizie per gli stoner e per i fumatori occasionali della pianta la cui passione può causare non pochi guai giudiziari. O almeno, ancora per poco. Il 13 Luglio infatti la Commissione Giustizia e la Commissione Affari Sociali hanno scelto il testo di legge che sarà presentato alla camera il prossimo 25 Luglio, assecondando la richiesta della relatrice della seconda commisione di dividere l’utilizzo terapeutico da quello ricreativo, temendo che presentarle insieme comportasse un rischio per la regolamentazione della cannabis come farmaco.
Un cambiamento epocale per l’Italia, che pone le basi per una legislazione in materia alla pari se non addirittura superiore ad altri paesi europei, basti fare l’esempio dei Paesi Bassi, che dagli anni ‘70 hanno aperto la strada alla depenalizzazione delle droghe leggere e consentito il consumo della marijuana tramite i coffee shop, o all’esempio spagnolo dei Cannabis Club (dalla quale la norma prende spunto) esperienza avviata nel 2006 che tuttavia ancora oggi soffre di una carenza normativa che regolamenti in modo chiaro il consumo e il possesso di tale sostanza, o dell’Uruguay che nel 2013 è stato il primo stato al mondo a legalizzarne la coltivazione e la vendita tramite monopolio di Stato, o ancora come Germania, Repubblica Ceca e Portogallo dove il possesso di modiche quantità ad uso personale è consentito.
Il testo presentato dal senatore Benedetto Della Vedova (qui la scheda su Open Polis) più di un anno fa e sottoscritto da più di 220 firmatari (scaricabile da http://www.cannabislegale.org/), ha un carattere decisamente più libertario e meno proibizionistico dei suoi predecessori, ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
La proposta rende possibile la detenzione di una quantità di cannabis per uso ricreativo che varia dai 5 grammi all’esterno innalzabili a 15 in casa (ed innalzabili ulteriormente nel caso in cui la prescrizione medica per uso terapeutico lo preveda), il tutto senza alcuna autorizzazione. Resta tuttavia punito il piccolo spaccio anche al di sotto dei 5 grammi. Permane inoltre il divieto di fumare cannabis in luoghi pubblici o aperti al pubblico, e resterà ovviamente impossibile mettersi al volante dopo aver fumato.
Tuttavia quest’ultimo divieto lascia un punto interrogativo circa la possibilità di verificare un assuefazione tale da provocare un’alterazione psico-fisica, in particolare i saliva-test attualmente in uso non possono specificare se l’assunzione di cannabis sia avvenuta in tempi recenti (alterando quindi la capacità di guida) o se sia avvenuta in precedenza, quando l’effetto psicotropo della sostanza è ormai svanito.
Altro punto importante è la possibilità di coltivare fino a 5 piante femmina di cannabis in modo autonomo o in forma associata, in sintonia col modello spagnolo dei cannabis social club, ovvero associazioni senza fini lucrativi che potranno coltivare fino a 5 piante per ogni associato, fino a un numero massimo di cinquanta membri.
In entrambi i casi sarà possibile iniziare a coltivare decorsi trenta giorni dall’invio della comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli.
Anche se lo spaccio resta illegale, sarà consentita la commercializzazione della cannabis con l’istituzione di un regime di monopolio di Stato sulla falsa riga di alcolici e sigarette, che permetterà la coltivazione, la preparazione e la vendita al dettaglio anche da parte di soggetti privati previa autorizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Se il testo entrasse in vigore, verranno predisposte aree atte alla coltivazione a scopo terapeutico, in grado di coprire il fabbisogno nazionale. Verranno inoltre semplificate le modalità di consegna, prescrizione e distribuzione ai malati.
Con la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della Fini-Giovanardi nel 2014 (consultabile presso il sito della Corte) è rientrata in vigore la Iervolino-Vassalli, una legge datata 1990 e ben più punitiva della precedente che ricordiamo non faceva alcuna distinzione tra droghe leggere e pesanti condannado con la reclusione dai 6 ai 20 anni anche lo spaccio di sostanze leggere.
Ad oggi, più della metà delle operazioni di polizia in materia di stupefacenti riguarda cannabinoidi, mentre più del 78% delle segnalazioni alla prefettura sono dovute al consumo personale di cannabis. Inoltre, secondo uno studio realizzato da Ferdinando Ofria e Piero David, ricercatori presso l’università di Messina e pubblicato da laVoce.info i costi per la repressione del fenomeno ammontano ad oggi a circa 2 miliardi di euro tra magistratura, forze di polizia e costo dei detenuti, somma che con l’approvazione della norma rappresenterebbe un risparmio notevole, senza contare un guadagno che oscillerebbe tra i 7 e i 10 miliardi di euro per le casse dello Stato grazie alle imposte sulle vendite.
Un intervento legislativo in merito venne richiesto anche dalla Direzione Nazionale Antimafia, constatando come le politiche di repressione si siano rivelate inconcludenti nel tempo, mentre il buisness della droga resta indisturbato nelle mani della mafia, che con l’eventuale approvazione alla camera di questa proposta rivoluzionaria riceverebbe un duro colpo visti i proventi per traffico di stupefacenti stimati intorno ai 7 miliardi di euro l’anno, come riportato dalla ricerca di Transcrimine dell’università Cattolica di Milano nominata “Gli investimenti delle mafie” (consultabile qui http://www.investimentioc.it/).
Studente presso la facoltà di scienze politiche alla Federico II di Napoli, non c'è molto da dire su di me, se non la mia passione per la politica che mi ha portato a scrivere per IMDI
21 Novembre 2016
23 Ottobre 2016
16 Agosto 2016
29 Luglio 2016
21 Luglio 2016
Studente presso la facoltà di scienze politiche alla Federico II di Napoli, non c'è molto da dire su di me, se non la mia passione per la politica che mi ha portato a scrivere per IMDI
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.