Una piccola premessa: quest’articolo è, per così dire, “vecchio”. Ce l’ho in testa da un paio di mesi, ma per ragioni private non sono mai riuscito a trovare il tempo per scrivere niente, di recente. Per fortuna non è un articolo dedicato a un evento particolare: è sempre “sul pezzo”, dal momento che di continuo accade che giustifica questa riflessione. Tempo fa era la storia di Caterina Simonsen – ma il ragionamento si applica agli animalisti in generale -, poi il malore di Bersani – e di nuovo, il ragionamento si applica ai grillini in generale -, e sono sicuro che aspettando un altro paio di giorni salterà fuori qualcos’altro di analogo [e guarda un po’, ecco la storia della Boldrini]. La questione è semplice: piogge di insulti, offese ed auguri di morte da parte di gente che rivendica una certa superiorità morale nei confronti di chi non la pensa come loro. Anche indirettamente, come fa il movimento cosiddetto “pro-life”, che nello stesso nome che si è scelto punta a indicare come gli altri siano “anti-life”.
Questa presunta superiorità morale in cosa si manifesta, però? In un atteggiamento totalmente incivile: la propria presunta superiorità morale autorizza a trattare gli altri come se non fossero degni di un benché minimo rispetto, e si arriva perfino alle minacce di morte. Il tutto evitando ogni responsabilità, come fa Grillo quando dice che “sono troll pagati dal PD”, o la Brambilla quando sostiene che “nessun animalista è mai stato protagonista di episodi di violenza”, senza porsi realmente il problema di come risolvere la situazione.
La tendenza a squalificare umanamente gli “avversari”, sostenendo che non meritano niente in quanto ladri, assassini, troll, distruttori del paese, collusi, corrotti e quant’altro, permette senza dubbio di evitare il confronto e di giustificare la propria chiusura mentale. Vista la necessità – causata dalla povertà di contenuti realmente validi dell’ideologia che si professa – di serrare gli occhi e tapparsi le orecchie gettando merda verbale e non quando si incontra qualcuno capace di ragionare e argomentare in modo decente opinioni differenti.
Non è tuttavia un buon segno per quanto riguarda la salute politica e culturale di un paese. Anzi, è un sintomo della profonda ignoranza che vi imperversa. Il populismo e il qualunquismo vanno a braccetto con questa tendenza, nutrendosene, anche grazie al perverso sistema per cui chi urla e si agita di più fa più notizia. Indipendentemente dalla concretezza e dalla serietà delle affermazioni o rivendicazioni, ed è così nascono ciarlatani come Vannoni e venditori di fumo alla Berlusconi.
Senza scendere nel dettaglio delle singole controversie, e delle peculiari argomentazioni adoperate dai sostenitori di Stamina, dagli attivisti a 5 stelle, dagli animalari e da chiunque altro, mi preme ricordare loro che, se pure avessero ragione, questo non li autorizzerebbe in alcun modo a comportarsi come fanno. A maggior ragione se tra le principali qualità di cui si fregiano (da soli, perché a me spesso sono tutt’altro che evidenti) vi sono l’onestà, la moralità, la bontà. Qualità che poi vengono immediatamente tradite semplicemente leggendo qualche commento su Facebook.
Volete autoassegnarvi queste qualità? Fatelo in modo serio. Comportatevi da persone oneste, seguite rigide morali, siate buoni. Ma con tutti, non solo con chi vi pare a voi, altrimenti come presentazione non vale un cazzo. E non demonizzate chi non la pensa come voi. Perché come potete definirvi migliori degli altri, se non siete capaci di rispetto? In questa corsa ad arrogarsi la superiorità morale è venuta meno la qualità fondamentale. Vi siete dimenticati la civiltà.
P.S.: Chiedo scusa per la sfuriata, ma sono mesi che sentivo il bisogno di buttarla fuori.
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