Avevo già scritto guide alla sopravvivenza su Facebook. A sto giro dedico una parentesi anche al social network preferito dai vip e dai finti giornalisti, e provo a suggerirvi come usare meglio Twitter, se proprio dovete farlo, chi seguire e, soprattutto, chi non seguire.
Corre l’anno domini 2013, e tutte le scimmie con accesso ad internet dovrebbero già avere un’idea più o meno precisa di cosa sia Twitter. Chi ama perdere del tempo online a tentare di gonfiare la propria autostima c’è già, evidentemente molti ritengono che snocciolare banalità preudo-umoristiche con la malcelata speranza di farsi retwittare da un influencer o, meglio, da una twitstar sia un investimento per il futuro. Molti si sono iscritti perché c’erano Fiorello e Jovanotti e, vedendo che la gente che “andava forte” su Twitter parlava quasi solo dei propri pasti o di quanto sono stronzi i loro colleghi, per poi trascorrere le serate guardando programmi in tv e criticandoli in live-tweeting, hanno pensato bene di fare lo stesso. Alcuni si sono iscritti ma non hanno superato lo psicodramma del vincolo di 140 caratteri e se ne sono tornati su Facebook a lamentarsi di quanto Twitter sia assurdo e inutile e a condividere foto di cuccioli postate da agenzie marketing. Moltissimi devono poi essere quelli che alle elementari volevano fare gli spiritosi ma non li cagava nessuno; finalmente è arrivato il momento della riscossa e ora possono riempire gli spazi virtuali di battute forzatissime e per nulla divertenti.
In ogni caso, al momento in Italia Twitter è usato da un tre milioni di persone, che è nulla rispetto ai 22 milioni o quello che è di Facebook, ma non è così poco, considerando che di quei tre milioni molti sono directioners, dipendenti pubblici o social media specialist autodichiarati (leggi: disoccupati) che passano quelle 4 o 5 ore medie al dì sul social network dell’uccellino. Un pubblico consistente e discretamente affezionato. A parte ovviamente Facebook, l’unico altro social network con un pubblico così vasto e fidelizzato in Italia è Badoo, con i suoi morti di figa, i suoi troll e le sue mercenarie. Se ci si vuole vantare al bar dicendo di far parte del “popolo della rete” non basta quindi votare Beppe Grillo e sostenere le teorie del signoraggio e delle scie chimiche, ma bisogna anche avere Twitter, che cazzo.
Detto ciò, si pone un problema: dal momento che, come ho simpaticamente lasciato trapelare, Twitter è comunque PIENO di stronzi da evitare come la peste, come fare a filtrare via tutto il cancro? Beh, basterebbe un minimo di buon senso con la gente che si segue. Se però siete degli spammoni e avete abbastanza tempo da perdere per aggiungere gente a cazzo, grazie alla mia provata esperienza posso indicarvi le categorie che NON dovete seguire, o “followare”, se siete particolarmente fighi. Eccovi il Decalogo dell’Odio. Non seguite/smettete di seguire:
Non sto a spiegarvi il perché di tutti i passaggi, anche se alcuni sono evidenti; trust me, i know internets. A questo punto probabilmente i pochi contatti che sono sopravvissuti ci consentiranno di avere un news feed decente (anche se durante eventi di massa come Sanremo o le elezioni la cosa migliore da fare è evitare accuratamente di accedere a Twitter in ogni caso). Infatti se Twitter fa abbastanza pena come “fonte” generalista, per colpa dell’abuso di alcuni e soprattutto dell’idiozia di molti, usato in modo intelligente può essere invece uno strumento prezioso per intercettare opinionisti di interesse, blogger, personalità che amano apparire autocompiaciute restituendo almeno qualche contenuto di qualità per gli interessi specifici, insomma, Twitter funziona bene per le nicchie.
Inutile suggerirvi gli influencer, da seguire perché ce ne sono a migliaia e sono estremamente diversificati nei loro ambiti, del resto solo pochi traggono veramente qualche piacere o utilità dai tweet di un esperto di pesca a mosca, per quando arguto o puntuale (e per fortuna). Trovare fonti di ispirazioni per una nicchia di interesse su twitter è inaspettatamente facile, perché se trovate qualcuno appassionato di cicloturismo o di origami (basta cercare le parole chiave e, se vi sentite più arditi, usare con intelligenza le liste) è probabile che poi quello vi possa far scoprire altra gente del settore con i suoi retweet. Per evitare di perdere traccia delle vostre scoperte più interessanti nel marasma finto-intellettualistico del news feed e creare una sorta di feed tematico è sufficiente buttare giù qualche lista; lo si può fare anche con Twitter “liscio”, ma per gestire i vari flussi, specie se ci prendete gusto a smanettare, diventa utilissimo usare Tweetdeck. E ora, tra tutta la merda e gli alternativi che interessano solo a tre gatti, bisogna ammettere che esiste qualche utente di twitter che funge da killer application, giustificando quasi da solo la fatica e la distrazione che ci causa l’uso di un canale di “informazione” in più tra i tanti di cui già abusiamo. Ecco quindi una lista delle 5 persone che chiunque usa twitter dovrebbe seguire:
E poi, vabbè, ogni tanto qualche cazzatella esce bene anche a me (@Frullo), se il presente articolo vi è risultato in qualche modo utile o almeno divertente potreste pure followarmi, non credete?
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