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Bolle speculative: bolle razionali e bolle irrazionali

Posted date : 22 Settembre 2016 In Cultura, Economia, Varie 0

Per comprendere a fondo la difficoltà di prevedere e combattere le bolle speculative, basta pensare ai comportamenti irrazionali che abbiamo avuto in una settimana, e a tutti quelli che hanno avuto le persone attorno a noi. Il trading, da cui nascono le bolle speculative, come ogni aspetto della nostra vita non é esente da comportamenti irrazionali.

La bolla speculativa altro non é che l’assegnazione ad un dato bene di un valore superiore a quello intrinseco di tale bene o, in termini piú specifici, la bolla speculativa nasce quando il valore di mercato di un bene differisce da quello dei “fondamentali”. Con il termine “fondamentali” (tradotto in italiano letteralmente dall’inglese “fundamentals”) si tende a descrivere il valore reale del bene, che tuttavia puó solo essere approssimato tramite apposite valutazioni e mai conosciuto con certezza assoluta.
Per fare un esempio pratico, per valutare oggi il valore di Google (e dunque delle sue azioni, considerato che il valore della singola azione di Google altro non é che il valore complessivo dell’azienda diviso per il numero di azioni), si possono utilizzare diversi metodi, tra i quali probabilmente il piú utilizzato oggi é il DCF (Discounted Cash Flow model). Ogni modello darà dei risultati, più o meno diversi tra loro, e l’analista sarà portato a credere che quello da lui trovato sia il valore dell’azienda e, conseguentemente, delle sue azioni: a questo punto lo paragonerà col valore di mercato dell’azione e darà un suggerimento d’acquisto (compra o vendi l’azione).
Classico esempio di foglio Excel destinato all'analisi tramite DCF

Classico esempio di foglio Excel destinato all’analisi tramite DCF

Tuttavia, come anticipato, il valore reale dell’azienda rimane sconosciuto, e solamente approssimato: le variabili in gioco sono molte di piú di quelle che qualsiasi analista possa tenere in considerazione, ed i modelli sono inevitabilmente un’approssimazione.
Le bolle speculative nascono come diretta conseguenza del mancato accordo tra analisti nel valutare un’azienda o un dato mercato (tecnologico, manufatturiero, …). Più grande è il disaccordo tra gli investitori, piú la bolla crescerà in dimensioni.
A questo punto una domanda scontata dovrebbe essere: ma se gli investitori non sono d’accordo tra loro, alcuni probabilmente valuteranno l’azione in maniera eccessiva, mentre altri la sottovaluteranno (dato che se tutti la sottovalutassero o sopravvalutassero, vi sarebbe accordo, e non disaccordo tra analisti); come mai quindi le bolle speculative sono sempre al “rialzo”?
La risposta è più complessa di quel che si possa immaginare, e i fattori in gioco c’entrano con la finanza pura, con la finanza comportamentale e addirittura, secondo alcuni studiosi, persino con la medicina vera e propria (per quel che riguarda quest’ultimo punto, rimando ad articoli come questo). In generale, a livello di finanza pura, è estremamente più semplice puntare sulla crescita di un’azione che non sulla sua caduta. In termini più specifici, andando long su una stock (ovverosia acquistando l’azione e puntando sulla crescita della stessa) il rischio massimo è perdere il capitale investito, mentre andando short (vendita allo scoperto – nei mercati finanziari si utilizza per puntare sul calo del valore dell’azione) la perdita potenzialmente è infinita. Inoltre, in termini pratici, la difficoltà nello shortare qualcosa andando contro l’andamento del mercato sta nel fatto che le risorse economiche da investire sono estremamente elevate (margin calls per chi mastica un po’ di finanza), per cui la vera intuizione non è solo comprendere se l’azione sia sopravvalutata, ma anche quando i mercati se ne renderanno conto. Infatti, la bolla esplode solo quando un numero sufficiente di investitori comprendono lo stato delle cose: fintantoché solo pochi investitori ne hanno compreso l’esistenza, è improbabile che essi abbiano le risorse sufficienti per farla esplodere e, di conseguenza, guadagnarci tramite la vendita allo scoperto.
shortsellinggraph

Una semplice immagine per spiegare le posizioni Long e Short. Sull’asse verticale il valore dell’azione, su quello orizzontale il tempo

Anche tra gli studiosi, esistono opinioni fortemente contrastanti riguardo le bolle speculative. Secondo alcuni, esse sono causate da un’esuberanza irrazionale (e c’entrano dunque con la finanza comportamentale, e tra questi l’esponente di maggior spicco è probabilmente il premio Nobel Robert Shiller, mentre secondo altri, come ad esempio John Cochrane, docente di finanza alla Booth School of Business di Chicago, non c’è niente di irrazionale nelle bolle, ma si tratta solamente di modelli che necessariamente devono omettere alcuni fattori, i quali portano ad errori di approssimazione.
Generalmente, la maggior parte dei modelli sono basati su due assunzioni fondamentali:
1) che gli individui utilizzino tutte le informazioni a loro disposizione;
2) che gli individui utilizzino il giusto modello per valutare l’azienda o il mercato che stanno studiando.

Le bolle speculative nascono quando una di queste due assunzioni viene violata, e precisamente se viene violata la 1) si parlerá di bolla irrazionale, mentre se verrá violata la 2), si parlerá di bolla razionale. In particolare, si parla di bolla razionale quando il valore fittizio aggiunto al valore reale dell’azione, altro non è che un’attualizzazione del valore futuro della bolla. In sostanza, se tutti gli analisti utilizzeranno un modello sbagliato per valutare un’azienda, in prospettiva il valore sarà sbagliato (quando la bolla scoppierà, il valore dell’azione crollerà), ma al momento il modello rifletterà l’andamento, seppur sconnesso dai fondamentali, dell’azione stessa, ed in questo senso la bolla sarà razionale.

Relativamente alla componente di finanza comportamentale, è stato dimostrato da Shefrin (2000) che nelle persone esiste un bias di ottimismo. L’analisi in questo senso è stata delle più semplici: chiedere ad un campione di persone se ritenessero la loro abilità alla guida nella media, superiore alla media o inferiore ad essa. Il 70% degli intervistati dichiarò di ritenersi superiore alla media, evidenziando così senza alcun dubbio una mancanza di obiettività intrinseca nell’essere umano (è impossibile che più del 50% degli intervistati fosse realmente sopra la media). Allo stesso modo, moltissimi investitori sono eccessivamente sicuri delle loro abilità nell’investire, e si comportano dunque in maniera del tutto irrazionale.

Ad ulteriore conferma di quanto la finanza comportamentale (dall’inglese “behavioural finance”) c’entri con la nascita delle bolle speculative, e di quanto le persone sopravvalutino le loro competenze o le loro informazioni, Barber e Odean (2001) hanno osservato che la frequenza di trading è troppo elevata per essere razionale (il 76% di turnover rate nel 1998 sul NYSE) e questo è probabilmente dovuto proprio a quell’eccesso di confidenza nei propri mezzi.
Tra le varie teorie della finanza comportamentale che spieghino le bolle speculative, ce n’è una che potrebbe comprendere perfino la casalinga di Voghera a cui Grillo voleva affidare il Ministero del Tesoro: il cosiddetto “herd behaviour”, il comportamento del gregge. In questo caso, la propensione a pensare “se lo fan tutti, ci sarà un motivo” fa sì che si violi l’assunzione 1), cioé l’utilizzo di tutte le informazioni a nostra disposizione. Se mi fido del comportamento di tutti coloro che mi circondano, anche quando tale comportamento discorda dai miei risultati, io rinuncerò a parte delle informazioni a mia disposizione. A quel punto, se molti all’interno del gruppo si comporteranno così, la qualità delle informazioni del gruppo si impoverirà, portando a delle approssimazioni che potrebbero generare una bolla speculativa.
Il “herd behaviour” è noto, tra le altre cose, proprio per il suo legame con una bolla storica, la South Sea Bubble, ed un personaggio famoso: Isaac Newton. In pratica, la South Sea Company era una società per azioni britannica fondata nel 1711, a cui era stato concesso il monopolio per il commercio con il Sud America. Le azioni della compagnia aumentarono notevolmente in termini di valore, quando ampliò le sue operazioni che si occupavano di debito pubblico, con un picco nel 1720 prima di crollare a poco a poco sopra il prezzo di flottazione originale; un numero considerevole di persone fu rovinato dal crollo delle quotazioni, e l’economia nazionale britannica di conseguenza si ridusse notevolmente. Tra i vari investitori della compagnia, ve ne era uno probabilmente piú famoso degli altri, tal Sir Isaac Newton, che dopo lo scoppio della bolla, ebbe a dichiarare: “Posso calcolare il moto dei corpi celesti, ma non la pazzia delle folle”.
Le bolle speculative sono parte integrante della finanza ed inevitabilmente sono un parziale fallimento della stessa. Tuttavia, insinuare che la finanza sia “inutile” e/o “dannosa” poiché genera anche bolle speculative, sarebbe come insinuare che le automobili sono inutili e/o dannose alla popolazione mondiale perché nel 2013 hanno causato più di un milione di morti. Semmai è necessario che i mercati siano sufficientemente regolamentati dagli enti preposti, e che questi enti siano gestiti da persone che abbiano reali competenze ed integrità.
Referenze
Shefrin, Hersh, 2000. Beyond Greed and Fear; Understanding Behavioral Finance and the Psychology of Investing, Boston: Harvard Business School Press.
Barber, B.M. and T. Odean (2001), “Boys Will Be Boys: Gender, Overconfidence, and Common Stock Investment,c Quarterly Journal of Economics 116:261-292.

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About Luca Patron

Ex Studente di Finanza presso la Warwick Business School, ora lavora nel settore assicurativo in UK. Appassionato di politica ed economia, in passato ha militato tra le file del PD come Civatiano.

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Ex Studente di Finanza presso la Warwick Business School, ora lavora nel settore assicurativo in UK. Appassionato di politica ed economia, in passato ha militato tra le file del PD come Civatiano.

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