Aragami è un gioco stealth in terza persona, prodotto dagli spagnoli di Lince Works e pubblicato come indie lo scorso ottobre. Apertamente ispirato a classici come la serie di Tenchu, nonché a successi più moderni quali Mark of The Ninja e Dishonored, Aragami costituisce un gradito tentativo di rivitalizzare il filone stealth, ultimamente ridotto troppo spesso ad una mera possibilità di gameplay in titoli di altro genere.
Il gioco non dispone di un budget eccelso ma promette di fornire ore dense di sfida, condite da una trama accattivante e sviluppata in un fittizio Giappone feudale, nel quale lo scontro tra le forze della Luce e quelle dell’Ombra ha condotto a terribili conflitti. Aragami, il protagonista, è un demone evocato da Yamiko allo scopo di liberarla dalla fortezza di Ryukyu, dove l’esercito della Luce la tiene prigioniera. Sfruttando le abilità ninja e sovrannaturali dell’Aragami, sarà compito del protagonista raggiungerla e svelare la trama poco a poco, man mano che ci si avvicina all’obiettivo.
Aragami rende una cosa chiara fin da subito: l’ombra è la migliore amica del giocatore. A prescindere dall’intrinseca importanza del fattore buio in un gioco stealth, infatti, il rapporto con l’oscurità non si traduce unicamente nella capacità di rimanere nascosti, ma anche nella possibilità di utilizzare le abilità specifiche del demone protagonista, indispensabili per progredire nel corso dei livelli. In questo senso si potrebbe quasi definire Aragami come un “Alan Wake al contrario”.
La principale abilità, di cui si farà uso continuo, è quella di scivolare – letteralmente – nell’ombra, teletrasportandosi da una zona buia ad un’altra per sopraffare i nemici o superarli inosservati. A tal proposito, è degno di nota sottolineare come Aragami sia un gioco one shot, one kill, tanto per gli NPC quanto per il giocatore: questa dinamica garantisce un alto fattore di adrenalina ed obbliga il giocatore a lavorare d’ingegno per superare le varie situazioni senza farsi scoprire e rischiare che i seguaci della Luce suonino l’allarme.
Ma è proprio su questo aspetto che Aragami lascia a desiderare, dimostrandosi affetto da bug difficili da ignorare: l’IA dei nemici va facilmente in confusione, portando a risultati inattesi quali il fallimento nell’individuare il giocatore, il blocco del proprio pathfinding o – glitch estremamente snervante – la permanenza dello stato d’allarme nonostante si sia ricaricato il salvataggio. Altri bug diffusi riguardano l’estrema difficoltà di interazione con alcuni elementi, causa la presenza di oggetti grafici ed una hit box calcolata male. Presente, come in moltissimi titoli, anche il problema opposto, ovvero la possibilità – a dire il vero rara – di interagire con alcuni nemici od oggetti nonostante la presenza di una barriera quale un muro. Ad ogni modo, Lince Works fa del suo meglio per rilasciare aggiornamenti periodici allo scopo di risolvere gli inconvenienti.
Chiudendo un occhio su questi problemi, il gameplay risulta molto scorrevole, godibile per i giocatori esperti di stealth ma allo stesso tempo alla portata dei profani del genere. È presente anche una discreta libertà di scelta: l’Aragami dispone di uno skill tree attraverso il quale sbloccare nuove abilità a proprio piacimento, in base al proprio stile di gioco. È inoltre prevista la possibilità di concludere ciascuna sezione in una modalità pacifista di deusexiana memoria. Concludere il livello senza uccidere nemici o, viceversa, non lasciandone neanche uno in vita, unitamente ad un rating di fine livello, attribuisce medaglie ed achievement al giocatore. Nonostante queste variabili, tuttavia, Aragami soffre lo stesso male di ogni prodotto del suo genere: alla lunga, il gameplay tende a risultare ripetitivo, al netto di quello che è un buon numero di ore di gioco.
Una menzione finale riguarda i controlli di gioco: su PC risultano insoliti, nonostante ci si abitui con facilità, ed è totalmente assente la possibilità per Aragami di saltare. Le abilità di teletrasporto dovrebbero ovviare alla necessità di salto e arrampicata, ma la cosa risulta comunque innaturale.
Uno degli elementi più accattivanti di Aragami è lo stile grafico a metà fra 3D e cartoon, realizzato in cel-shading con il popolare engine Unity. Quello che è già un buon risultato diventa ottimo se si considera che è frutto del lavoro di soli quattro artisti (su un totale di dieci persone nel team di sviluppo). Non essendo un prodotto tripla A, Aragami ha necessariamente dovuto trovare un espediente per giustificare l’assenza di una visuale da urlo come può esserlo quella del recente Deus Ex: Mankind Divided, per citarne uno. E i ragazzi di Lince Works ci sono riusciti molto bene: lo stile cel-shaded è sia piacevolissimo da vedere che leggero sulle risorse della macchina. E che non si faccia l’errore di scambiare un espediente simile per un lavoro di scarso livello, dal momento che Aragami regge il confronto con l’alta definizione e gli effetti grafici – gestiti dal rendering di Unity – sono all’avanguardia.
Stilisticamente parlando, l’atmosfera risulta ben congeniata e coerente, sia per quanto riguarda le ambientazioni che le caratterizzazioni dei personaggi. I movimenti dell’Aragami godono di una fluidità simile a quella già vista nella serie di Assassin’s Creed – con tutti i limiti del caso – che contribuisce a rendere gradevole l’esperienza di gioco. Il setting è quello di un Giappone feudale avvolto dalla notte, nella quale il protagonista si crogiola come nel suo elemento naturale, tramando nell’ombra. Il tutto è molto convincente sia nella progettazione che nella realizzazione e la presenza di vaste aree di gioco, anche quando non direttamente necessarie al gameplay, non fa che aumentare l’immersione del giocatore nel mondo di Aragami.
Abbiamo testato Aragami su Windows e Linux (Ubuntu), rimanendo colpiti dalle prestazioni su entrambi i sistemi, oltre che compiaciuti dalla presenza di un supporto multipiattaforma (Windows, Mac, Linux) reso facile dalle caratteristiche del motore grafico.
Se è necessario cercare un neo in tutto ciò, questo si trova sicuramente nella compenetrazione fra poligoni che avviene più spesso di quanto dovrebbe; ad onor del vero, più per colpa di Unity che di Lince Works.
Impossibile, poi, non citare l’eccellenza del reparto audio: nessun errore per quanto riguarda gli effetti sonori, chiari e significativi seppur non memorabili. Il voice acting inglese presente è buono anche se abbastanza diradato; d’altra parte, è normale che una software house indipendente spagnola non abbia inteso dedicare parte consistente del budget al doppiaggio in lingua straniera. Ma è la colonna sonora a farla da padrona: incalzante, accattivante ed estremamente appropriata sia all’ambientazione generica che alle singole situazioni. Sotto questo aspetto, il lavoro è stato impeccabile.
Aragami è un bel gioco per gli amanti del genere stealth. Afflitto da qualche bug e a tratti ripetitivo, compensa con un’ambientazione riuscitissima ed uno stile originale. In futuro non sarà ricordato come il baluardo di una possibile ripresa di questo filone, ma certamente è un buon passo in quella direzione e, per il prezzo di € 19,99 a cui è venduto, vale certamente la spesa. Consigliato.
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